Il tetto della Maria Barbero da rifare dopo poco più di 10 anni
Ultima spiaggia, un governo del presidente
Nausea e smarrimento. E' con queste sensazioni che riprendo a scrivere su questo blog. Sono giorni che ci provo, ma la fatica è sovrumana. E non dipende tanto dalla lunga pausa, quanto da ciò che accade intorno a noi. Non ci sono parole. Le parole sono tutte consunte.Il nostro paese è sempre più una maionese impazzita. A tener banco per tutto agosto è stata la manovra, anzi le manovre. Il tutto ha avuto inizio con la improvvisata conferenza stampa alla vigilia di Ferragosto quando dei compunti Berlusconi e Tremonti sono apparsi finalmente consci, obtorto collo, del fatto che la verità non poteva più essere negata: la situazione è fuori controllo e bisogna correre ai ripari. Altro che "l'Italia è uscita dalla crisi prima e meglio degli altri" come hanno ripetuto come un mantra per anni. Subito però è iniziata una pagliacciata senza fine, ogni giorno un colpo di scena, con provvedimente improvvisati, costruiti ad hoc per evitare che chi si è arricchito in questi anni di malaffare, paghi la sua parte. La crisi devono pagarla i soliti noti. Non si intravvede uno straccio di riforma strutturale capace di avviare un vero risanamento con un rilancio dell'economia e del paese tutto. La natura dei provvedimenti e la pantomima del proporre un giorno e fare marcia indietro il giorno dopo ci hanno mostrato un governo, se ce ne fosse stato ancora bisogno, non solo incapace ma composto per lo più da incompetenti. Il giorno dopo il ritiro del cosiddetto contributo di solidarietà, Berlusconi osa affermare: "E' fatta, siamo riusciti a non mettere le mani in tasca agli italiani". Come se una manovra da 45 miliardi di euro tra tagli e maggiori entrate non fosse un prezzo che pagano gli italiani sotto forma di maggiori tasse e minori servizi, quindi maggiori costi. In realtà B. non mentiva, perchè quando lui parla di "italiani" non si riferisce al popolo italiano nel suo complesso, ma solo a quella parte di italiani che viaggia in Suv, possiede almeno un conto all'estero, barche e ville, non paga le tasse e ha un reddito che supera almeno i 100 mila euro annui. Al di sotto di quella cifra che italiani sono? Per B. non meritano alcun riguardo e non vanno neppure considerati italiani! E che dire dei leghisti? Sono ormai dei veri e propri pataccari: si accontentano e ci dispensano solo patacche. Si pensi al provvedimento che di colpo cancellava il riscatto della laurea e del militare. Pare che Calderoli lo avesse accettato perchè convinto che riguardasse solo cittadini del Sud. Così mentre i capitali cosiddetti "scudati" non potevano essere ritassati, perchè lo Stato aveva sottoscritto un impegno che non poteva essere disatteso, chi aveva riscattato la laurea o il militare in base ad una legge dello Stato, poteva tranquillamente essere scippato di un proprio diritto come nulla fosse. E il ministro Sacconi che era convinto che lo scippo riguardasse "solo" 80 mila cittadini, quando invece pare si trattasse di più di 600 mila? Dilettanti allo sbaraglio. E non è ancora finita. Ora vogliono sanare i conti con la lotta all'evasione fiscale! Meritano una sonora pernacchia. Infatti non solo sono anni che ce la menano con la lotta all'evasione fiscale e questa cresce invece che diminuire, ma cosa dire quando la Corte dei Conti attesta che solo l'11% dell'evasione accertata viene poi effettivamente riscossa dagli evasori? Siamo di fronte ad uno Stato colabrodo, dove davvero non si capisce come ancora non sia stata dichiarata la bancarotta. Ma se Atene piange, non è che Sparta ride. Le opposizioni continuano ad andare in ordine sparso e le loro ricette paiono timide, molto timide. Per paura di perdere il consenso nessuno osa davvero dire la verità agli italiani, e cioè che si è vissuti tutti al di sopra delle possibilità, che con la globalizzazione non c'è più trippa per gatti e che per mantenere il benessere di cui si è goduto tutti finora ci si è mangiato il futuro dei nostri giovani e che non ce n'è più neppure di quello. Bisogna trovare da una parte enormi risorse per risanare il debito pubblico e dall'altra altrettante risorse per investire e dare un futuro al paese e ai giovani e allo stesso tempo garantire un livello decente di stato sociale. Qualcuno pensa davvero che il conto lo paghino Berlusconi e i suoi sodali? Che basta far pagare le tasse ai ricchi, lasciando immutati gli sprechi e i privilegi, piccoli o grandi che siano? Sicuramente non si potranno continuare a pagare pensioni al di sopra di quanto si è accantonato, e in questa prospettiva una qualche modifica ai riscatti ci potrebbe anche stare, fatto salvi quelli già avvenuti. E gli anni di pensione regalati ai militari (uno su sette)? E gli esoneri dal pagamento dei ticket in base all'età senza tener conto del reddito è qualcosa che ci si può ancora permettere? E l'assegno di accompagnamento dato anche a chi non ne ha bisogno? E lo Stato che continua a far pagare 30 centesimi agli anziani quando effettuano un conto corrente anche se sono miliardari? E' normale tutto ciò? Ma che dire degli appalti per i lavori pubblici? Bisogna continuare con lavori pubblici che costano il doppio, quando va bene, e che durano meno di dieci anni (vedi a Collegno il tetto della casa di riposo Maria Barbero)? L'elenco potrebbe continuare all'infinito. Allora o si mette mano ad un risanamento serio del paese, oppure non ci sarà salvezza. Peccato che all'orizzonte non si vedono progetti politici di tale fatta, tutti si baloccano, facendo l'occhiolino al proprio elettorato e dandogli ad intendere che il conto deve pagarlo certamente qualcun altro. Nell'immediato per far fronte all'emergenza ed evitare il baratro l'unica via di uscita potrebbe essere un governo "Napolitano", un governo del presidente, anche perchè pare essere l'unico in questo momento ad avere il senso della gravità della situazione e l'autorevolezza per chiedere agli italiani lacrime e sangue.
Giovanni Lava