Alberate e censimento. Era da prima di Natale, dal giorno in cui la delibera è stata approvata, che il fuoco covava sotto la cenere, ora è divampato allo scoperto con una lettera al sindaco del circolo di Legambiente di Collegno e con una nota che contesta in toto la delibera con cui si dà l'incarico del censimento al collegio dei periti agrari e dei periti agrari laureati per una spesa di 120 mila euro in tre anni.
La lettera lamenta soprattutto il fatto che mentre la Consulta per l'ambiente stava lavorando al progetto con la collaborazione della Facoltà di agraria, la giunta senza coinvolgere la consulta ha approvato una delibera su proposta dell'assessore Pirrello che affidava al collegio dei periti il compito di svolgere il censimento. Solo il giorno prima dell'approvazione il progetto è stato presentato in commissione ambiente, senza come sempre lasciare alcuna possibilità di interferire.
Ma la delibera viene contestata anche nella sua legittimità tanto da chiederne il ritiro. Nella richiesta infatti si sostiene che: "
Nel documento
approvato, tuttavia, mancano le indicazioni relative ai costi delle singole
azioni, di natura molto diversa, e della acquisizione di beni e servizi da
soggetti diversi (il Collegio dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati, i
professionisti privati). Ne consegue che l’importo di 120.000,00 euro sembra
avere la natura di offerta economica forfettaria formulata dal Collegio,
piuttosto che quella di previsione di spesa.
Alla luce di quanto indicato
nelle premesse, nel dispositivo e nella bozza di convenzione, il contenuto
dell’atto sembra essere l’affidamento al Collegio delle attività descritte, per
un importo forfettario complessivo di 120.000,00 euro: se così va inteso, ciò
costituisce vizio di competenza, in quanto la Giunta è competente ad autorizzare le attività e la spesa
presunta, ma non ad individuare il fornitore delle attività medesime, essendo
il procedimento relativo di stretta competenza dirigenziale, anche nel caso che
si ritenesse di procedere mediante affidamento diretto sopra soglia (50.000
euro al netto dell’I.V.A.) che potrebbe essere legittimo nel caso che solo il
soggetto individuato si ritenga in grado di fornire i servizi richiesti".
Ora si attendono quei chiarimenti che sono mancati prima. Per quanto ci riguarda come CIVICA, pur apprezzando le buone intenzioni di rendere le alberate di Collegno un soggetto conosciuto e salvaguardato meglio di quanto sia stato fatto fino ad ora, riteniamo più che doveroso l'annullamento della delibera come chiesto da Legambiente e il vaglio del progetto da parte della Consulta dell'ambiente prima di qualsiasi ulteriore decisione. Per questo oggi stesso presenteremo un'interrogazione per chiedere tutto ciò, cosa che peraltro avevamo fatto in commissione senza essere ovviamente ascoltati.
Giovanni Lava
Di seguito i due documenti protocollati in Comune.
Collegno, 18 Febbraio 2013
Al Sindaco del Comune di Collegno
Agli Assessori
Ai Consiglieri
Oggetto: Gestione del verde urbano a Collegno
Gentilissimi,
il circolo DORAinPOI
di LEGAMBIENTE sente la necessità di intervenire sul tema della gestione degli
spazi verdi di proprietà pubblica presenti nel territorio comunale.
Come ben sanno coloro
che, negli uffici tecnici, si occupano della materia, il tema è molto sentito dalla comunità collegnese.
La vegetazione in
ambito urbano è presidiata con attenzione crescente perché assicura nicchie di
ambiente naturaliforme ma anche oasi di relax e di gioco. Il piacere di avere
alberi e fazzoletti di prato vicino a casa è condiviso da molti concittadini. Non
a caso anche in seno alla Consulta per l’ambiente del Comune di Collegno un
gruppo di lavoro si è dedicato a questo specifico tema.
Reputiamo, però, che
l’amministrazione gestisca il tema della manutenzione del verde isolatamente,
non rispondendo alle sollecitazioni provenienti dai cittadini e da quanti hanno
particolarmente a cuore il suo valore.
