mercoledì, aprile 24, 2013

Riceviamo e pubblichiamo

L’inceneritore di Torino è contro di noi!
 Nel tardo pomeriggio di venerdì 19 aprile 2013 l’inceneritore di Torino (zona Gerbido-interporto Sito) ha iniziato a bruciare i primi rifiuti indifferenziati della Provincia, attività che continuerà a condurre almeno per  i prossimi 20 anni. Tutto ciò, tra l’altro, nell’assoluto silenzio delle istituzioni competenti e senza nessun tipo di  informazione verso la popolazione locale!


Volevo cercare di spiegarvi perché ritengo che l’inceneritore in questione sia contro di noi, popolazione della Terra, e non valga invece il luogo comune che molto persone usano, indotte dalla mancanza di una corretta informazione, per dire che sono solo alcuni  ambientalisti  “inveterati e integralisti” ad essere contro il “termovalorizzatore” (uso appositamente quest’ultimo termine coniato dalle grandi lobby dell’incenerimento per mistificare e sviare i dubbi atavicamente affioranti nelle popolazione).
Partiamo proprio dal nome che  la legge italiana, applicando le direttive europee, ha individuato per questi impianti; essi sono definiti “impianti di co-incenerimento” ovvero impianti dove, attraverso l’incenerimento dei rifiuti, viene generata energia elettrica e termica (ma a carissimo prezzo per ambiente/salute/portafoglio dei cittadini). Ma quali rifiuti vengono bruciati  ed in che modo?? In tali impianti viene inviato a incenerimento,  nella maggioranze dei casi, il cosiddetto RUR (rifiuto urbano residuo) che rappresenta il rifiuto indifferenziato che noi cittadini non abbiamo saputo/potuto/voluto differenziare ulteriormente (non sempre però la colpa è tutta nostra!!).
La combustione naturale di tali materiali eterogenei è però imperfetta ed è quindi necessario, per mantenere costante le elevate temperature utilizzate per incenerire la materia, affidarsi a dei bruciatori ausiliari a metano. La combustione dei rifiuti in ingresso all’impianto  ha però come “inconveniente” la generazione di  diverse centinaia di sostanze solido/gassose (non tutti chiaramente identificabili) molte delle quali cancerogene per la salute umana (diossine-furani, pcb, ipa, metalli pesanti, ecc..) ed altamente inquinanti per l’ambiente nel quale viviamo.

Per ovviare alla generazione delle sostanze gassose tossico-nocive, negli inceneritori sono previsti stadi diversi e consecutivi di filtraggio degli effluvi prodotti (il sistema di filtraggio rappresenta economicamente l’onere maggiore sia nella costruzione dell’impianto che nella sua gestione!). Come si può facilmente immaginare i filtri, per quanto tecnologicamente evoluti e performanti, non riescono a bloccare la totalità di queste sostanze per cui una parte, percentualmente molto bassa (intorno all’1-2%) ce la ritroveremo immessa nell’ambiente nel quale viviamo. Purtroppo anche se percentualmente le quantità sono minime, il loro valore assoluto invece è enorme; questo perché è enorme il volume dei fumi autorizzato ad essere immesso nell’atmosfera (circa 3 miliardi di m3 annui). La legge purtroppo contempla esclusivamente limiti al m3 per le sostanze inquinanti immesse in atmosfera ma non contempla limiti ai m3 di fumi che questi impianti possono immettere in atmosfera. Ci ritroviamo cosi ad avere immesse in atmosfera quantità di inquinanti che superano di diverse volte le quantità massime assumibili per persona, considerando la popolazione della provincia di Torino, stabilite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Inoltre è bene ricordare che tali sostanze, dette microinquinanti perché inquinanti a dosi infinitesimali (milionesimi o miliardesimi di grammo), uscendo dal camino ricadranno, per la maggior parte, su un territorio dove insiste una popolazione molto inferiore a  quella complessiva della provincia … moltiplicando quindi i rischi.

