Territorio: Stop al consumo di territorio, basta case!
Su Collegno negli ultimi venti anni si sono abbattuti circa un milione
e mezzo di metri cubi di nuova residenza, con un indice tra i più alti
dell’area metropolitana torinese. Siamo riusciti anche con il nostro apporto a
fermare per il momento due grosse speculazioni edilizie già pronte a partire,
quella sull’ambito di via De Amicis e quella sul Campo Volo.
Il nostro obiettivo si chiama “Stop
al consumo del suolo”. Visto che a Collegno vi sono migliaia di alloggi
vuoti in attesa di essere occupati, occorre che vengano adottate nuove norme
urbanistiche che impediscano ulteriore consumo di suolo libero. Collegno ha
bisogno di un nuovo piano regolatore
generale che determini la programmazione del territorio per i prossimi 10/15
anni partendo dalle mutate esigenze e sensibilità dei suoi cittadini.
Visti i tempi lunghi di realizzazione di un piano regolatore, ci
impegniamo nei primi sei mesi di
legislatura ad adottare varianti urbanistiche che:
1) cancellino il previsto consumo di altri 600 mila
mq di terreno agricolo che va sotto il nome di APEA (area produttiva
ecologicamente attrezzata)
b 2) facciano
sì che il Campo Volo sia sottoposto ad un vincolo paesaggistico che ne
impedisca qualsiasi manomissione e lo scambio tra l’entrarne in possesso del Comune
e la costruzione di nuova residenza. Tutto ciò in attesa che vi siano le
condizioni per la realizzazione di un parco metropolitano. Fino a che tali
condizioni non si realizzeranno, il Campo Volo va bene così com’è.
3) facciano
sì che l’ambito di via De Amicis mantenga
e potenzi tutta la sua attuale vocazione produttiva in difesa
dell’occupazione. La trasformazione in residenziale e terziaria dell’area va
contenuta al massimo. Vanno previsti interventi che risolvano i problemi di
traffico causati dal capolinea della metropolitana.
4) Modifichino
le norme tecniche di attuazione del Piano Regolatore che facilitino la vivibilità della città, eliminando in primo luogo la norma che oggi consente di costruire a filo strada, riportando la distanza a tre metri in modo da
lasciare lo spazio per marciapiedi e parcheggi più ampi.
5) Riprendano
i contenuti della Variante 13 approvata nel 2010 che aveva introdotto norme per
salvare ciò che restava del tessuto
storico urbano di casette con giardino al centro di una speculazione edilizia a
tappeto, variante bocciata dal Tar per procedura non corretta e che il sindaco
uscente si era impegnato a ripresentare nella forma corretta, cosa che non è
poi mai avvenuta.
f) 6) Impediscano alcuni piccoli grandi misfatti già
progettati e ancora non realizzati del tipo di quello per l’edificazione di
case sull'orto del Barone all'ingresso del Centro storico (per fare un
esempio).