UNA PATACCA COSTATA UN MILIONE DI EURO
La TOP affogata in una marea di debiti e finzioni.
L'approvazione stanca e burocratica giovedì scorso del bilancio comunale 2013 ha avuto nella TOP il solo momento davvero "caldo".
Quella della TOP è una storia esemplare di cattiva amministrazione e di sperpero di denaro pubblico. Una storia finita formalmente due anni fa con la sua messa in liquidazione, ma che ha avuto uno strascico nella seduta di bilancio di giovedì scorso per l'ennesima copertura dei suoi innumerevoli debiti: il Consiglio Comunale (la sua maggioranza Pd, IdV e Sinistra per Collegno)) ha staccato un altro assegno da 276.143 euro.
Qualcuno l'ha definita una bella idea gestita male e finita peggio. In realtà, carta canta, si trattava di una bufala già quando fu deliberata la sua nascita il 1/3/1999 e quando tre anni dopo vide la luce il 29 maggio 2002. A scorrere i documenti, risalta l'assoluta distanza tra i grandiosi obiettivi assegnati alla società - agli inizi addirittura una Spa - e la realtà dei fatti.
Nei compiti della TOP vi era la realizzazione del nuovo PIP (Piano degli insediamenti produttivi) lungo la Statale 24. Peccato che quando la società vide la luce, il Pip era già stato realizzato. Così la sua ragione sociale si ridusse alla gestione dell'area del Pip con la riscossione degli affitti degli immobili comunali e poco più, una sorta di amministratore di condominio. Un amministratore di condominio costato molto caro alla collettività.
Il primo presidente della Top, Claudio Milanesio, dopo due anni getta la spugna, dichiarando impossibile una gestione positiva della società e lasciando il testimone nelle mani di Francesco Casciano, che ha appena smesso i panni da assessore della giunta D'Ottavio.
La TOP svolge in allegria il ruolo che in quegli anni veniva assegnato alle partecipate municipali da partiti politici sempre più famelici. Un vero e proprio assalto alla diligenza dello Stato che ha prodotto la crescita tumultuosa del debito pubblico. Le partecipate consentono di ampliare all'infinito la pletora dei politici da sistemare e danno poi la possibilità di praticare azioni discrezionali non consentite direttamente all'ente pubblico.
Per esempio nel nostro caso capita che insieme a Casciano, politico senza più la poltrona di assessore mantenuta per 10 anni, diventi amministratore anche il signor Michele Zaffino, il quale nello stesso momento occupa anche la poltrona di amministratore della cooperativa S&T, di cui è presidente Alberta Pasquero, che vanta una lunga militanza nei Ds-Pd ed è una fedelissima della Bresso, quando questa era presidente della Regione.
Con un piede nella TOP e l'altro nella S&T Michele Zaffino concorre alla decisione di far dare dalla TOP una consulenza alla S&T. La consulenza inizia nel 2005 e dura fino alla messa in liquidazione della società nel 2011, una consulenza che parte da 2500 euro e arriva a superare i 4 mila euro mensili.
Intanto la TOP, che nel frattempo è diventata una Srl con solo capitale pubblico (90% Comune di Collegno e 10% del Cidiu), opera come società privata, così può affidare i lavori commissionati dal Comune a chi gli pare. E se li affida ad amici del sindaco, lo fa certamente a sua insaputa. E può anche assumere chi vuole. Così se la moglie di un consigliere comunale viene assunta, lo viene certamente all'insaputa del marito.
Se poi la TOP dà un incarico all'avvocato che casualmente in quel momento si trova a svolgere la mansione di amministratore della stessa TOP, questo avviene a sua insaputa. Piccoli fatti che concorrono ad una gestione che produce debiti invece che profitti.
Quando poi col passare degli anni gli affittuari non pagano più, le spese crescono e manca un piano industriale o l'affidamento di lavori che non siano quelli dati dal Comune stesso, il quadro economico della società si fa sempre più nero.
Nel maggio 2011, quando la società è già alla canna del gas, l'Accossato decide di correre in soccorso con due contratti, uno per la manutenzione degli edifici comunali e l'altro per le aree verdi, prolungandone così l'agonia e il conseguente aumento del deficit. In sostanza i lavori che il Comune potrebbe affidare ai privati direttamente con le normali procedure di legge, li affida in blocco alla TOP che, non avendo dipendenti in numero adeguato e professionalmente preparati a soddisfare le richieste di intervento, li affida a sua a volta ai privati. Tutto può essere la triangolazione Comune-TOP-privati tranne che rappresentare un risparmio per i cittadini.
Al bilancio negativo concorrono le spese di rappresentanza e il conto di pranzi e cene consumati dagli amministratori a spese della società. O l'acquisto di mezzi che oggi vengono svenduti all'asta a soli 5 mila euro E non crea scandalo se ad un certo punto nel corso dei sei anni di Casciano alla guida della TOP, questi venga eletto coordinatore del Pd, il partito del sindaco che lo ha nominato e rinnovato la nomina alla guida della Top. Un'altra triangolazione di cui si sarebbe fatto tutti volentieri a meno. Il sindaco nel 2010 visti i successi mietuti in questo incarico dal Nostro lo promuove alla guida del Cidiu. (Va anche detto che i collegnesi visti i successi mietuti prima alla TOP e poi al CIDIU hanno pensato bene tre mesi fa di eleggerlo a sindaco della città! n.d.r.)
In definitiva da quando sul finire del 2011 improvvisamente il sindaco decise di chiudere la TOP, il Comune oltre a rimetterci i 100 mila euro di capitale sociale, ha sborsato 255 mila euro lo scorso anno, 276 mila di questo, rimesso i 150 mila euro prestati nel 2009... Secondo la liquidatrice dovrebbero bastare a chiudere la partita, a condizione però che i creditori si accontentino di incassare solo il 50% o poco più di quanto dovuto dalla TOP e se i debitori a loro volta saldano i conti in sospeso. Se non sarà così, e noi scommettiamo che così non sarà, le perdite complessive da ripianare supererebbe ampiamente il milione di euro. Intanto gli 11 dipendenti, 10 a tempo determinato, nonostante la retorica e le promesse della difesa dei posti di lavoro, sono già stati tutti liquidati e lasciati a casa.
Come CIVICA abbiamo votato contro la delibera e la fretta del sindaco, dei funzionari, della liquidatrice di chiudere la partita. Noi avremmo preferito che il curatore fallimentare fosse nominato da un tribunale e non da chi ha tutto l'interesse a che sulla vicenda scenda il silenzio prima possibile. Politici e tecnici in coro hanno sostenuto che l'interesse pubblico è meglio tutelato se si chiude la vicenda in tempi brevi. Noi siamo convinti che non sempre e non in questo caso l'interesse dell'amministrazione della città coincide con gli interessi dei cittadini.
Giovanni Lava