giovedì, aprile 05, 2012

Tutti a caccia di un caprio espiatorio

Casetta salvata dalla Variante 13 ora di nuovo a rischio demolizione
Il TAR boccia la Variante 13
Ieri il Tar Piemonte ha accolto per difetto di procedura il ricorso presentato contro la Variante 13 al Piano Regolatore approvata definitivamente nel luglio 2010. In attesa che a Collegno grazie a questa sentenza riprenda come prima e più di prima la demolizione delle casette basse, nel tentativo di parare il colpo è già partita nella maggioranza la ricerca di un caprio espiatorio.
La Variante 13 era finora l'unico atto di questa amministrazione, seppure timido e tardivo dopo 10 anni di cementificazione selvaggia della città, che avesse come obiettivo quello di limitare lo sviluppo urbanistico e salvare almeno una parte del tessuto urbano storico di Collegno. Ora anche quel passettino viene cancellato a seguito di un ricorso al Tar di proprietari e professionisti che ne contestavano la legittimità. In un articolo dell'11 novembre 2010 riportavo un lungo colloquio con l'avvocato Riccardo Ludogoroff. La tesi dell'avvocato era  che data la mole di cambiamenti indotti dalla variante su tutto il territorio cittadino, la procedura non poteva essere una variante parziale (che tra l'altro non richiede il controllo regionale, ma solo provinciale) ma una variante strutturale, che comporta meccanismi più lunghi e "garantisti". Ora il Tar, dopo una perizia che ha ritardato la sentenza di un anno, gli ha dato ragione, affermando che "la delibera di variante impugnata, interessando “ambiti normativi” estesi a tutto il territorio e risultando orientata all’obiettivo della preservazione del complessivo tessuto edilizio comunale, appare maggiormente compatibile con la tipologia della “variante generale”.
L'annullamento della variante costituisce un fatto gravissimo non solo sul piano pratico - infatti da questa mattina si è tornati al regime precedente - ma anche sul piano politico e dell'immagine della città. Per la città si tratta di un schiaffone sonoro partito anche da quei professionisti che a Collegno hanno giocato un ruolo di primo piano nelle vicende urbanistiche del passato e che intendono ancora giocarlo in quelle future (vedi variante di via De Amicis). Uno schiaffone reso possibile però da scelte politiche e professionali che la lista CIVICA per Collegno ha da sempre contestato e che ora mostrano quanto il re sia davvero nudo agli occhi di tutti.
Sbagliare la procedura di una variante urbanistica è molto grave da un punto di vista professionale per chi ha commesso l'errore, se ciò però è stato possibile anche grazie a scelte politiche sbagliate è ancora più grave, un vero e proprio fallimento politico. La madre di tutti gli errori è stata quella di non aver nominato un competente assessore all'urbanistica, tanto più visto che si nutrivano ambizioni impegnative come quella di metter mano alla variante di via De Amicis e al Campo Volo. Il sindaco ha voluto tenere per sè la delega e di fatto consapevolmente o meno ha finito per delegare al dirigente molte delle funzioni proprie di una assessore. Ora dall'interno della maggioranza e dello stesso partito democratico in molti chiedono la testa di quel dirigente, a loro avviso avrebbe indotto il sindaco, il direttore generale, la maggioranza, lo stesso consiglio comunale a commettere un errore che sputtana tutti e che espone tutti anche a possibili rivalse da parte di quei cittadini o professionisti che dovessero ritenersi danneggiati da quella variante.
Dopo questo brillante risultato ci si chiede se il sindaco avrà la forza per una volta di riconoscere i propri errori, magari richiamando al suo posto l'ex assessore Plantamura, e soprattutto se avrà la forza di riproporre immediatamente i contenuti della delibera annullata, adottando questa volta la procedura corretta e cioè una variante strutturale ed organica al piano regolatore.
Giovanni Lava