Con il solo voto contrario di CIVICA è stata approvata la delibera Mandelli. Un voto quello di CIVICA maturato nel corso della serata non tanto e non solo per i contenuti della delibera quanto per il metodo adottato e per le motivazioni a favore ascoltate nel corso delle quattro ore di dibattito. Davanti al trionfo dell'arroganza e dell'ipocrisia che almeno uno mantenesse la schiena dritta è apparso come l'unico possibile servizio alla democrazia.
Nei post precedenti è stato illustrato il modo spiccio con il quale si sono consegnati i documenti utili a comprendere la portata della delibera. Vista la complessità della materia, per farsi un'idea precisa, avanzare proposte e proporre emendamenti, occorre del tempo e l'ausilio di consulenti. Pur non essendo un esperto, nel poco tempo a disposizione ho individuato alcune criticità (bonifica del suolo, rapporto proporzionato o meno tra l'interesse pubblico e quello privato, viabilità, tempistica, ecc.) e soprattutto l'applicabilità nel nostro caso della legge 106/2011 e la procedura adottata. Su quest'ultimo aspetto abbiamo interpellato direttamente l'ing. Dezzani, il direttore della Direzione strategica, politiche territoriali ed edilizia della Regione Piemonte, lo stesso a cui nell'agosto scorso si era rivolto il dirigente del settore urbanistica del Comune di Collegno con una serie di quesiti. Ebbene l'ing. Dezzani ha fissato un appuntamento per il prossimo 9 gennaio. Da qui la richiesta di rinvio a termine di regolamento a gennaio della delibera avanzata dal sottoscritto all'inizio della discussione, richiesta messa ai voti e bocciata 17 a 10 e qualche astensione.
A seguire il dibattito c'era un gruppo di cittadini abitanti nella via Torino prospiciente l'area della Mandelli che sottolineava con applausi o disappunto ogni qualvolta ci si esprimeva a favore o contro la delibera. A loro non interessava cosa si sarebbe fatto, ma solo che si facesse. E questo gruppo di cittadini è diventato l'interlocutore di tutti i favorevoli alla delibera, alla fine cioè tutti tranne il sottoscritto. Che si trattasse di 50 mila mq di territorio da trasformare in un punto nevralgico della città importava poco o niente a fronte del desiderio apparente di compiacere quei pochi cittadini. Ovviamente quei cittadini avevano tutte le ragioni di questo mondo ad essere lì e a volere ad ogni costo la bonifica di quell'area degradata sotto il proprio naso da almeno dieci anni. Il loro è un interesse particolare, ma legittimo. Invece di tutti quei cittadini che protestano per l'aria inquinata, per la difficile viabilità, per il troppo cemento in sala consiliare neppure l'ombra, fatta eccezione per un paio di amici di CIVICA e di qualche altro habituè. Non si sono visti gli ambientalisti d'oc, nè i membri della consulta dell'ambiente, nè, dulcis in fundo, i cinquestelle che dovrebbero dal prossimo anno rovesciare come un calzino la politica a Collegno. Assenti, tutti assenti.
Molti consiglieri hanno affermato che quello di ieri sera era il più importante atto della legislatura. Come dargli torto dopo un immobilismo durato 10 anni. Dieci anni che hanno fatto registrare due soli interventi di rilievo, quello sull'area ex Elbi la scorsa legislatura, e quello relativo all'area Mandelli di ieri sera. Entrambi realizzati al traino di società immobiliari. La grande variante promessa che avrebbe dovuto produrre un disegno razionale dell'ambito di via De Amicis non è mai stata fatta e mai si farà. La strada aperta ieri sera farà da battistrada a tutte le altre proprietà dell'ambito di via De Amicis, e si continuerà a spizzichi e bocconi, crisi permettendo, a trasformare tutta l'area, ogni volta avendo come stella polare la compatibilità economica e l'interesse di ogni singola proprietà.
A livello politico quello di ieri sera è stato non solo e non tanto un successo del sindaco, quando di quel gruppo di potere che ha governato e si appresta a governare ancora dopo le prossime elezioni. Rivelatori e patetici poi sono stati gli interventi di alcuni di quelli che avevano promesso sfracelli e poi si sono come sempre allineati e coperti. Una pena. Come quelli dell'opposizione che improvvisamente sono resuscitati dopo cinque anni di sonno, come segnale di essere pronti di fare il salto della quaglia nelle fila della prossima maggioranza.
Ma è stata anche sicuramente una sconfitta mia e di CIVICA, non tanto per il risultato e quell'unico voto contro di cui andare fieri e orgogliosi, quanto per il fatto di essere stati lasciati soli a sostenere quel progetto politico di rinnovamento e di alternanza capace di dare una speranza a questa città. Da tutto ciò sapremo come sempre trarre le giuste e conseguenti conclusioni.
Giovanni Lava