mercoledì, settembre 24, 2014

RIFIUTI: SOCIETA' UNICA METROPOLITANA, RINVIATA LA DELIBERA CHE DICE NO

Un parere negativo che non ci sta bene.
Il Consiglio comunale di Collegno può dire di no alla società unica metropolitana per i rifiuti? Per gli uffici comunali non si può. Negativo è infatti il parere che ha dato il segretario generale alla delibera presentata da CIVICA il 30 giugno scorso, messa all'ordine del giorno del consiglio comunale di oggi mercoledì 24 settembre. Nel corso della conferenza dei capigruppo da più parti è stato chiesto di poter affrontare l'argomento, vista la sua importanza e la poca informazione in merito, all'interno della commissione competente, prima di portarla all'esame del consiglio comunale. Sempre che il sottoscritto fosse d'accordo. Ho accettato la richiesta, ritenendo positivo che si parli più a fondo dell'argomento. Così la delibera è stata rinviata ad altro consiglio comunale.
Intanto però ho dovuto registrare il parere negativo che recita: "Ai sensi dell'art   4 de T U delle leggi sull'ordinamento degli enti loca li D Lgs 267l2000i si  esprime parere di regolarità tecnica contrario relativamente alla proposta di delibera con  identificativo    n. 84 8     d    5  45   18  in quanto   non sussistono i vizi di  legittimità evidenziati   nelle    premesse    della    deliberazione    sulla    competenza  dell'ATOR  alla costituzione di una Azienda Unica Metropolitana e che non si ritiene  possibile che un singolo comune non aderisca alla stessa".

Intanto come CIVICA abbiamo presentato la richiesta che le motivazioni negative siano motivate. Dire che non sussistono i vizi di legittimità ci pare un po' poco. Che ci spieghino anche in base a quali articoli di legge un comune può essere espropriato della decisione se aderire o meno. Ma non basta. A leggere la delibera si vede come gli argomenti per dire no alla società unica metropolitana siano molti. Ma al di là delle questioni tecniche a noi interessano sostanzialmente due cose: a) restituire al consiglio comunale e quindi ai cittadini il diritto di decidere; b) poter aderire alla strategia rifiuti zero;  avviare il superamento del termovalorizzatore; salvaguardare gli interessi pubblici connessi all’ambiente attraverso una riduzione delle quantità di rifiuti indifferenziati destinati allo smaltimento in discarica ed un incremento della raccolta differenziata dei rifiuti urbani ed assimilati.
Senza autonomia organizzativa, gestionale ed economica in materia di rifiuti, gli obiettivi sopra elencati diventano pura utopia.
Giovanni Lava