L’abbattimento delle
piante è un’esigenza ineluttabile in presenza di patologie o di situazioni
fisiche che ne compromettono la stabilità, comportando rischi per le persone e
le cose. Ma per le modalità con cui si è proceduto in questi anni alla loro
realizzazione, senza preavviso agli abitanti del quartiere, e per la poca attenzione
alla cura ordinaria delle piante, agli interventi di prevenzione delle
patologie e al loro risanamento, l’adesione al sistema di manutenzione è venuta
via via riducendosi.
Il mancato
coinvolgimento della Consulta dell’Ambiente nella progettazione del nuovo piano
di manutenzione del verde ha confermato tale convinzione. Mentre alcuni
cittadini si stavano prodigando per elaborare un progetto, con la
collaborazione dell’Università, partecipando persino ad un convegno nazionale
tenutosi recentemente sull’argomento, l’amministrazione procedeva senza
informare sulla direzione in cui si stava procedendo. E’ stupefacente che un
organo consultivo del Comune che sta lavorando su questa tematica, con
competenza e approfondendo le esperienze di realtà diverse, non venga informato
dei criteri di progettazione e che le proposte da esso formulate non vengano
tenute in considerazione. La Consulta , infatti, è stata invitata alla presentazione del
progetto a cose fatte, senza possibilità di effettuare domande o proporre
alternative. L’amministrazione ha proceduto a deliberare il progetto ignorando
il documento presentato contestualmente a dicembre dalla Consulta.
Inoltre, in merito a tale deliberazione sono stati
rilevati elementi formali, sulla sua regolarità amministrativa e nel merito,
che costituiscono oggetto di separata richiesta di annullamento dell’atto.
Il circolo DORAinPOI,
facendosi portavoce di un sentire comune di molti cittadini collegnesi, chiede
al Comune che si dia maggiore attenzione al verde urbano, garantendo attività
manutentive costanti e diffuse, ed alla comunicazione e condivisione degli
indirizzi operativi, prima che questi diventino interventi esecutivi.
Cordiali saluti
Nadia VIGNALE
Presidente Circolo
Dora in Poi
Collegno, 18 Febbraio 2013
Al Sindaco del Comune di Collegno
Al Segretario Comunale
Agli Assessori
e p.c. Alla
Commissione Ambiente del Consiglio Comunale
Oggetto:
Richiesta annullamento deliberazione della Giunta Comunale n. 378/2012
La deliberazione
della Giunta Comunale n. 378/2012 indica, nelle premesse iniziali, le esigenze di
eseguire un censimento del patrimonio arboreo cittadino ai fini della stesura di
un programma di manutenzione e l’analisi del patrimonio arboreo del Parco della
Certosa e del Villaggio Leumann assoggettato a vincolo e definisce i tempi di
esecuzione delle attività.
Nel merito della
deliberazione si sollevano riserve sulla legittimità dell’atto che vengono di
seguito esposte.
Organo
competente
Nel documento
approvato, tuttavia, mancano le indicazioni relative ai costi delle singole
azioni, di natura molto diversa, e della acquisizione di beni e servizi da
soggetti diversi (il Collegio dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati, i
professionisti privati). Ne consegue che l’importo di 120.000,00 euro sembra
avere la natura di offerta economica forfettaria formulata dal Collegio,
piuttosto che quella di previsione di spesa.
Alla luce di quanto indicato
nelle premesse, nel dispositivo e nella bozza di convenzione, il contenuto
dell’atto sembra essere l’affidamento al Collegio delle attività descritte, per
un importo forfettario complessivo di 120.000,00 euro: se così va inteso, ciò
costituisce vizio di competenza, in quanto la Giunta è competente ad autorizzare le attività e la spesa
presunta, ma non ad individuare il fornitore delle attività medesime, essendo
il procedimento relativo di stretta competenza dirigenziale, anche nel caso che
si ritenesse di procedere mediante affidamento diretto sopra soglia (50.000
euro al netto dell’I.V.A.) che potrebbe essere legittimo nel caso che solo il
soggetto individuato si ritenga in grado di fornire i servizi richiesti.
