Berlusca facciadigomma ieri in Piazza San Carlo
Il Primo Maggio è meglio andare al mare
Tranne che in pochissime occasioni in cui ero fuori città, da 40 anni, da quando sono emigrato dal Sud a Torino, partecipo al corteo del Primo Maggio. Ieri ho deciso che dal prossimo anno dedicherò il mio Primo Maggio a qualcosa di meglio.
Ho sempre vissuto la ricorrenza come una grande festa dei lavoratori e quindi con allegria e curiosità. Sfilare e veder sfilare, il piacere di rivedere gli amici e i compagni di vite lontane ... un'esperienza a cui non ho mai rinunciato. In 40 anni ne ho anche viste tante, ma mai avevo provato tanto sconforto per una piazza sempre più vuota e sempre più divisa. Capisco che dopo un anno vissuto pericolosamente da sindacati e lavoratori tra divisioni, accuse e ripicche, trascorrere una giornata di festa tutti insieme d'amore e d'accordo forse era chiedere troppo, ma arrivare alle esclusioni come a Bologna, lasciare come a Torino che quattro giovincelli pseudorivoluzionari cacciassero i lavoratori della CISL e della UIL e ne bruciassero le bandiere è davvero troppo, altro che episodio marginale come ha dichiarato Fassino. Troppo averglielo permesso. Non ho assistito per fortuna direttamente a questi atti gravissimi, ma ho visto i giovani (e meno giovani) di Askatasuna sfilare tornando indietro lungo via Po verso Piazza Vittorio dopo aver compiuto l'impresa. Vestiti di nero, con passo quasi marziale, fieri del grande atto eroico appena compiuto, ... io non ho visto altro che dei fascistelli in erba. Perciò mi è parso grave sentire altri pacifici e tranquilli manifestanti affermare: in fondo son solo ragazzi e poi ... la CISL e la UIL se la sono proprio voluta. Intanto a Marsala i tre segretari generali manifestavano insieme invocando unità e a Roma pagavano insieme il Concertone! Poco più indietro di me su un furgone dotato di amplificatore per tutto il corteo non so quale delle tante sigle comuniste presenti (meno sono i militanti e i voti più le sigle proliferano) ha urlato parole d'ordine contro sindacati, imprenditori, e chiunque la pensasse diversamente da loro, inneggiando alla rivoluzione e alla lotta di classe. Credo che Facciadigomma con questi partiti, con questi sindacati e anche con questo popolo di sinistra potrà governare fino al suo ultimo respiro e oltre. A mio avviso proprio la festa del Primo Maggio avrebbe dovuto essere per i sindacati in alto come in basso e per tutti i lavoratori un'occasione per trascorrere un giorno da amici e non da nemici, consapevoli che non ci può essere divergenza per quanto grande capace di far dimenticare che in ogni caso si dovrebbe stare tutti dalla stessa parte almeno quando si fa festa; che ci si può dividere anche duramente, ma non ci può essere divisione capace di trasformarsi reciprocamente in nemici da odiare e da scacciare. Una festa così non serve a niente e a nessuno, tantomeno ai lavoratori. Allora, stante così le cose, un altro anno io vado al mare!
Giovanni Lava