Prove tecniche per zittire l'opposizione in Consiglio comunale
Scuri e incazzosi stanno diventando gli amici del Partito democratico, che per noi restano pur sempre dei fratelli separati. Come se soffrissero dentro, e non si capisce perché. Hanno la maggioranza assoluta dei consiglieri comunali, il sindaco e la giunta sono espressione del Pd, dirigenti e macchina comunale sono sotto il loro stretto controllo: tutte condizioni favorevoli ad un approccio liberale e magnanimo verso le opposizione. Invece niente. Ieri pomeriggio nella riunione dei capigruppo è emersa la volontà di depotenziare uno dei pochi strumenti a disposizione delle opposizioni, lo strumento dell’interrogazione. Il capogruppo del Pd Mellace è stato sin troppo chiaro: basta con interrogazioni che costringono i consiglieri di maggioranza a fare i “pupazzi” silenziosi o con interrogazioni che diventano occasione per i consiglieri comunali di dialogare con la Giunta.
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Il modello che Mellace &C. vorrebbero importare dal Parlamento è quello dell’interrogante che in un’aula deserta espone il quesito con un ministro o sottosegretario che risponde e con l’interrogante che può solo dire”Sono soddisfatto” oppure “non sono soddisfatto”. Evidentemente avere tutto il potere in mano non basta. Intorno vogliono il deserto. Che nessuno disturbi il manovratore. Esercitare il controllo da parte dell’opposizione? Ma scherziamo! Il potere gliel’ha dato il popolo e guai a chi osa anche solo infastidirne l’esercizio. Sono uomini e donne del “fare” loro, non uomini e donne delle inutili parole. Io personalmente sono preoccupato per questa deriva autoritaria e arrogante del Pd. Se il Pd dove governa assume tutti i comportamenti e l’insofferenza verso chi tenta di opporsi sul modello di Berlusconi, siamo davvero alla frutta per la nostra democrazia.
L’altro strumento in mano alle opposizioni, quello delle mozioni, è già stato di fatto depotenziato, devo dire anche con il contributo di altre forze di opposizione. Intanto l’ordine con cui vengono presentate non conta nulla, perché in Conferenza dei capigruppo può essere disatteso a piacimento. Così ci sono mozioni che da prime nell’elenco diventano ultime e viceversa. Ma questo è niente con il diluvio di mozioni di tipo ideologico: da quelle sul Crocifisso a quelle sui militari in Afganistan o su altre questioni che non dipendono assolutamente dalle decisioni del consiglio comunale di Collegno, così mozioni come quelle presentate da Civica sugli sfalci, sulla variante al piano regolatore per impedire la distruzione delle casette e così via, tutte questioni queste sì di interesse collegnese, rimangono lì per mesi e spesso quando arrivano in Consiglio, è inutile perché troppo tardi.
Se poi si aggiunge il fatto che le delibere di Giunta, a cominciare da quella sul Bilancio, vengono presentate all’ultimo minuto e sono sempre intoccabili, il cerchio si chiude. Alla faccia della democrazia, della partecipazione e anche della condivisione, quando quest'ultima fosse possibile e auspicabile!
Giovanni Lava