giovedì, dicembre 05, 2013

LA SENTENZA DEL TAR: UN SILURO PER LA MANDELLI

Il sindaco si fa bella per meriti non suoi.
Il Tar ha bocciato i ricorsi della società Metropolis e della società Sistemi contro la delibera del consiglio comunale di Collegno del gennaio scorso. Delibera con la quale si approvava, dopo un'estenuante braccio di ferro tra il sindaco e i consiglieri comunali, le deroghe al piano regolatore per consentire alla società di portare a termine il palazzo di 14 piani di via Antonelli. Sentenza storica si vanta il sindaco. E sentenza storica lo è davvero, perchè il Tar ha respinto il ricorso e ha affermato sostanzialmente quattro cose: a) in primis la competenza del consiglio comunale, b) che "l'intervento edilizio deve essere circoscritto e predeterminato, che lasci inalterato l'assetto urbanistico del resto della zona in cui è ricompreso", c) che deve essere garantito un interesse pubblico e questo deve essere proporzionato ai benefici economici che l'intervento produce per il privato; d) l'interesse pubblico non può ridursi ad una mera riqualificazione dell'area.
Il sindaco, evidentemente smemorato - vada a rileggersi i verbali - dimentica che lei e i suoi tecnici volevano ad ogni costo che il consiglio comunale approvasse le deroghe senza alcuna contropartita per la città. Dimentica come avessero preso per oro colato le tesi dell'avvocato interpellato dall'amministrazione, il quale sosteneva nella sostanza le tesi bocciate ora dal Tar. Dimentica come anche in quell'occasione si fece del "terrorismo" per piegare la volontà dei consiglieri comunali, adombrando possibili richieste di danni da parte della proprietà se non si fosse detto sì alla delibera del sindaco con le deroghe al piano regolatore necessarie all'approvazione del permesso di costruire presentato da Metropolis. Solo la caparbietà di molti consiglieri, e in primo luogo alcuni di maggioranza, fece sì che si quantificasse l'interesse pubblico nel 50% di alloggi da destinare ad edilizia convenzionata e di questi il 30% ad affitti calmierati. Ora il Tar ha stabilito che il consiglio comunale aveva ragione e che la richiesta fu congrua, per conseguenza ha dato ragione al sindaco come rappresentante legale del Comune, ma di fatto le ha dato torto insieme ai suoi tecnici che sostenevano allora tesi molto diverse da quelle che sono poi andati a difendere davanti al Tar.
Dicevamo nel titolo che queste sentenze sono un siluro al progetto Mandelli, almeno a quello che si vorrebbe portare in consiglio a breve. Innanzitutto nel voler spacciare la mera riqualificazione dell'area per interesse pubblico tout court, poi l'intenzione di far passare con la scusa della legge 106 una vera e propria variante urbanistica ( più di 50 mila mq di superficie, altro che intervento edilizio circoscritto), infine la proporzionalità tra il guadagno del privato e quello del pubblico.
I nostri eroi vorranno smentire il Tar ancor prima che si asciughi l'inchiostro con cui il tribunale amministrativo ha scritto le due sentenze il 28 novembre scorso?
Giovanni Lava