giovedì, dicembre 12, 2013

MANDELLI E I MUSCOLI DEL SINDACO

Respinta la richiesta di rinvio della delibera.
Prova muscolare del sindaco ieri sera nella conferenza dei capigruppo. La richiesta da parte di tutti i capigruppo di minoranza presenti e dei due alleati del Pd, - Rinnoviamo Collegno e Italia dei Valori - di concedere un po' di tempo in più rinviando a gennaio la delibera sulla Mandelli per consentire di approfondirne tutti gli aspetti, vista l'importanza della decisione e la mole degli allegati, è stata respinta senza se e senza ma. A questo punto, considerato che dopo più di 10 anni di inutile attesa un mese in più non cambierebbe nulla, è legittimo il sospetto che dietro tanta protervia vi sia solo un meschino calcolo politico, quello di sfidare tutti i gruppi e partiti diversi dal Pd a votare contro la delibera per potersi poi presentare la prossima primavera davanti agli elettori come l'unico partito in grado di decidere e di risolvere le problematiche della città. Altro che partecipazione e condivisione. Dopo aver creato con le proprie divisioni e immobilismo una situazione di degrado come quella esistente nell'area ex-Mandelli, oggi vogliono presentarsi alla città come unici salvatori della patria, iniziando prima del voto a far vedere che qualcosa si muove con l'avvio della demolizione dell'esistente. Infatti nella delibera si afferma che le demolizioni "saranno avviate entro e non oltre 60 dalla data di approvazione della delibera". Avviate. Sulla fine si vedrà.
Il fatto che dopo mesi di studi e trattative con la proprietà, ai consiglieri siano stati concessi due giorni per prendere visione della delibera e dei numerosi e copiosi allegati, non ha creato alcun imbarazzo. Il fatto che la materia sia tanto complessa che lo stesso dirigente all'urbanistica abbia sentito la necessità di porre numerosi quesiti alla Regione, non ha alcuna importanza affinchè i consiglieri possano a loro volta avvalersi di consulenti per decrittare la complessa materia e avanzare delle proposte. Il fatto che la recente sentenza del Tar sul palazzo Metropolis pare contraddire in qualche punto quanto deciso per la Mandelli, non richiede alcuna verifica.
Entrando un po' più nel merito, il dirigente all'urbanistica ha elencato in commissione i vantaggi per la città. Veli allego nella foto sotto. (cliccare su per ingrandire).
Presentati così sembrano dei "regali". A fronte di tutto questo vi sono 20.218 mq di superficie lorda di pavimento di residenza che tradotti vogliono dire più di 200 appartamenti da 80 metri quadri, almeno ottocento abitanti in più. Una quantità di case e di abitanti di cui Collegno certamente in questo momento in cui perde cittadini non sente la necessità, visto l'invenduto esistente. Un sacrificio necessario, si dice, per riqualificare l'area. Bene stiamo dentro questo ragionamento. Ma allora perchè costringere a sborsare più di tre milioni di euro alla proprietà per monetizzare aree a servizi che non ci sono? Perchè non ridurre la quantità di case da costruire e aumentare sul posto le aree a servizi? Oppure perchè non acquisire quelle aree a servizi esistenti nell'area di via De Amicis o anche solo l'ex vivaio Coppo, un angolo di verde in un'area, quella di via Magenta che di verde non ne ha proprio? Viene presentata la monetizzazione come un grande successo, a me pare invece un grosso limite in un'area che di servizi ha necessità come l'aria - si pensi  solo al problema dei parcheggi.
Esiste poi molto più che un dubbio che la 106 si possa applicare ad un'area a servizi andando al di là del recupero dei manufatti industriali. Si dice che è compatibile con il contesto. Ne siamo sicuri, o dobbiamo poi pendere ancora una volta da un giudizio del Tar? Tar che ha appena sentenziato che l'intervento edilizio debba essere circoscritto e predeterminato. Un intervento per un'area di 40 mila metri quadri può essere inteso come un intervento circoscritto? il beneficio per la città è proporzionato al beneficio economico della proprietà oppure è a scapito dell'uno o dell'altro? E se dovesse risultare più avanti, come è molto probabile, che la bonifica non solo è necessaria ma anche molto costosa, gli interventi promessi saranno realizzati oppure per decenni quella resterà una landa desolata? Che garanzie ci sono? Noi non ne vediamo di garanzie, a parte la demolizione di cui si è già detto, tempistiche non ce ne sono. 
E ancora la viabilità. Come ha ben detto l'architetto della proprietà nella sua sommaria illustrazione in commissione, soluzioni vere non ce ne sono. L'esistenza di una serie di "tappi" ai bordi dell'area non consente soluzioni efficaci. Come modestamente ho fatto notare in commissione tutti questi studi non hanno trovato il tempo di pensare ad una soluzione efficace e definitiva per pedoni e ciclisti che metta in comunicazione il capolinea della metropolitana con il parco Dalla Chiesa, "saltando" il pericolo attraversamento di corso Pastrengo . D'altronde se, come è emerso in commissione, di tutto il progetto sulla mobilità nulla sapeva lo stesso assessore alla mobilità di Collegno, la dice lunga sull'iter che ha avuto tutta la progettazione e il coinvolgimento della stessa giunta.
Bene, di cose da dire, da discutere, da approfondire ce ne sarebbero tante, ma non ci è concesso farlo. E' incredibile come un partito che anche a Collegno appena domenica scorsa ha visto bocciare clamorosamente dalla sua stessa gente proprio quella classe politica che da vent'anni governa la città, non riesca a produrre nulla di nuovo nè nei metodi, nè nei contenuti. Anzi quello che si vede, è solo la presenza dei soliti vecchi arnesi del vecchio partito aggirarsi impettiti in tutte le occasioni pubbliche, compresa questa.
E che dire del rispetto dei cittadini che dovrebbero beneficiare di tutta questa manna promessa dal sindaco e dal suo dirigente? In tanti mesi non si è trovato il tempo per fare neppure un incontro con il quartiere, per non parlare con la consulta per l'ambiente, deceduta anzi tempo o con gli ambientalisti di complemento di cui è ricca la città. "Ghe pensi mi" a tutto, pare affermare il sindaco con il suo comportamento ostinato, che ieri ha detto: "Io rappresento la città". La città è rappresentata solo da lei, l'altro abbondante 50 % che non l'ha votata o perchè non è andata proprio a votare o perchè ha votato per altri, conta meno di niente. Viva la democrazia!
Giovanni Lava