Ci si aspettava il botto e il botto è stato. E che botto! Un calcio nel sedere come proprio ci voleva. Un calcio non solo alla malapolitica ma anche all'arroganza di una casta tanto incapace quanto inamovibile. Vi racconto perchè a pochi giorni dal voto ho rotto gli indugi e ho deciso di votare Grillo sia alla camera che al senato.
Come lista CIVICA locale nata per occuparsi di Collegno abbiamo convenuto di non dare indicazioni di voto per rispetto dei cittadini che ci danno una mano e che esprimevano istanze molto diverse tra loro. C'era chi si preoccupava comunque della governabilità del paese, chi di non far vincere ancora una volta il caimano, alcuni poi pensavano di appoggiare la lista di Ingroia per affinità con gli ecologisti che aderivano a quel raggruppamento. Tra questi, mai convinto del tutto, c'ero anch'io. Almeno alla camera pensavo di votare Rivoluzione Civile. Ma negli ultimi giorni della campagna elettorale mi sono convinto che il mio voto sarebbe stato sprecato per una causa che comunque non era la mia. L'armata Brancaleone capeggiata da Ingroia rappresentava un pezzo di quella politica tanto inamovibile quanto improduttiva di cui almeno io volevo volentieri fare a meno. Ad ascoltare le dichiarazioni di Ingroia ieri sera, un'imitazione dell'imitazione che di Ingroia fa Crozza, mi hanno reso ancora più felice di non averlo votato. Ma lo avete sentito? la colpa del suo insuccesso è di tutti tranne che di se stesso. Un vittimismo da parte di chi davvero non ha capito un fico secco (non voglio utilizzare parolacce) e che si propone non di ritirarsi umilmente dalla scena, chiedendo scusa agli italiani, ma si dice pronto ad insistere. Ma mi ha convinto a votare Grillo ancor di più la sensazione che era a portata di mano la possibilità anche a Collegno di dare il giro al tavolo di una consorteria politica apparentemente inamovibile. Una sensazione che si è fatta sempre più forte mentre passavano i giorni e l'appuntamento elettorale si avvicinava.
E il Pd? Se non ci fossa da piangere ci sarebbe da ridere. Davanti agli instant poll il solito giovanotto con la faccia da schiaffi ripeteva in tv il mantra di questi mesi: siamo il più grande partito. Ma dove vivono costoro? Sulla luna evidentemente. Personalmente non ho mai toccato prima con mano così distintamente il crescere a vista d'occhio di un'onda di ribellione alla solita polpetta, onda fortissima, mai come questa volta. Loro no, non si erano accorti di nulla e già erano lì a dividersi i posti. Pensavano a D'Alema come presidente della Repubblica. E la Bindy? L'avete vista l'altra sera con il giornalista di Report? Un partito pieno di zombi. Devono dire solo grazie al porcellum se riempiranno comunque la camera con i loro possenti culi. Nonostante ciò oggi sono felice dei risultati. Per un pelo non ha vinto di nuovo Berlusconi e questo sarebbe stato davvero una sciagura troppo grande, ma ora la governabilità del paese passa necessariamente attraverso la presa di considerazione delle istanze che condividiamo con il Movimento 5 Stelle. In alternativa facciano pure la grande ammucchiata e vediamo quanto durano. Il più grave torto del Pd? Il non aver capito di quanto la misura fosse colma. Non ci posso pensare agli sbeffeggiamenti fatti a Renzi che ci voleva provare a cambiare qualcosa.
Dal Movimento 5 Stelle ci separano alcune cose, ma certamente gran parte delle loro istanze e proposte sono anche le nostre.
E Collegno? La Stalingrado rossa? Beh, se mi avessero detto che il Pd sarebbe diventato il secondo partito alla Camera ( 30,60 % contro il 32,39 %) non ci avrei creduto. Invece è proprio così. Sono curioso di vederli in consiglio comunale ...
Tsunami ... mai previsione fu più azzeccata!
Giovanni Lava