Per ora ci siamo occupati solo dei fumi …ma come vi ho accennato sopra esistono anche i rifiuti solidi del processo di incenerimento che rappresentano, in peso, circa il 27% del totale dei rifiuti in ingresso all’impianto. Tali rifiuti si possono suddividere in due gradi categorie; scorie pesanti di fondo e ceneri leggere volanti. Tutte e due questi tipi di rifiuti sono considerati, inizialmente al processo, come rifiuti pericolosi  perché generalmente contengono concentrazioni di microinquinanti milioni di volte superiori a quelle presenti nei rifiuti gassosi che vi accennavo poc’anzi. Mentre per le ceneri leggere pericolose si rende necessario il loro stoccaggio in apposite discariche per rifiuti pericolosi, per le scorie pesanti, dopo analisi successive che ne potrebbero decretare la non pericolosità, si prevede un riutilizzo nell’ambiente in cui viviamo come sottofondi stradali e/o all’interno di manufatti edili cementizi per uso anche abitativo. Termino questa descrizione dei rifiuti prodotti dall’inceneritore facendo notare che il “bilancio di massa” tra rifiuti in ingresso e rifiuti in uscita dall’impianto è nettamente sbilanciato su questi ultimi (con un rapporto per difetto di 3 a 2 almeno!) ... questo anche perché vengono immesse enormi quantità di CO2 nell’ambiente, oltre che ossidi di azoto anidride solforosa e polveri sottili che sicuramente aggraveranno il mix quotidiano di aerosol di inquinanti che ci tocca fare quotidianamente. Considerando questi ultimi dati il termine più appropriato per tale impianto risulta essere quindi “TERMOGENERATORE DI RIFIUTI”.

Ma vediamo ora come fa questa “macchina meravigliosa” a garantirci energia elettrica e calore; abbiamo detto che viene bruciata materia e da questo processo ricavata energia, Ma il bilancio è positivo? L’energia prodotta dall’impianto rappresenta meno di ¼ dell’energia necessaria ad estrarre dalla Terra la stessa quantità di materia prima che si è incenerita! L’energia prodotta deriva per quasi l’80% dalla combustione di materiali cartacei e plastici che sono per la quasi totalità notoriamente riciclabili!!L’efficienza energetica dell’impianto (quella che considera oltre all’energia prodotta anche le perdite dovute alla movimentazione di rifiuti e scorie, alle materie prime utilizzate per la costruzione dell’impianto, ecc..) è negativa di almeno un fattore 10!
Da un punto di vista economico, tale impianto, è una vera e propria “iattura”, a partire dall’esorbitante costo di realizzazione superiore ai 500 milioni di euro (l’80% dei quali coperti con un mutuo ventennale con tre banche diverse).fino alla tariffa di conferimento all’impianto, Quest’ultima infatti è stata legata indissolubilmente, tramite apposito contratto tra provincia e società di gestione dell’impianto (TRM recentemente privatizzata con la vendita a  IREN) al mantenimento delle’equilibrio finanziario dell’opera …ciò vuol dire che nel caso si verificassero degli eventi “imprevisti” (il famoso rischio d’impresa)  che potessero generare delle perdite di gestione esse verrebbero coperte con la leva della tariffa di smaltimento!! Quest’ultimo passaggio è di importanza cruciale perché ha una conseguenza immediata e duratura sull’intero processo provinciale di gestione dei rifiuti. In sostanza dobbiamo garantire costantemente una produzione di rifiuti adeguata per l’inceneritore perché altrimenti pagheremmo “il vuoto per il pieno” (cioè paradossalmente se in provincia di Torino non vi fossero rifiuti indifferenziati da conferire all’inceneritore dovremmo o importarli o comunque garantire di tasca nostra gli introiti definiti nel piano economico finanziario dell’azienda). Come vedete anche qui il termine coniato prima per l’impianto (termogeneratore di rifiuti) pare il più appropriato!!

Rifacendomi al titolo dell’articolo è evidente che è l’inceneritore e chi ne ha pianificato e deciso la realizzazione e definito i contratti di servizio a essere contro di noi!! Se non si prende coscienza del vero e proprio “stupro” che si sta compiendo al nostro ambiente con quest’opera, non si sarà mai in grado di prendere in giusta considerazione e proporre, con la dovuta determinazione, le alternative che si stanno attuando negli ultimi decenni in tutti i paesi più evoluti. Tali alternative si basano essenzialmente sulla riduzione dei rifiuti prodotti e sulle successive fasi di recupero spinto della materia, attraverso le raccolte differenziate porta a porta e gli impianti di trattamenti a freddo che massimizzano il recupero di materia dal Rifiuto Urbano Residuo.
Ma a monte di tutto questo lungo e noiosissimo discorso che vi ho fatto vi è il ruolo decisivo della informazione da parte dei principali media nazionali e locali che determinano la formazione delle opinioni e delle coscienze di ognuno di noi. Se l’informazione che viene messa in circolo non è aperta e critica con tutte le parti in gioco allora il “gioco è falsato”!! E prima o poi il bluff viene a galla e a perderci siamo tutti noi!!!
Flaviano Inserra
Comitato Rifiuti Zero