Individuazione
del partner/fornitore e contenuti
Nella giurisprudenza
relativa all’affidamento di beni e servizi da parte di P.A. è previsto che Enti
Pubblici possano stipulare accordi diretti per la realizzazione di obiettivi di
mutuo interesse, senza il confronto concorrenziale reso obbligatorio, al di sopra
dell’importo di 50.000,00 euro, dal Codice dei Contratti; la “ratio” di questa
facoltà è che, nel mantenere in ambito pubblico una qualunque attività, si
“risparmia” la quota di profitto spettante all’impresa e si garantisce
affidabilità dei risultati, oltre ad escludere a priori l’esistenza di
conflitti di interesse.
Nel caso in specie,
tuttavia, va considerato che il Collegio non è propriamente un Ente Pubblico,
ma un Ente di diritto pubblico. Come tutti gli altri Ordini professionali, è un
soggetto privato con finalità di interesse pubblico rappresentate dalla
funzione di governo di una categoria professionale a cui possono essere
demandati atti giuridicamente rilevanti; sono attribuite al Collegio la cura dell'osservanza
delle disposizioni concernenti la professione, la tutela del titolo di Perito
agrario, la tenuta dell'albo e il perfezionamento tecnico e culturale degli
iscritti. Il Collegio ma non ha facoltà di svolgere specifici servizi a
carattere professionale, che competono, invece, ai suoi iscritti.
Ne consegue che,
nella fattispecie, se il Collegio fosse remunerato, esso agirebbe non tanto
come partner tecnico del Comune in una operazione di mutuo interesse, ma
piuttosto come fornitore di servizi controprestazione, ovvero con pagamento di
un compenso.
A questo riguardo, si
rileva che nel dispositivo non si accenna in alcun modo al Collegio, il quale
viene indicato come partner solo nell’allegato.
La deliberazione non
chiarisce come si sia giunti alla determinazione dell’ammontare complessivo
della spesa e quali siano gli importi parziali relativi alle diverse attività
previste. Anche nella bozza di convenzione non è indicato, né esplicitamente
escluso, che il Collegio debba percepire un compenso e, nel caso, il relativo
importo, a fronte delle attività svolte; non è infatti possibile evincere quale
sia il valore assegnato alle attività di supporto per l’individuazione dei
professionisti e alla fornitura di software e hardware.
La lettura della deliberazione
e della bozza di convenzione, quindi, non consente di capire se le diverse attività
attribuite al Collegio siano svolte a titolo gratuito o se costituiscono
fornitura di beni e sevizi.
Se le funzioni del
Collegio sono svolte a titolo gratuito, la disponibilità ad operare
gratuitamente dovrebbe essere esplicitata nel dispositivo e l’intero ammontare
dei 120.000,00 euro sarebbe impiegato esclusivamente per i contratti con i
Professionisti e per le spese vive, a cui il Comune provvederebbe con propri
atti, utilizzando il budget definito. Il Collegio, in questo caso, potrebbe prendere
parte alla Commissione comunale designata all’individuazione dei professionisti,
fornire senza onere per l’amministrazione l’hardware e il software necessario e
potrebbe occuparsi autonomamente di selezionare i tirocinanti.
