venerdì, dicembre 21, 2012

Manca il numero legale sulla delibera Metropolis, tutti a casa

La Caporetto del sindaco
Il volto scuro del sindaco già all'inizio della seduta del consiglio comunale di ieri sera non lasciava presagire nulla di buono. Che stesse per accadere qualcosa di sgradevole per lei e la sua maggioranza ballerina era nell'aria. Quando la seconda conta del segretario comunale ha certificato che in aula restavano solo 14 consiglieri su 31, nonostante i due transfughi dell'opposizione Di Filippo e Crivellaro, la sensazione che il sipario fosse calato definitivamente sul sindaco e la sua giunta è apparso nella sua cruda realtà.
Ed è calato anche con l'interruzione della trasmissione della diretta Tv che stranamente si è interrotta proprio sul più bello. Censura?
Il sindaco ce l'ha messa proprio tutta per fare karakiri. Di fronte all'articolato documento firmato da otto consiglieri di maggioranza che abbiamo pubblicato due giorni fa e che chiedeva il ritiro della delibera Metropolis con considerazioni tutt'altro che peregrine e sotto il ricatto del ricorso al Tar, l'assessore dello schermo, Barbara Martina, riproponeva la delibera contestata in commissione e nella riunione dei capigruppo. Assessore dello schermo di dantesca memoria perchè ancora non si è capito il motivo per cui una delibera urbanistica non la dovesse presentare il sindaco che dell'urbanistica ha la delega. Un modo per mandare allo sbaraglio la fedele collaboratrice per allontanare da sè l'amaro calice? In ogni caso non è servito a nulla, tutte le volte che si è trattato di rispondere alle domande dei consiglieri, è stato il sindaco a doverlo fare per manifesta incapacità dell'assessore di farlo.
Così la delibera è stata riproposta come nulla fosse accaduto, tralasciando anche solo di citare l'esistenza di un ricorso al Tar. Un ricorso che non solo si appella all'istituto del silenzio-assenso per i tempi a detta dei ricorrenti ampiamente scaduti, ma contesta addirittura la competenza del consiglio comunale. Di fronte all'incertezza della competenza poteva il consiglio comunale far finta di nulla senza che il sindaco e gli uffici garantissero il contrario? Ma ciò che ha mandato in frantumi probabilmente in maniera irreversibile la maggioranza è stato il fatto che gli otto consiglieri che avevano sottoscritto il documento sono stati bellamente ignorati. Personalmente non me ne intendo di meccanismi che regolano una maggioranza, ma mi è stato spiegato che un sindaco non si avventura mai a portare in consiglio una delibera se ci sono delle differenziazioni nella sua maggioranza tali da comprometterne il buon esito e senza  almeno aver ascoltato chi non è d'accordo. L'aver voluto cocciutamente mettere ai voti la delibera senza dire agli otto neppure crepa può solo significare due cose: pensare di aver comunque i numeri per farla passare oppure cinicamente puntare alla sua bocciatura per poter poi addossare al consiglio comunale la responsabilità di aver detto di no. Il classico scaricabarile.
Le facce sorprese di fronte alla scelta di far mancare il numero legale dimostravano che evidentemente non era stata messa nel conto. E non è vero che esistesse un accordo in tal senso tra gli otto consiglieri di maggioranza e le opposizioni, come ieri sera si cercava di accreditare. Noi dell'opposizione però eravamo d'accordo che nel caso gli otto fossero usciti dall'aula li avremmo seguiti. Non saremmo certo stati noi a tenere in sella il sindaco e la sua corte.
E pensare che con la delibera precedente sull'edilizia convenzionata era stato possibile raggiungere un'intesa sull'applicazione di una percentuale del 75%, una via di mezzo tra il 50% proposto dall'assessore e il 100% proposto da CIVICA con il suo emendamento. Grazie al lavoro del sottoscritto con i consiglieri di minoranza e del capogruppo del Pd tra i consiglieri di maggioranza la mediazione alla fine seppure faticosamente era stata raggiunta. Una dimostrazione di come si possa essere costruttivi se c'è la volontà e se c'è il rispetto reciproco.
Cosa accadrà ora? Il sindaco andrà a Canossa e riuscirà a rappezzare la sua maggioranza sbrindellata oppure in un sussulto di dignità darà le sue dimissioni, dopo un fallimento così grande e impensabile in partenza quando con sicumera si vantava di aver stravinto le elezioni? Le elezioni le aveva stravinte sì, ma al giorno d'oggi come dimostra anche la storia di Berlusconi le maggioranze bulgare non garantiscono la buona riuscita di un governo. Le maggioranze bisogna poi anche essere in grado di tenerle insieme, cosa che a Collegno non si è stati capaci di fare. Un fallimento della politica in generale e del sindaco in particolare. Ne tragga le dovute conclusioni.
Giovanni Lava
P.s. Nel rispondere ieri sera all'interrogazione con la quale le chiedevo conto della sua visita nello studio Mellano, il sindaco molto scocciata ha affermato che avrebbe potuto anche non rispondere visto che io non ero un pubblico ministero. Mai affermazione fu più inopportuna: il sindaco dimentica che qualcuno ha fatto di tutto pur di mandare il sottoscritto davanti ai pubblici ministeri di mezza Italia con una pioggia di querele pur di togliermi di mezzo.