Come in ogni consiglio comunale che si rispetti, anche in quello di giovedì scorso non ho potuto fare a meno di divertirmi un po' per le assurdità che saltano fuori quando meno te lo aspetti.
Questa volta, essendo ormai la produzione di delibere di qualche interesse ridotta al lumicino per un'amministrazione che ormai sta in standby da più di un anno, le carinerie sono venute dalle mozioni elettoralistiche presentate dal Pd e dalla Lega Nord.
Pur di accusare Grillo di amicizie con i fascisti, il capogruppo del Pd ha presentato una mozione che avrebbe dovuto mettere in risalto l'antifascismo militante doc del suo partito, ma che alla fine si è dimostrata tanto ridicola da doverla ritirare.
Qualcuno nei mesi scorsi ha scoperto, non si sa bene dove e a che pro, che nel lontano 1931 Mussolini diede ordine che in ogni città o paese del regno dove non esistesse già una via intitolata a Roma si dovesse correre ai ripari. Non per omaggiare la città eterna in quanto tale ma come atto celebrativo della marcia fascista su Roma. Come sopportare un simile affronto nella città medaglia d'argento al merito civile della Resistenza? L'antifascista duro e puro non si è fermato neppure davanti al fatto che la via Roma collegnese fosse preesistente alla marcia fascista. All'antifascismo da parata poco importa la scoperta, perchè al cittadino che si fosse avventurato nella via medesima sarebbe sempre potuto sorgere il dubbio. Ecco perchè in tutti questi anni abbiamo visto uomini e donne di ogni età e condizione sociale stazionare indecisi davanti alle targhe di via Roma con faccia interrogativa. Sarà la Roma della marcia o la Roma capitale d'Italia si chiedevano incerti. Questo il dubbio amletico che li turbava. Ecco, dunque, proprio per evitare tutto ciò che il consiglio comunale avrebbe dovuto impegnare l'amministrazione ad aggiungere su ogni targa di via Roma la scritta fugatrice di ogni dubbio: ROMA, Capitale d'Italia!
La Lega Nord invece nella sua gagliarda vocazione padana ha presentato un ordine del giorno con la richiesta di dimissioni di Mario Monti da senatore a vita per immoralità manifesta. Ora davvero tutto si può dire di Monti, ma che sia immorale solo perchè non ha mantenuto fede alla promessa di non candidarsi, detto dalla Lega che in quanto a moralità dei suoi senatori e deputati padani è tutto detto.
Il Pd si è dissociato da tale richiesta, ma allo stesso tempo ha ricordato che in verità Monti si era impegnato a non intralciare il fulgido cammino di Bersani e poi all'ultimo minuto, invece ...
Per quanto mi riguarda sia politicamente che personalmente come insegnante in pensione Monti non mi rappresenta per niente, ma i partiti e i loro supporters devono proprio avere una bella faccia di bronzo a voler addossare a lui la responsabilità di tutti i nostri mali.
Anch'io come tutti mi sono chiesto chi glielo ha fatto fare a scendere dagli scudi su cui lo avevano messo per gettarsi nella mischia. L'unica risposta che sono riuscito a darmi è che in questo anno di governo, avendo conosciuto da vicino le forze politiche e la loro incapacità a compiere le scelte e le riforme necessarie a farci uscire dalla crisi profonda in cui siamo piombati, ha deciso di gettarsi nella mischia per provarci lui sacrificando le rosee prospettive a cui era destinato se fosse stato fermo e ossequioso ai margini dello scontro elettorale. Se fosse così, meriterebbe tutta la nostra ammirazione anche se la sua impresa appare non solo disperata ma anche un tantino presuntuosa.
In ogni caso il consiglio comunale ha giustamente bocciato l'ordine del giorno.
Giovanni Lava