Galeotta fu l'Ungheria per prove tecniche di grandi (o piccoli) inciuci anche a Collegno e di polemiche ieri sera nel consiglio comunale aperto sulla deriva autoritaria dell'Ungheria, membro dell'Unione europea.
Il vicepresidente del consiglio, avv. Luca Crivellaro (Pdl), dopo una visita alla città gemellata di Collegno, Sarospatak, turbato da quando sta avvenendo in Ungheria dopo la vittoria del premier di destra Viktor Orban, una sorta di Berlusconi del posto, che ha modificato in senso autoritario la locale costituzione, aveva proposto una serata di approfondimento, un consiglio comunale aperto sul tema.
In quattro e quattr'otto sindaco e presidente del consiglio (entrambi del Pd) si fanno in otto per organizzarlo, un comportamento ben diverso da quello avuto con la Lega Nord che chiede un consiglio sulla sicurezza a Collegno da almeno un anno e con CIVICA che aveva chiesto un consiglio comunale sul futuro del Cidiu con una mozione approvata all'unanimità circa tre mesi fa.
Certo il tema era più nobile e meritava più attenzione, così approfittando del fatto che il 9 maggio ricorre la Festa dell'Europa, hanno organizzato nel giro di una settimana la serata sulla svolta autoritaria in Ungheria con il titolo neutro di: Il valore del gemellaggio in Europa, i criteri di legislazione democratica dell'Unione Europea a partire dal caso ungherese. E hanno chiamato a discuterne lo stesso Crivellaro, il sindaco, la professoressa universitaria Elisabetta Palici di Suni e, dulcis in fundo, la Mercedes Bresso nei suoi panni di presidente del Comitato delle Regioni d'Europa.
La professoressa Palici di Suni ha tracciato un breve escursus storico dell'Ungheria dall'invasione degli Ungari nell'Ottavo secolo dopo Cristo fino ai giorni nostri, incappando però nella dimenticanza dei fatti del '56, l'insurrezione popolare contro l'Unione Sovietica. Un lapsus che ha condizionato la sua dotta esposizione agli occhi dei presenti. Anche perchè è apparso stridente il fatto che i "compagnucci" collegnesi che avevano stretto il gemellaggio con Sarospatak nel lontano 1964, mai durante la dittatura comunista si erano preoccupati della libertà di stampa calpestata o delle norme liberticide che affliggevano il popolo ungherese in quegli anni.
In ogni caso la costituzione varata dal premier Orban contiene numerose violazioni dei diritti europei dal controllo dei giudici da parte del governo (come sognano Berlusconi e Violante), controllo della stampa e dei giornalisti, limitazione del diritto di espatrio per i giovani laureti e così via. Tutte norme che hanno suscitato sì disappunto e condanna da parte dell'Europa, ma dal punto di vista pratico è stata finora solo a guardare. Un comportamento molto diverso da quello che l'Europa tiene nei confronti delle infrazioni economiche dove interviene pesantemente a condizionare la vita interna dei paesi che sforano il deficit di bilancio.
Molto dotta la relazione della Bresso che ha spiegato come in Europa ci si muova con grande cautela nel costruire un comune sentire politico-culturale per la difficoltà di tenere insieme 27 paesi molto diversi tra loro.
Nella serata che stava filando lungo i binari di una discussione molto accademica è intervenuto il consigliere della Lega Nord Bardella a guastare il clima. Ha rivelato di aver interpellato il sindaco di Sarospatak chiedendogli direttamente se era vero o meno che stavano andando verso una dittatura, leggendo poi la sua risposta. Ovviamente il sindaco ha sostenuto trattarsi di un complotto internazionale contro i poveri magiari.
Nel mio intervento ho rimarcato il fatto di come l'Europa dovrebbe essere altrettanto severa nel campo dei diritti civili come lo è nel campo economico. E poi ho messo in guardia dagli apprendisti stregoni italiani che per tener su il governo dell'inciucio Pd-Pdl hanno intenzione di mettere in pista una fantomatica Convenzione extraparlamentare per la realizzazione delle riforme costituzionali. Infatti, le pulsioni ungheresi sono presenti anche in Italia: controllo della magistratura, limitazione della libertà di stampa, esautoramento del parlamento, diritti civili non riconosciuti e via dicendo.
La serata si è chiusa tra le polemiche con il sindaco che ha bacchettato la Lega per aver scritto al suo omologo ungherese, scavalcandola. Certo ha fatto impressione vedere l'Accossato difendere la libertà di stampa davanti alla Bresso. Come non ricordare quando nel 2010 insieme ai suoi colleghi del Pd intervenne proprio presso la Bresso chiedendo di non ricandidare Turigliatto reo, insieme al sottoscritto, di stampare un giornale, Punto di Vista, molto critico nei suoi confronti. E come non ricordare come sia fuggita dall'aula del consiglio comunale quando a botte di querele hanno cercato di tapparmi la bocca e far chiudere questo blog. Altro che critiche, visto come ama esclusivamente la stampa coricata, sicuramente si troverebbe molto poco a disagio nell'Ungheria di Orban!!!
Giovanni Lava