Mi hanno appena segnalato, inviandomi la foto sopra, che in via Bendini le bacheche davanti all'Aurora ieri pomeriggio erano piene del volantino dal titolo "Strage di Collegno".
Il volantino racconta un fatto che da almeno 15 anni non è più un segreto, dopo che l'allora Corriere di Rivoli, Collegno e Grugliasco di cui il sottoscritto era direttore, raccontò in tutta evidenza quanto accaduto proprio nel cortile dell'Aurora, allora Casa del Fascio, e cioè il massacro di 29 militi della Littorio come vendetta per la strage effettuata dai tedeschi il giorno precedente. Quei fatti erano stati gelosamente tenuti nascosti fino a quel 30 aprile 1998, quando il Corriere rese li rese noti. Da allora di cose ne sono accadute e due anni fa pubblicamente le autorità locali ne diedero conto con un video (clicca qui).
Resta a tutt'oggi ancora non risolto il problema della memoria a cui le autorità, a cominciare dal nostro sindaco, non sono stati in grado di dare una risposta convincente. Ora questo volantino anonimo cerca di strumentalizzare la vicenda. La strumentalizzazione è evidente, ma è il prodotto proprio dell'arroganza di chi non ha voluto o saputo fare i conti con la propria storia. Prima o poi doveva accadere, stupisce che ci abbiano messo 68 anni gli autori del volantino per accorgesi di quei fatti. Perchè se la sinistra è certamente colpevole per l'assurdo silenzio durato 53 anni fino al 1998, fino agli articoli del Corriere, non meno colpevole è la destra che, pur sapendo, si è guardata bene dal raccontare i fatti. Se dell'eccidio, infatti, non se ne parlava, è anche vero che tutti i collegnesi che nel 1945 erano in età da poterselo ricordare sapevano. Il silenzio omertoso è stato di un'intera comunità, indipendentemente dal colore politico a cui appartenevano.
In questi anni da consigliere comunale ho più volte vanamente tentato di convincere autorità e partiti politici della necessità di trovare il modo per fare i conti con quella trista memoria, ma hanno sempre respinto con alterigia le mie proposte.
Quest'anno, a fronte di questa protervia stupida e politicamente insensata, ho deciso di non spendere neppure una riga per ricordare i fatti e ho evitato anche di partecipare alle manifestazioni retoriche che ogni anno vengono celebrate, tanto è il fastidio non per la memoria del 25 Aprile e della Resistenza a cui va tutto il mio rispetto, ma per i celebranti che di quella memoria e del suo più profondo significato si dimenticano per un anno intero nel modo in cui esercitano il potere pubblico. Purtroppo son dovuto venire meno alla mia decisione di non parlare più di quei fatti fino a che sarebbe durato questo gruppo di potere senza memoria e senza cultura, ma solo perchè degli anonimi sciacalli hanno cercato di strumentalizzare la storia dolorosa di quei giorni.
Giovanni Lava