Se il Collegio
percepirà compensi per le attività di progetto, questi compensi vanno anzitutto
definiti e motivati sulla base di parametri oggettivi e, nel caso essi superino
il limite stabilito dal Regolamento disciplinante le acquisizioni di beni e
servizi in materia di affidamenti diretti, sarà
necessario richiedere altre offerte, in quanto pare priva di fondamento la
sottintesa inesistenza di altri possibili fornitori. Il Collegio, certamente in
grado di svolgere le funzioni e le attività prefigurate nella deliberazione
della Giunta Comunale, non è l’unico soggetto di Diritto Pubblico esistente idoneo
a realizzare quanto richiesto, dal momento che anche l’Ordine dei Dottori
Agronomi e Forestali è in grado di assicurare prestazioni di alta competenza. Il Comune potrebbe, inoltre, avvalersi della
Facoltà di Agraria (Dipartimento Colture Arboree). A tal proposito l’articolo 66 del decreto del
Presidente della Repubblica n. 382 dell’11 luglio 1980, dispone che le
Università possono eseguire attività di ricerca e consulenza stabilite mediante
contratti e convenzioni con enti pubblici affidandone l’esecuzione ai
dipartimenti.
In merito alla
realizzazione di un Data Base associato ad un sistema informativo territoriale,
che il Collegio si è reso disponibile a fornire al Comune, non è chiaro se
venga fornito a titolo gratuito o a fronte di un corrispettivo. Va rilevato che
il Comune avrebbe già in dotazione dei GIS che potrebbero supportare i
programmi specificatamente dedicati a questo progetto. In una visione di
ottimale e razionale gestione della spesa pubblica e di coordinamento delle
informazioni necessarie alla gestione del territorio, va accertato se tali
sistemi sono utilizzabili allo scopo.
Questa considerazione
diventa elemento determinante di scelta qualora, con la deliberazione, si
intendesse procedere all’acquisto del software, senza ignorare il fatto che è
possibile disporre di altri sistemi gratuiti presenti in rete o richiedere la
disponibilità a titolo gratuito di programmi messi a punto da Enti Pubblici e
Università o verificare il costo dei pacchetti offerti dal CSI.
Il progetto prevede
la realizzazione ex novo del censimento, ma l’amministrazione ha realizzato
pochi anni or sono una rilevazione delle alberature cittadine: le informazioni
in esse contenute necessitano di aggiornamento ma possono costituire una banca
dati iniziale che potrebbe ridurre le spese di esecuzione dei rilevi. Né la
deliberazione né la convenzione fanno cenno alla valorizzazione delle
informazioni già detenute dal Comune.
Per la selezione dei
professionisti che saranno incaricati di eseguire i rilievi, affiancati dai
tirocinanti, si desume che la bozza di convenzione faccia riferimento ai soli
tecnici iscritti al Collegio dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati. Ma
la competenza per lo svolgimento di questo tipo di attività si estende ai
Dottori Agronomi e Forestali che non possono essere esclusi dal procedimento di
selezione: pertanto l’invito a partecipare al procedimento di selezione dovrà
essere trasmesso anche ad essi.
L’individuazione dei
professionisti incaricati dovrà avvenire necessariamente con procedura ad
evidenza pubblica che tenga conto delle specifiche competenze nell’ambito
considerato. L’atto di affidamento di incarico deve essere conforme ai criteri di
economicità, efficacia, pubblicità e trasparenza che disciplina l’attività
amministrativa.
Le norme del diritto
dell’Unione in materia di appalti pubblici non sono applicabili ai contratti
che istituiscono una cooperazione tra enti pubblici finalizzata a garantire
l’adempimento di una funzione di servizio pubblico comune a condizione che
tali contratti siano stipulati esclusivamente tra enti pubblici, senza la
partecipazione di una parte privata, che nessun prestatore privato sia posto in
una situazione privilegiata rispetto ai suoi concorrenti, e che la cooperazione
da essi istituita sia retta unicamente da considerazioni ed esigenze connesse
al perseguimento di obiettivi d’interesse pubblico.
Tutto ciò premesso,
per i rilievi sopra esposti comprovanti diversi elementi di inopportunità e di
eventuale illegittimità dell’atto, si chiede alla Giunta del Comune di Collegno
di annullare, in sede di autotutela amministrativa, la deliberazione della
Giunta Comunale n. 378/2012.
Rimanendo in attesa
di un sollecito riscontro, porgo distinti saluti.
Nadia VIGNALE
Presidente Circolo
Dora in Poi