L'edificio centrale di via XX Settembre
Salvo per il rotto della cuffiaLe ruspe stavano già scaldando i motori per abbattere tutti gli edifici dell'ex macello di via XX Settembre per lasciare il posto all'ennesimo condominio a ridosso della ferrovia ...
Ma in corner una "vocina" inaspettata ha fatto sapere agli uffici comunali che gli stessi edifici sarebbero potuti rientrare tra quelli tutelati dalla Sovrintendenza per i Beni culturali in base ad una disposizione di legge vecchia di alcuni anni, bellamente ignorata, che impedisce l'abbattimento di qualsiasi edificio che abbia più di 50 anni senza il parere favorevole della stessa Sovrintendenza a cui bisogna rivolgersi preventivamente. L'intoppo per un momento ha fatto temere all'amministrazione che tutto andasse a monte con pesanti conseguenze economiche per il Comune che avrebbe dovuto risarcire i danni alla società, la Immocel srl, che si era aggiudicata l'asta di alienazione del bene per una cifra di € 1.590.000,00 e che già aveva speso per il progetto edilizio, peraltro già approvato dagli uffici. Un danno per centinaia di migliaia di euro e un buco nel bilancio per una cifra pari a quella della vendita.
Va detto che l'iter per l'alienazione del bene di proprietà comunale era iniziato nel 2008 con l'approvazione della delibera con l’elenco degli immobili comunali da vendere, nonché della proposta di Piano delle alienazioni e delle valorizzazioni immobiliari per l’esercizio finanziario 2009. Con la stessa delibera ci si era avvalsi dell'articolo 58 del Decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito nella Legge 6 agosto 2008, n. 133, che consente contestualmente anche la variazione di destinazione d'uso, senza la necessità di approvare una variante al piano regolatore e sottoporsi al vaglio della Regione, per capirci la stessa procedura adottata l'anno scorso per villa Guaita, operazione fortemente avversata da CIVICA. Una delle tante leggi berlusconiane che mirano a liberare la speculazione edilizia da ogni laccio e lacciuolo, come se il nostro paese non fosse già stato abbondantemente deturpato. Una legge che la nostra amministrazione di centrosinistra ha però sfruttato gagliardamente, fregandosene dell'indecenza della cosa. Critici con Berlusconi, ma sempre pronti a sfuttarne le magagne. Nel frattempo però la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il comma due dell'articolo 58 della legge citata, in quanto lo Stato ha compiuto un invasione di campo in una materia che la Costituzione affida alla competenza delle regioni. Quindi la "porcata" non sarà più possibile, anche se pare che Cota si sia affrettato a rendere legittimi gli atti già approvati. Ma sapete chi aveva fatto ricorso contro l'articolo 58? La Regione Piemonte guidata dalla Bresso, a cui si erano poi aggiunte l'Emilia Romagna, la Toscana e anche il Veneto.
Tornando al pastrocchio del macello di via XX Settembre, la Sovrintendenza nel frattempo ha autorizzato la demolizione degli edifici, tranne i tre che danno sulla via (foto sopra e foto sotto).
I due edifici più piccoli salvati dalla Sovrintendenza in sieme a quello centrale
A quanto pare la società Immocel Srl ha accettato la nuova situazione, senza chiedere i danni al Comune, quindi i lavori dovrebbero partire presto con la costruzione di un palazzo alle spalle dei tre blocchi del macello che danno sulla strada. In ogni caso si tratta di un'altra delle tante storie "particolari" consumate sul territorio di Collegno.
Giovanni Lava