"Se ci fosse ancora Luciano, non lo avreste fatto". Questa frase colta al volo nel corso dei lavori dell'ultimo consiglio comunale da un gruppetto di persone di SEL che assediava il segretario cittadino del Pd Mellace, mi ha incuriosito. Chi fosse il Luciano non c'erano dubbi. Che cosa Mellace non avrebbe osato se fosse stato ancora vivo il sen. Manzi?
Non c'è voluto molto per scoprire a che cosa si riferissero. Il loro disappunto era dovuto al documento apparso sul profilo Facebook del Pd di Collegno (leggi) in occasione del 70° anniversario della Liberazione. Potete leggerlo anche direttamente su Facebook.
A molti anni di distanza distanza di quel 30 aprile 1998, quando da direttore del Corriere pubblicai la verità su quei tristi giorni. un partito della sinistra collegnese ha osato sdoganare il ricordo della efferata vendetta successiva alla strage nazista non nel modo rituale con il quale era stata affrontata obtorto collo qualche anno fa. Nel documento infatti si legge: "Il trenta aprile apriva una profonda ferita, forse la più profonda proprio perché vicina a quello che doveva essere un respiro di libertà, trasformato in una angoscia terribile per tutta la cittadinanza. Ma nel risvolto della memoria, che ormai celebra come martiri i morti dell’estrema carneficina, si nasconde un altro ricordo, nato dalla rabbia di quei momenti, quello dell’uccisione di uomini, che avevano il torto di stare dalla parte sbagliata, dalla parte del sostegno a un regime oppressore e a un esercito criminale. In due giorni, due stragi". E poi pone la questione centrale della memoria.
Su quei fatti, grazie al Corriere e al successivo libro dello storico Bruno Maida "Prigionieri della memoria" non ci sono più misteri. Ma la sinistra collegnese che per 70 anni ha rimosso volutamente quel ricordo non ha ancora fatto davvero i conti con la memoria collettiva. Ecco perchè assume grande importanza il contributo di don Testa pubblicato sul sito del Pd. Può essere l'inizio di quel percorso condiviso per il recupero della memoria che da molti anni chiedo senza successo. Anche quest'anno, in occasione del 70° anniversario della Liberazione ho posto il problema al sindaco e al presidente dell'Anpi, senza avere risposte. Ho taciuto pubblicamente perchè non ho voluto creare ancora una volta polemiche sterili. Sono anni che sostengo che solo la sinistra collegnese, responsabile del lungo silenzio, avrebbe potuto e dovuto risolvere il problema della memoria nelal sua interezza. E', invece, proprio quella memoria che i militanti collegnesi di SEL, a partire dall'assessore e dalla consigliera comunale, vogliono continuare a tenere monca come si è fatto per molti decenni.
Sarebbe bello se ora finalmente si aprisse un confronto vero tra chi vuole ricordare e chi vi si oppone in modo da rimuovere questo tappo antistorico che oggi non ha ragione di essere, se mai ne ha avuto una.
Giovanni Lava
Per chi ne volesse sapere di più legga su questo blog il post del 2011 (leggi) oppure digiti nel motore di ricerca del Blog di CIVICA "I fatti del 1945" e davvero ne avrà da leggere.