Per trattare di parcheggi, prendo spunto e mi riallaccio al post relativo al nuovo parcheggio su via XX Settembre. Certamente i tempi, e senza dubbio anche i costi, hanno “sforato” alquanto rispetto al previsto. Di sicuro, è sotto utilizzato.
Alla domanda: perché? La risposta non sarà sicuramente perché i possibili utenti non gradiscono la vista del marciapiede che, sul lato opposto della via, è transennato e quindi impraticabile da un periodo di tempo che si può oramai misurare non solo in mesi, ma in anni (se ben ricordo, dalla nevicata di gennaio 2009). Altrettanto chiaramente, non perché in zona ve ne siano troppi. Certo, per chi arriva “da fuori”, la segnaletica mancante non aiuta di certo (per favore, quando eventualmente verrà posta, non al centro dei marciapiedi!). Ma per gli “indigeni”, per “chi sa”, si può facilmente insinuare il dubbio che un certo peso sia addebitabile alla scarsa propensione all’utilizzo dei piedi in modo diverso dal premere i pedali di freno, frizione e acceleratore. Ovvero, l’area risulta un poco lontana (certo, la mia è ironia!) da negozi e scuole. Non è possibile scendere dalla vettura e dopo due passi accogliere il pargolo in uscita da scuola; per andare al bar o in tabaccheria occorre fare qualche decina di metri a piedi …..
Attendo con ansia l’informazione circa l’ elaborazione e l’attuazione di un nuovo PUT e di un sostenibile (non a totale beneficio degli automobilisti) Piano dei Parcheggi, atto al quale si era promesso di metter mano già da un paio di legislature cittadine: o sbaglio?
Non mi sento un marziano, se quando vado ad aspettare mio nipote all’uscita da scuola (elementare) a Torino, parcheggio ad alcune centinaia di metri, a differenza di coloro che, seppure in divieto, parcheggiano anche in doppia fila. O quando, in qualità di nonno, accompagno, andata e ritorno, il secondo nipote alla scuola D’Acquisto (questa volta a Collegno) e parcheggio sì in via Lombroso, ma non di fronte alla scuola, intasata di vetture come pure la perpendicolare via Napoli sulla quale si occupano anche i passi carrai, bensì alcuni metri prima, in uno slargo, dove si trovano diversi spazi regolarmente delimitati ed altrettanto regolarmente pochissimo utilizzati: qui sosta la mia vettura. Percorro quindi a piedi il tragitto che mi conduce all’edificio, pur con qualche rischio, essendo questo tratto in gran parte senza marciapiede (ma con auto parcheggiate che limitano la larghezza e quindi la fruibilità della strada). Analogo ragionamento, amplificato dalla maggiore quantità di traffico veicolare, è valido nei pressi di molte altre scuole, cito ad esempio la don Minzoni, all’ora di uscita studenti, benché non molto più in là esista sufficiente capacità ricettiva, e mi riferisco in questo caso quanto meno a piazza Torello. E chi dovrebbe controllare? In altre faccende affaccendato.
Forse qualche salutare sanzione, checchè ne possano dire alcuni, sarebbe salutare, e darebbe un segnale che la Città non deve essere solo dimensionata a misura di auto, ma con un occhio di attenzione anche a pedoni e ciclisti: che, parrà strano, ma esistono ancora.
Paolo Perotto