Un fatto di non ordinaria libertà e democrazia
Abbiamo seguito con attenzione in questi giorni quanto accaduto al consigliere comunale di
Collegno di CIVICA Giovanni Lava , querelato da privati cittadini per aver denunciato politicamente sul suo
blog alcuni fatti di cui era venuto a conoscenza e ne chiedeva
conto all’Amministrazione. Querela che erano state poste a conoscenza dell’Amministrazione
per un evidente uso politico e
intimidatorio.
1) Quando
l’azione politica, di qualunque colore
essa sia, è oggetto di querela e strumento di lotta politica, anziché le più
consone armi della dialettica e del confronto sulle idee anche quando sono
opinabili, vuol dire che la Politica
stessa (quella con la P
maiuscola ) ha abdicato al proprio ruolo e scade a scontro personale e di prova
muscolare dove non conta la ragione, il pensiero, ma l’arroganza del potere,
l’intimidazione, non appropriati in un sistema democratico.
2) In
questi anni, nel nostro Paese, il confronto politico, a tutti i livelli, è
stato più di tipo muscolare, che improntato al confronto sui contenuti di
merito. Un dato acquisito e non è questa la sede per stabilirne le
responsabilità e le cause. Ma è questo modo di interpretare la politica dai
suoi conseguenti risultati inconcludenti, la causa stessa per cui oggi in
Italia essa è stata “commissariata “ dal governo dei tecnici, che, nonostante
la gravità delle decisioni prese gode comunque di largo consenso nel Paese,
mentre la fiducia verso i partiti è ai minimi termini in quanto a fiducia dei
cittadini.
3) La
politica quindi se vuole riacquistare il consenso e il senso della convivenza
civile deve riappropriarsi degli strumenti di confronto, ove ognuno porta le
proprie ragioni a sostegno e le rende di pubblica conoscenza, chiedendo ed
esigendo rispetto. Lo strumento invece della via giudiziaria, qualunque essa
sia e da qualunque parte praticata, non può che indebolirla ed allontanare il
cittadino da essa.
4) La
via giudiziaria è certamente la più facile, spesso quando si è a corto di
ragioni credibili da sostenere,ma non è quella che può far crescere i valori
della democrazia, della libertà e della
giustizia.
5) La
politica o meglio i partiti, tutti, come le pubbliche amministrazioni devono
prendere atto che purtroppo non sono
sempre frequentate, da soggetti che, come si dice, il buon padre di famiglia inviterebbe
a casa propria, a tal fine basta e avanza leggere la cronaca di tutti i giorni
ove il malaffare e la corruzione recitano una parte non secondaria, e quindi, oggi
più di ieri, è necessaria la massima trasparenza e la massima vigilanza,
compreso il fatto che è diritto/dovere
di un qualsiasi eletto del popolo operare con gli strumenti che ritiene, purchè democratici e legittimi, per perseguirli, assumendosene la pubblica
responsabilità. In questo senso l’ art. 68 della Costituzione prevede che: “i
parlamentari non possano essere chiamati
a rispondere delle opinioni espresse
e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni …“ e non vi è ragione alcuna per cui, ciò che è
permesso agli eletti ai più alti gradi delle Istituzioni, al fine proprio di
non subire intimidazione alcuna e poter svolgere liberamente il proprio mandato,
non possa essere permesso a tutti gli eletti, solo perché non tutelati dalla
legge.
6) Per
queste ragioni, quindi esprimiamo la nostra viva soddisfazione e la nostra
approvazione per la presa di posizione unanime del Consiglio Comunale di
Collegno a difesa della libertà di azione e di parola degli eletti dal popolo e
nel ribadire la nostra solidarietà al Consigliere Giovanni Lava, nonché socio
di Libertà e Giustizia, dalla sua ormai decennale costituzione, riconosciamo al
Consiglio Comunale tutto, al di là del merito dei promotori, la capacità non
sempre ovunque ordinaria di un corretta dialettica politica all’interno delle
istituzioni nel rifiuto di un uso improprio, a fini di lotta politica, degli strumenti
giudiziari.
Valter Morizio
Coordinatore
circolo di Libertà e Giustizia