Discarica di Cassagna
Discarica o impianto di compostaggio la causa? Forse entrambi
Buffet di lusso a metà mattina per tutti e pranzo per i Vip a fine visita dell’impianto. Era partito così con le fanfare l’impianto di compostaggio Punto e Ambiente di strada Cassagna a Druento a fine settembre 2009. Pochi mesi dopo è nella bufera a causa delle puzze che ammorbano il territorio circostante nei comuni di Druento, Pianezza e Collegno. Ma non si esclude che la causa dei cattivi odori possa venire dalla vicina discarica, sempre in strada Cassagna, ma sotto Pianezza. Con molta probabilità entrambi gli impianti concorrono allo spiacevole fenomeno. Infatti nella discarica dopo la chiusura di Basse di Stura vengono conferiti dallo scorso 1° gennaio anche i rifiuti di Torino. La raccolta differenziata dell’organico a Torino copre solo il 50 per cento del totale dei rifiuti, quindi è facile che contribuisca al fenomeno delle puzze.
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Ma cosa non ha funzionato nell’impianto di compostaggio che era stato garantito come assolutamente incapace di produrre cattivi odori? Una parte della spiegazione sta in un avvio convulso dell’attività che ha portato l’impianto senza un sufficiente collaudo e dosaggio al massimo della sua potenzialità con il trattamento di ben 4500 tonnellate di organico al mese, il massimo. Un po’ d’imperizia e la penuria di un elemento fondamentale del processo quale lo strutturante ha fatto il resto. Lo strutturante è un elemento indispensabile alla diffusione dell’aria nei rifiuti organici per lo sviluppo dei ceppi batterici che operano il processo aerobico del compostaggio. Ma cos’è questo strutturante? Nient’altro che ramaglie, paglia, trucioli di legno, segatura e ogni materiale di origine legnosa, che triturato e miscelato permette ai batteri di lavorare bene. Dopo le proteste il Cidiu da cui dipende il ciclo dei rifiuti impianti compresi sta correndo ai ripari con la promessa che l’inconveniente sarà risolto quanto prima e comunque prima dell’estate per ovvie ragioni. Intanto pare che le case a Pianezza non si vendano più come prima.
g.l.