Casette superstiti in via Audifredi a Borgonuovo
Per alcuni la variante danneggerebbe le piccole proprietà
Che ci fossero degli interessi dietro le norme del piano regolatore che consentivano e consentono ancora in ampie zone della città la distruzione del tessuto urbano storico costituito da casette con giardino era noto. Che questi interessi fossero a favore dei piccoli proprietari delle casette ...
... come sostengono alcuni è tutto da dimostrare. Dopo l'approvazione della variante parziale n° 13 al piano regolatore che limita la possibilità di edificazione negli ambiti classificati come "case basse" e "case e lavoro", norma che abbiamo ritenuto un suncesso di CIVICA, subito sono arrivate le critiche, alcune scontate, altre a dire la verità meno. Ci hanno accusato di aver depauperato i proprietari di queste case di un valore del 30/40 per cento, di essere dei difensori del passato e nemici dell'ammodernamento energetico delle stesse, e così via.
In realtà con la nostra iniziativa abbiamo favorito una decisione della maggioranza amministrativa della città che forse fa pardere qualche affare ai professionisti e agli speculatori che hanno massacrato Collegno da dieci anni a questa parte, facendone calare decisamente la qualità e quindi il valore degli stessi immobili di chi vuole a Collegno continuare a vivere. Infatti il plusvalore delle abitazioni che a Collegno in questi anni si è registrato, è stato tale solo per chi ha deciso di monetizzarlo, mentre è stato un danno per chi è rimasto ad abitare qui. Case che si sono viste togliere il sole da palazzoni, strade dove è diventato difficile trovare un parcheggio, traffico sempre più convulso, qualità dell'aria peggiorata e così via. La speculazione ha favorito solo i costruttori e chi ha deciso di andare a vivere da un'altra parte.
Da perizie effettive e non immaginarie, è emerso che il proprietario di una casetta che decidesse di vendere ad un'impresa per farla abbattere per realizzare un condominio in effetti potrebbe a seconda dei casi spuntare un prezzo superiore di un 20 o 30 per cento ad una vendita della casa ad una famiglia che vorrebbe abitarla così com'è. Ma si tratterebbe di un vero affare? Se la vendita comporta un trasferimento lontano da Collegno, può anche avere un senso, ma se la vendita comporta il fatto di riservare per sè un appartamento e mettere il resto in banca, tra peggioramento della qualità dell'abitato e inflazione o investimenti finanziari tutt'altro che sicuri probabilmente il gioco non vale la candela.
In una prospettiva futura (allungamento della metrotopolitana verso Rivoli, treni per la Valle Susa finalmente efficienti e con orari europei) con la diminuzione del traffico di attraversamento, una casetta o villetta al centro di Collegno in una metropoli a vocazione turistica consolidata rappresenterebbe un capitale di altissimo valore. C'è chi addirittura ha invocato i figli depauperati dell'eredità per condannare la variante approvata. A mio avviso i figli sarebbero depauperati proprio dalla distruzione di questa tipologia di case, non dalla loro conservazione.
Infine c'è anche chi ha invocato la neccessità di un ammodernamento energetico come motivo valido a buttare giù tutto e costruire dei bei condomini moderni ed efficienti dal punto di vista energetico. Peccato che finora che le casette sono state buttate giù il bilancio energetico ha continuato ad essere favorevole alle casette parsimoniose e non ai condomini spreconi (si pensi solo ai gradi di calore in casa a volte superiori anche di cinque o sei punti nei condomini).
Un'ultima considerazione va fatta su a chi va il merito o il demerito della variante. Come CIVICA abbiamo esultato per la variazione relativa alle case basse, ma abbiamo anche avanzato molte critiche verso un intervento che abbiamo definito timido e tardivo. Non possiamo non riconoscere però che senza questa piccola svolta da parte del sindaco e della maggioranza il nostro voto singolo in Consiglio avrebbe ottenuto ben poco. Bene ha fatto il sindaco a emettere il seguente comunicato . Quello che è di Cesare va dato a Cesare. L'augurio di CIVICA è che questo possa essere solo un primo passo verso una revisione strutturale del piano regolatore che vada a ridurre l'indice medio di cubatura oggi consentito, ben sapendo che le forze che vi si oppongono sono potenti e agguerrite.
Giovanni Lava