Prendendo spunto da una mozione presentata a maggio 2012 dal gruppo
consiliare della Lega Nord e discussa nel CC del 7 febbraio, il Presidente del
Consiglio Comunale Michele Mellace ha ribadito un impegno che aveva già
assunto nel corso di un dibattito sulla Partecipazione tenutosi lo scorso mese
di maggio: mettere in discussione con i Comitati di Quartiere (sia quelli
Spontanei che quelli “Ufficiali”) l’ attuale Regolamento (e relativa bozza di
Statuto) approvato dal CC a luglio 2010.
Organismi comunque senza potere, ma con indirizzi precisi, primo fra
tutti :
Stimolare l’interesse dei cittadini per i problemi del Quartiere sui
quali proporre e sollecitare soluzioni, attraverso la discussione di
problematiche di generale utilità ed il monitoraggio del territorio del
quartiere, costituendosi quale interlocutore naturale e rappresentativo
dell’ Amministrazione comunale”
Ora, (sorvolando sul fatto di essere “rappresentativi dell’ Amministrazione”)
dopo quasi due anni di vita di questi organismi, ritengo che chi li ha
instaurati abbia non solo il diritto, ma principalmente il dovere di
verificarne l’azione. E questo “chi” è il Consiglio Comunale, che ne ha votato
(a maggioranza, 17 consiglieri sui 30 aventi diritto …) i criteri di formazione
e le linee guida di funzionamento, ovvero il regolamento al quale attenersi. In
particolare, sarebbe interessante
conoscere il grado di partecipazione alla vita del comitato di questi
eletti, se non altro verificandone la presenza alle riunioni (obbiettivo
minimo). Poi, gli eventuali abbandoni dell’attività, ovvero dimissioni e
sostituzioni. Se siano o meno state indette le famose assemblee con la
popolazione (a norma di regolamento, almeno 2 all’anno: a Regina e Santa Maria
non me ne risulta neppure una!). Il grado di “propositività” di questi
comitati, oltre all’ ascolto che hanno ottenuto dall’ Amministrazione. Se e
come si informino i cittadini circa la loro operatività : incontri,
volantinaggio, utilizzo di bacheche, giornali, blog, forum …
Fatte queste verifiche, sulla scorta dei risultati si potrà provvedere
alle modifiche del caso al regolamento. A mio parere, tre saranno comunque i
provvedimenti da adottare. Il primo, indispensabile per dare loro una qualche
credibilità, è l’innalzamento del quorum per la validità delle elezioni:
ai tempi in cui se ne discusse, proposi di adottare una percentuale a due
cifre, di cui la prima diversa da 1 (uno). Venne bocciata, ritenendo già fin
troppo alta quella adottata, valutabile in un 4% scarso. Il che la dice lunga
sul previsto livello di coinvolgimento dei cittadini. Il secondo, che credo si
possa ritrovare, seppur “fra le righe”, al punto 7.2 del Programma di Governo
2009-2014, laddove si tratta di piano di
comunicazione e periodici comunali, i CDQ debbono richiedere, e
l’amministrazione mettere a disposizione, uno spazio informativo. A dire il
vero, questo spazio già esiste, seppure non creato dall’ Amministrazione, e
forse per questo non gradito e non utilizzato dai vari CDQ “ufficiali” (in
pratica, vi si trovano solo articoli del nostro, che però è spontaneo): il
periodico Collegno Quartieri. La terza, decisamente importante, è che a tutte
le segnalazioni o richieste deve essere data risposta, sia essa positiva che
negativa, e questa risposta debba essere comunicata ai cittadini. Questo terzo
punto mi pare, da quanto si mormora, essere la principale fonte di grande
delusione da parte di quei volontari che nell’ “operazione CDQ riconosciuti” si
sono lanciati con entusiasmo e speranza, e che ora si interrogano – e
interrogano l’ Amministrazione -
sull’utilità dei CDQ. Sarà forse questa la motivazione che ha portato a
voler ridiscutere il regolamento? Non credo, avendo il presidente Mellace già
avanzato la proposta mesi fa. Ma che possa aver impresso un’accelerazione alla
discussione, non lo escludo.
Nota non di poco peso: tenendo maggior conto delle richieste dei
Comitati, si potrebbero anche sfoltire le lunghe liste di attesa di argomenti
di più ampio respiro che ora affliggono gli OdG del Consiglio Comunale,
evitando di portare in quella sede argomenti quali raddrizzamento di pali,
lampade fulminate o rappezzi di manto stradale.
Senza l’accoglimento di queste proposte, non ha senso continuare il discorso:
più agilmente possono operare i “vecchi” spontanei, senza i tanti vincoli
burocratici che vengono fissati dal regolamento, e che personalmente ritengo
non essere, in pratica, osservati. Amara considerazione: tanto i risultati sono gli stessi.
A meno che lo scopo dell’operazione sia, come mi è parso, pur con parole
diverse, abbia auspicato nel suo intervento in Consiglio un autorevole
esponente della maggioranza, allevare futuri candidati al ruolo di consiglieri
comunali.
Paolo Perotto