Manifestazione anti-inceneritore a Grugliasco. |
Qualche volta l'inquadratura di una foto veicola le reali intenzioni del giornale che la pubblica molto più dell'articolo che accompagna. E' accaduto ieri domenica nella prima pagina dell'edizione torinese di Repubblica. L'articolo dal titolo “Rifiuti, una società unica per differenziata da record” celebra le magnifiche sorti progressive che attendono la gestione dei rifiuti nella provincia di Torino quando sarà stata completata la grande fusione delle molte società che oggi se ne occupano. Già l'articolo che riporta le parole dell'architetto Paolo Foietta, presidente dell'ATO-Rifiuti e deus ex-machina dell'operazione, contiene affermazioni molto discutibili. Ma la foto poi... Il taglio è verticale e il soggetto dovrebbe essere l'inceneritore. Dovrebbe, perchè i tre quarti della foto è composto da un cielo azzurro, con appena uno sbuffo bianco di una nuvoletta. L'inceneritore, invece, con la sua torre altissima è relegato nell'angolino in baso a destra. Una foto poetica che suggerisce … serenità, altro che gli incubi!
Le affermazioni di Foietta
poi hanno del miracoloso, sempre che il giornalista le abbia
riportato correttamente. Foietta dice che ad oggi la raccolta
differenziata nella provincia di Torino rappresenta il 50% dei
rifiuti prodotti che ammontano ad un milione e cento mila tonnellate
all'anno. La vendita delle 550 mila tonnellate differenziate dà un
ricavo di 15,7 milioni di euro. Plausibile. Ma da qui in avanti le
cose dette da Foietta e riportate dal giornalista sanno di favola. La
nuova società unica e la privatizzazione del 49% della stessa da
sole porterebbero la raccolta differenziata al 65%. Ma la cosa più
incredibile sarebbe che con quel 15% in più di raccolta
differenziata di colpo l'incasso raggiungerebbe i 40 milioni di
euro!!! Il 50% dà 15,5 milioni di euro, il 65% ne darebbe 40, più
del doppio. Miracolo a Torino. La stessa cifra che viene pagata ogni
anno all'inceneritore del Gerbido. Foietta infatti promette ai
cittadini la riduzione della tariffa rifiuti.
La foto e le promesse
mirabolanti di Foietta possono significare solo una cosa: ci troviamo
davanti ad una campagna propagandistica in grande stile che serve da
una parte a coprire le tante troppe incognite che l'operazione
società unica nasconde e dall'altra a sostenere la campagna
elettorale del Pd, il partito monopolista della gestione dei rifiuti
nel torinese.
L'11 aprile scade il
termine per la presentazione delle offerte per la gara indetta dal
Cados per la privatizzazione del 49% delle quote della società nata
dalla fusione del Cidiu e Covar 14. Tutti dicono che dietro l'angolo
c'è Iren che ha già comprato TRM quindi l'inceneritore e il 49% di
Amiat. Deve essere proprio così, visto che Iren sta finanziando le
iniziative dell'amministrazione di Collegno, dalla rassegna Sale&Pepe
al bilancio di mandato del sindaco uscente. Una tradizione. Quando a
fare affari a Collegno era la famigerata Collegno 2000 srl, le
iniziative promozionali del Comune le pagava lei. Quando era la
discarica di rifiuti tossici Barricalla a beneficiare del raddoppio
dell'invaso, a finanziare era Barricalla; se era la Sistemi a godere
di una variante al piano regolatore, ecco la pubblicità della
Sistemi. Per non parlare di cooperative rosse... Se tanto mi dà
tanto allora sarà Iren a vincere la gara. Così tutta la filiera dei
rifiuti sarebbe nelle stesse mani. I cittadini ne avranno un
beneficio come si promette oggi alla vigilia di importanti
appuntamenti elettorali? O ci troviamo all'ennesima beffa come lo è
stato con la promessa della tariffa puntuale, cioè più produci
rifiuti più pagni, meno ne produci meno paghi? Il dubbio è più
che lecito, vista la situazione di monopolio che si verrebbe di fatto
a creare, dopo che le amministrazioni comunali a guida Pd hanno in
precedenza firmato un contratto con TRM che le lega mani e piedi per
i prossimi 20 anni alle sorti dell'inceneritore e di chi lo gestisce.
Un contratto che non consente ai Comuni soluzioni diverse da quella
di conferire all'inceneritore i rifiuti e che li obbliga a garantire
un profitto sicuro ai suoi gestori anche se la differenziata dovesse
differenziare arrivare al 100%.
Giovanni Lava