sabato, settembre 10, 2011

Ancora una notte di guerriglia a Chiomonte

NO TAV? E' ORA DI SEPARARE IL GRANO DAL LOGLIO
Probabilmente è anche già troppo tardi per separare l'erba buona dall'erba cattiva.
Se così non fosse (separare il grano dal loglio) non solo la grande battaglia contro la TAV in Valsusa non avrebbe più speranza, ma - se non si prendono le distanze "senza se" e "senza ma" dai facinorosi - si sarebbe complici di una situazione che può fare solo del male non solo alla Valsusa ma al paese tutto. Sono mesi ormai che la lotta anti-TAV è diventata la palestra per tutte le teste calde (per usare un eufemismo) d'Italia. Non credo che a questa gente importi un fico secco della Valle di Susa. Lo dice uno che in Valle ha ricordi, affetti, amicizie e che è fermamente convinto da sempre che la TAV sia un'opera inutile e da contrastare. Uno che non ha cambiato idea. Per quanto in condizioni pietose, però, il nostro paese resta una democrazia e il nostro primo dovere è quello di rispettare le leggi e rifuggire ogni forma di violenza. Mi auguro di sbagliarmi, ma da mesi avverto una situazione che me ne ricorda purtroppo un'altra, quella anni Settanta che fece da lievito ai famigerati anni di piombo. Anche allora all'università e nelle fabbriche la platea era sempre più dominata dai duri e puri. Allora si parlò di "compagni che sbagliano", mentre loro sbagliavano, gli si strizzava l'occhio e gli si dava supporto logistico, credendo di avere a che fare con dei rivoluzionari che si opponevano all'oppressione dello Stato Borghese. E l'oppressione non faceva certo difetto, anzi, oggi le forze dell'ordine sono di gran lunga più democratiche di allora. Si è visto in ogni caso come è andata a finire. Il terrorismo ha ucciso non solo le sue malcapitate vittime, ma anche la grande stagione di riforme e di cambiamento culturale e politico di quegli anni. Io temo che proseguendo su questa china degli scontri con le forze dell'ordine, con questo esercizio muscolare da parte delle teste di c. si uccide il movimento democratico e di massa che negli anni ha manifestato democraticamente contro la TAV.
Nel corso dello sciopero della CGIL in piazza Castello ho assistito ad una scena disgustosa di aggressione verbale al passaggio davanti al presidio NO-TAV della delegazione del sindacato di polizia che sfilava nel corteo. Allora è inutile che Alberto Perino replichi a Maroni (La Repubblica online di oggi): "Nessuna voglia di uccidere, le parole di Maroni sono azzardate e provocatorie. I manifestanti contro l'Alta Velocità in Val Susa vorrebbero piuttosto loro non essere uccisi dato che il vero problema è che si continua a sparare ad altezza d'uomo, anche se si tratta di lacrimogeni. E qualcuno ha già riportato danni al viso. Sarebbe il caso che tutti si impegnassero ad abbassare un po' i toni". Sarebbe il caso anche che i vari Perino oltre ad essere i primi ad abbassare i toni facessero una cosa sola: cacciare a pedate chi viene in Valle di Susa per esercitarsi a fare il rivoluzionario di complemento. Perchè non si venga a dire che quelli che attaccano le forze dell'ordine sono delle minoranze che nulla hanno a che fare con la popolazione in lotta. Certo quasi tutti non sono dei valsusini, ma qualcuno li accoglie, li coccola, li assiste, gli fa da supporto logistico. Invece in Valle di Susa oggi ci vorrebbero tanti Guido Rossa capaci di denunciare e cacciare chi con la lotta pacifica di un popolo non ha nulla a che fare. Sempre che gli stia davvero a cuore il futuro della Valle. Se invece pensano che la TAV si fermi con la violenza, probabilmente la Storia del nostro paese non gli ha insegnato proprio nulla.
Allora, fermate i violenti prima che sia troppo tardi, fategli capire che è ora che vadano ad "esercitarsi" da un'altra parte. E' tempo che la popolazione provi a riprendersi la propria lotta di cui sempre più viene espropriata.
Giovanni Lava