Sala del Consiglio comunale
Il diavolo, le pentole e i coperchiAnche quest'anno come è tradizione, l'amministrazione collegnese ha fatto trovare sotto l'albero di Natale il Bilancio di previsione del prossimo anno. Questa notte - erano circa le tre del mattino - dopo una maratona di più di otto ore il consiglio comunale ha approvato il bilancio 2011 con il voto favorevole della maggioranza e con il voto contrario delle opposizioni.
Dicevamo tradizione, perchè sono decenni che Collegno nel circondario nella gara virtuale di chi arriva ad approvare il bilanciosi piazza al primo posto . Ci sono comuni, anche della nostra zona, che aspettano l'ultimo minuto utile, marzo e giù di lì. Un fatto questo che anche ieri sera il sindaco Accossato non ha mancato di sottolineare con un tutt'altro che celato orgoglio. Il fatto poi che il taglio di un milione e trecentomila euro dei trasferimenti statali sia stato in qualche modo tamponato senza riduzioni significative dei servizi e con aumenti contenuti delle tariffe (rifiuti esclusi) ha aggiunto orgoglio ad orgoglio. Certamente questo risultato non va sottovalutato, perchè è il frutto di una situazione finanziaria del Comune apparentemente molto solida. Un'altra fatto che merita di essere sottolineato è la decisione di non accendere mutui nel prossimo triennio, evitando così l'aumento dell'indebitamento, che comunque risulta contenuto e sotto controllo. Il bilancio pareggia nella parte corrente intorno ai trenta milioni di euro. E qui finiscono gli aspetti positivi. Il primo aspetto negativo sta nel metodo solito adottato dal sindaco e dalla maggioranza. La corsa ad approvare prima di Natale il bilancio ha una prima vittima nella possibilità da parte del consiglio comunale e in particolare da parte dei consiglieri di opposizione di entrare davvero nel merito delle singole voci di entrata e di spesa. Se da una parte - come è stato affermato ieri sera - l'amministrazione inizia ad eleborare il bilancio di previsione nel mese di giugno, la commissione che ha illustrato i contenuti e le scelte effettuate è stata fatta il 29 di novembre a bilancio blindato, per cui qualsiasi azione di modifica delle opposizioni, ma anche di effettivo controllo è stata puramente virtuale. In sostanza non solo l'amministrazione decide anche le virgole, ma sfugge anche ad un momento di vera rendicontazione delle scelte fatte. La richiesta ancora una volta disattesa dalla maggioranza è quella di avere momenti veri di confronto prima che le decisioni siano prese.
Nel merito poi, il pareggio di bilancio si ottiene grazie ad entrate un po' particolari: cinque milioni dalle multe agli automobilisti prodotte dagli autovelox e altri cinque milioni di oneri di urbanizzazione. Pazienza per la prima, anche se deve far riflettere su come oggi gli enti locali riescono a sbarcare il lunario - altro che non mettere le mani nelle tasche dei cittadini! -, la seconda invece indica il tasso di consumo del territorio e l'incremento della cementificazione nella città. Lo scorso anno si sono incassati più di sette milioni di oneri di urbanizzazione. E' una scelta che noi di CIVICA non condividiamo assolutamente, perchè è una scelta che se nell'immediato dà un po' di ossigeno alla pubblica amministrazione, sul lungo periodo rischia di essere fatale per la qualità vita in città e per quota parte sul nostro pianeta. A lato della discussione sul bilancio ci sono due episodi da segnalare. Il primo riguarda la bocciatura dell'emendamento di CIVICA alla delibera che fissa i criteri generali per l'adozione del regolamento degli uffici e dei servizi. Con l'emendamento Civica intendeva fissare un limite al numero dei componenti il cosiddetto Staff del Sindaco che a Collegno ha assunto nel tempo dimensioni di tutto rispetto - a febbraio erano arrivati a sei, con una spesa di circa 150 mila euro annui, ora pare siano scesi a tre -. CIVICA chiedeva di limitare il numero ad un dipentente a tempo pieno e uno a tempo parziale, più o meno quello che avviene in molti comuni della zona. Quindi il numero dei portaborse a Collegno può lievitare all'infinito. Il secondo episodio riguarda Villa Guaita. Anche lo scorso anno il bilancio fu approvato proprio il 16 dicembre e allegato al bilancio fu approvato l'elenco dei beni del Comune da mettere in vendita. Tra questi Villa Guaita. Esisteva una norma di un decreto Brunetta che faceva sì che il fatto di inserire un bene nell'elenco costituiva anche variante al piano regolatore se se ne cambiava la destinazione d'uso. Emendamento anche allora di CIVICA per escludere Villa Guaita in assenza di un progetto chiaro dall'elenco. Emendamento bocciato ovviamente. Caso volle però che lo stesso giorno la Corte Costituziolnale si pronunciò contro il comma del decreto Brunetta che permetteva lo sconcio urbanistico dichiarandolo illegittimo. Il 12 ottobre scorso CIVICA ha presentato una mozione per l'annullamento di quella delibera, mozione ancora non discussa. Bene ieri sera ho approfittato del fatto che si parlasse di nuovo di elenco di alienazioni dei beni comunali per tornare sull'argomento. Sorpresa: il sindaco ha dichiarato che la coincidenza temporale tra approvazione della sentenza della Corte Costituzionale e approvazione della delibera aveva reso nulla quest'ultima come variante al piano regolatore. Gran bella notizia - si dice che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi -. E dirlo prima?
Giovanni Lava