L’intervento ha avuto l’effetto di un fulmine a ciel sereno sul Consiglio comunale. Per quanto la denuncia fosse arrivata tardi e male, il sospetto di stare avallando un affare dai contorni poco rassicurante e in attesa delle opportune verifiche ha indotto i consiglieri di opposizione, compreso il sottoscritto, a chiedere il ritiro della delibera prima e la sua sospensione poi. La maggioranza, sindaco in testa, non hanno voluto ascoltare ragioni e hanno bocciato entrambe le richieste e votando ugualmente la delibera. A quel punto tutti i consiglieri di opposizione hanno abbandonato l’aula, rifiutandosi di partecipare al voto.
Cosa abbia spinto la maggioranza a tirare dritto senza prendersi una pausa di riflessione non è dato sapere. Non hanno colto o voluto cogliere la gravità della decisione di non prendersi una pausa per poter andare a verificare se le informazioni portate da Bardella fossero una bufala oppure qualcosa di serio. Trincerarsi dietro la scusa che Collegno cede Collenergia alla Sei e non a Kinexia appare come la classica foglia di fico, dato che il sindaco stesso ha dichiarato nel corso della sua relazione che di fatto si trattava solo di un passaggio provvisorio di mano e che il beneficiario ultimo della cessione è ufficialmente già da qualche settimana proprio Kinexia Spa.
L’aspetto più inquietante dell’operazione non sta tanto a mio avviso nella cessione delle quote di Collenergia sotto l’aspetto finanziario – pecunia non olet, dicevano i latini – quanto nel fatto, sempre che i sospetti dovessero trovare anche solo una parziale conferma, di portare all’interno del nostro territorio un soggetto economico chiacchierato.
Giovanni Lava