martedì, maggio 10, 2011

Al centro di Collegno alberga incuria ed abbandono

Verde privato ad uso pubblico
Hic sunt leones
Sulle carte geografiche dei Romani l'Africa era descritta nel dettaglio lungo la fascia mediterranea, mentre verso sud dal Sahara in giù non vi era che una scritta: "Hic sunt leones", qui sono i leoni. A Collegno invece le aree dove si potrebbe usare tale espressione sono quelle interne dell'Area Centrale.
Alle spalle del viale Piemonte sia ad Est che ad Ovest vi sono due aree verdi abbandonate da anni, dove l'erba cresce rigogliosa, la sterpaglia avanza e i lampioni sono sempre spenti. Una vera e propria terra di nessuno in quello che avrebbe dovuto essere il salotto buono della città. Farsi un giro per credere. Si tratta delle famigerate aree private ad uso pubblico, una formula inventata per favorire i costruttori che si ritorce ogni volta contro i condomini della zona e si rivela un danno per la città tutta. E' già accaduto in ogni zona della città dove sono stati effettuati interventi edilizi di una certa rilevanza. Qualche anno fa balzò agli onori della cronaca l'area intitolata ai giudici Falcone e Borsellino a Paradiso, presto si ripeterà nellarea della ex Elbi. In teoria queste aree, costruite e poi curate dai privati, dovrebbero essere a disposizione del pubblico. Invece che dismettere delle aree libere alla città, in questo modo i privati esaudirebbero l'obbligo previsto dalla legge, inoltre sfruttandole nel sottosuolo con la costruzione di garage sotterranei. Si tratta quasi sempre di un verde "finto", nel senso che sotto il manto erboso c'è il cemento, il terreno non è permeabile quindi non si possono piantare alberi di alto fusto. Ma l'incoveniente più grande ogni volta deriva dal fatto che a contrattare con il Comune è il costruttore che poi vende e sparisce, i condomini che acquistano e vi abitano, invece, di solito non ne vogliono sapere di curare a proprie spese uno spazio a disposizione di chiunque. Ogni volta nascono contenziosi a non finire e mentre la cosa non si risolve lo stato di abbandono è assoluto, una vera e propria terra di nessuno. Di solito si risolve o con la cessione ai privati del diritto dell'uso pubblico, così diventa uno spazio condominiale al cento per cento, oppure viceversa resta pubblica ma l'onere della cura e della manutenzione viene assunto dal Comune. Nell'Area Centrale a più di dieci anni dall'edificazione il problema non è stato ancora risolto e l'incuria alberga come da nessun altra parte. Il taglio degli alberi in via Trieste da molti è stato interpretato come la vendetta del Comune verso i condomini dell'Area Centrale che si affacciano sulla via per non aver accettato che le aree interne fossero messe a disposizione del pubblico, aree destinate dal costruttore ad uso pubblico, un uso mai riconosciuto e accettato da chi vi abita. A dire il vero le affermazioni del sindaco, l'insistenza nel chiederlo non hanno certo fugato il sospetto. Un gran pasticcio. Un istituto, quello dell'area privata ad uso pubblico, che un'amministrazione seria, dopo tanti contenziosi, dovrebbe abolire dal proprio vocabolario. Ma dove andrebbero a finire gli interessi dei costuttori che a Collegno gira gira sono sempre gli stessi?
Giovanni Lava