Alla TRM, società venduta ai privati dal Comune di Torino, viene garantito in ogni caso un bilancio positivo. In soldoni TRM è autorizzata a scaricare sugli utenti gli eventuali minor ricavi o maggiori costi (Punto 13.5 alle pagine 37-38-39) dovuti a ogni possibile e immaginabile causa.
A TRM viene poi garantito un vero e proprio monopolio. Tutti i rifiuti dell'ambito vanno conferiti obbligatoriamente all'inceneritore. Nessuna possibilità di conferire i rifiuti da un'altra parte o sperimentare procedure meno impattanti. Ogni politica di gestione dei rifiuti è "prigioniera" dell'inceneritore per tutta la durata del contratto di affidamento. Quindi gli amministratori dei comuni per i prossimi vent'anni non potranno avviare politiche per lo smaltimento dei rifiuti diverse dall'incenerimento. Inoltre per garantire la saturazione delle 421 mila tonnellate annue di capacità dell'inceneritore non si potrà aumentare la raccolta differenziate e il riciclo dei rifiuti e questo spiega anche perchè non si investe in quella direzione e la raccolta differenziata diminuisce anzichè aumentare. In un contratto di 72 pagine non si è trovato lo spazio per prevedere l'obbligo di pubblicare on-line i dati relativi alle emissioni dell'inceneritore, come non è previsto alcun obbligo a render conto delle quantità, tossicità e destinazione delle ceneri prodotte.
Si è previsto invece che, siccome a fine vita dell'inceneritore il sito andrà bonificato, i costi relativi devono essere scaricati da subito sugli utenti, in modo che gli utili per i padroni dell'inceneritore siano sempre e comunque garantiti. Infatti si prevede addirittura che TRM possa scaricare sulle utenze eventuali risarcimenti danni sanciti dall'autorità giudiziaria pari o inferiori a 5 milioni di euro. Se invece dovessero superare tale cifra, TRM può unilateralmente recedere dal contratto se entro 180 giorni le parti non hanno trovato il modo che consenta di mantenere salvo l'equilibrio economico e finanziario.
A fronte di un quadro così sconfortante che fare? Rassegnarsi? Mai! Anche se al 30 di questo mese dovrebbe avere inizio l'esercizio provvisorio, il Comitato Rifiuti Zero, infatti, non demorde e continua a proporre la raccolta di firme della petizione contro l'inceneritore (clicca qui), accompagnata anche da una lettera ai consiglieri comunali di Collegno. Chi non avesse già firmato nei mesi scorsi la petizione, può recarsi in Comune in piazza del Municipio per farlo. Come CIVICA aderiamo all'iniziativa e invitiamo i cittadini a fare altrettanto.
Giovanni Lava