venerdì, maggio 23, 2014

ASINO A CHI? ORECCHI O ORECCHIE?


L'avvocato Boetti Villanis ha le orecchie d'asino!
Confesso che ci sono cascato. Quando nel corso del dibattito tra i candidati sindaco organizzato al palasport da Idee per Collegno, la Meridiana e Giustizia e Libertà, ho utilizzato l'espressione "che non vi resti negli orecchi", il noto avvocato candidato dell'ammucchiata di centrodestra, più destra che centro, è saltato su tirandomi pubblicamente gli orecchi per mettermi in imbarazzo davanti al pubblico sostenendo che avevo usato il termine sbagliato - orecchi al posto di orecchie - perchè secondo lui si dice orecchi riferito ad animali e orecchie riferito a persone, ho pensato ingenuamente che se lo diceva lui che parla sempre così forbito fosse vero. Invece no. Le due espressioni si usano indifferentemente e orecchie si usa sia per le persone che per gli animali, anzi normalmente si utilizza orecchi al maschile, mentre orecchie si usa di più in espressioni figurate. Infatti si dice "tendere le orecchie" nel senso di prestare attenzione riferito sia alle persone che agli animali oppure semplicemente "orecchie d'asino" per indicare quelle di chi è ignorante, come quelle del nostro avvocato che non esce mai dall'arringa neppure quando ordina un caffè al bar, ma che in questo caso ha voluto fare il saputone, ma si è dimostrato più ignorante di me oltre che maleducato.
L'Accademia della Crusca - chissà se il nostro ne ha mai sentito parlare, difficile visto che parla solo e ascolta mai - recita: Orecchio/orecchia ...orecchi/orecchie: tutte forme corrette, senza differenze di significato. E così su tutti i principali dizionari e grammatiche italiani. Chi di orecchie ferisce di orecchi perisce. Toh! Giustizia è fatta.
Giovanni Lava