giovedì, aprile 05, 2012

Riceviamo e pubblichiamo


Un fatto di non ordinaria libertà e democrazia
Abbiamo seguito con attenzione  in questi giorni  quanto accaduto al consigliere comunale di Collegno di CIVICA Giovanni Lava , querelato da privati cittadini  per aver denunciato politicamente sul suo blog  alcuni fatti  di cui era venuto a conoscenza e ne chiedeva conto all’Amministrazione. Querela che erano state poste a conoscenza dell’Amministrazione per un evidente  uso politico e intimidatorio.
Non entriamo nel merito delle questioni specifiche, in quanto sarà compito della magistratura verificare nel merito. Pur tuttavia qualche riflessione di ordine politico generale ci pare opportuna .
1)      Quando l’azione  politica, di qualunque colore essa sia, è oggetto di querela e strumento di lotta politica, anziché le più consone armi della dialettica e del confronto sulle idee anche quando sono opinabili, vuol dire che la Politica stessa (quella con la P maiuscola ) ha abdicato al proprio ruolo e scade a scontro personale e di prova muscolare dove non conta la ragione, il pensiero, ma l’arroganza del potere, l’intimidazione, non appropriati in un sistema democratico.
2)      In questi anni, nel nostro Paese, il confronto politico, a tutti i livelli, è stato più di tipo muscolare, che improntato al confronto sui contenuti di merito. Un dato acquisito e non è questa la sede per stabilirne le responsabilità e le cause. Ma è questo modo di interpretare la politica dai suoi conseguenti risultati inconcludenti, la causa stessa per cui oggi in Italia essa è stata “commissariata “ dal governo dei tecnici, che, nonostante la gravità delle decisioni prese gode comunque di largo consenso nel Paese, mentre la fiducia verso i partiti è ai minimi termini in quanto a fiducia dei cittadini.
3)      La politica quindi se vuole riacquistare il consenso e il senso della convivenza civile deve riappropriarsi degli strumenti di confronto, ove ognuno porta le proprie ragioni a sostegno e le rende di pubblica conoscenza, chiedendo ed esigendo rispetto. Lo strumento invece della via giudiziaria, qualunque essa sia e da qualunque parte praticata, non può che indebolirla ed allontanare il cittadino da essa.
4)      La via giudiziaria è certamente la più facile, spesso quando si è a corto di ragioni credibili da sostenere,ma non è quella che può far crescere i valori della democrazia, della libertà e della  giustizia.
5)      La politica o meglio i partiti, tutti, come le pubbliche amministrazioni devono prendere atto  che purtroppo non sono sempre frequentate, da soggetti che, come si dice, il buon padre di famiglia inviterebbe a casa propria, a tal fine basta e avanza leggere la cronaca di tutti i giorni ove il malaffare e la corruzione recitano una parte non secondaria, e quindi, oggi più di ieri, è necessaria la massima trasparenza e la massima vigilanza, compreso il fatto che è  diritto/dovere di un qualsiasi eletto del popolo operare con gli strumenti che ritiene, purchè  democratici e legittimi, per  perseguirli, assumendosene la pubblica responsabilità. In questo senso l’ art. 68 della Costituzione prevede che: “i parlamentari non  possano essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni …“  e non vi è ragione alcuna per cui, ciò che è permesso agli eletti ai più alti gradi delle Istituzioni, al fine proprio di non subire intimidazione alcuna e poter svolgere liberamente il proprio mandato, non possa essere permesso a tutti gli eletti, solo perché non tutelati dalla legge.
6)      Per queste ragioni, quindi esprimiamo la nostra viva soddisfazione e la nostra approvazione per la presa di posizione unanime del Consiglio Comunale di Collegno a difesa della libertà di azione e di parola degli eletti dal popolo e nel ribadire la nostra solidarietà al Consigliere Giovanni Lava, nonché socio di Libertà e Giustizia, dalla sua ormai decennale costituzione, riconosciamo al Consiglio Comunale tutto, al di là del merito dei promotori, la capacità non sempre ovunque ordinaria di un corretta dialettica politica all’interno delle istituzioni nel rifiuto di un uso improprio, a fini di lotta politica, degli strumenti giudiziari.
Valter Morizio
Coordinatore circolo di Libertà e Giustizia