domenica, dicembre 15, 2013

CONSIGLIO COMUNALE DEGRADATO AD ASSEMBLEA DI CONDOMINIO

La delibera Mandelli deve essere approvata costi quel che costi.
L'arroganza è sempre compagna della debolezza. I forti non hanno bisogno per affermarsi di sotterfugi o scorciatoie. Al sindaco e al suo presidente del consiglio non è bastato respingere la richiesta di rinvio della delibera sulla Mandelli (vedi post precedente). Hanno sentito l'urgenza, dopo aver convocato per giovedì 19 il consiglio comunale,  di riconvocarlo in seconda convocazione anche per il giorno dopo, venerdì 20 dicembre, in modo da scongiurare il rischio della mancanza del numero legale. Come tutti sanno in seconda convocazione tutte le assemblee sono valide indipendentemente dal numero dei partecipanti. In soldoni, se giovedì sera, come era accaduto un anno fa per la delibera Metropolis, venisse a mancare il numero legale, il giorno dopo anche solo la presenza del sindaco e del suo presidente del consiglio sarebbero sufficienti ad approvare la delibera Mandelli. Il consiglio comunale viene ridotto così alla stregua di un'assemblea di condominio o di qualsiasi altro soggetto, dove l'alto numero degli aventi diritto rispetto al numero consueto dei partecipanti rende indispensabile la doppia convocazione.
Nel caso del consiglio comunale la doppia convocazione di norma viene fissata in occasione della seduta sul bilancio. A Collegno, invece, viene usata come una rivoltella puntata alla testa di quei consiglieri che non condividendo la delibera potrebbero ricorrere all'abbandono della seduta per far mancare il numero legale e così rinviare la delibera ad un esame successivo. Far mancare il numero legale è un legittimo strumento di lotta politica che però è possibile praticare solo quando la maggioranza non è in grado di essere tale.
Questa volta la doppia convocazione la dice lunga sulla solidità della maggioranza e sulla fiducia che in essa nutre il nostro sindaco. Ma che vittoria politica sarebbe per l'amministrazione e per il suo partito di maggioranza assoluta che è il Pd l'approvazione della delibera Mandelli da parte di una minoranza di consiglieri?
La doppia convocazione ci dice quanto bruci ancora proprio la vicenda Metropolis. Forse è il caso di farne un breve riassunto. Circa un anno fa il sindaco portò in consiglio comunale la delibera Metropolis con la richiesta al Consiglio comunale di approvare le deroghe al piano regolatore affinchè il palazzaccio di via Antonelli potesse essere completato sulla base della stessa legge 106/11 che oggi viene invocata per la Mandelli. Forte del parere di eminenti avvocati si disse che l'interesse pubblico era rappresentato dal puro e semplice completamento dell'edificio. Molti consiglieri di maggioranza e di opposizione sostenevano invece che non fosse sufficiente. Chiesero il rinvio della delibera e il sindaco come oggi la negò. Si arrivò in consiglio comunale e il rinvio fu inevitabile visto che il sindaco si ritrovò senza una maggioranza che l'approvasse. Imperterrita riconvocò il consiglio senza ascoltare ragioni, e qui venne a mancare il numero legale. Solo al terzo consiglio comunale finalmente la delibera passò, ma nel frattempo l'interesse pubblico era diventato più tangibile con il 50 % di alloggi da destinare ad edilizia convenzionata e il 15% ad affitti calmierati. La società Metropolis non accettò quanto stabilito in delibera e fece ricorso al Tar per ottenerne l'annullamento. Pochi giorni fa abbiamo riferito della sentenza del Tar che ha respinto il ricorso e confermato la correttezza delle decisioni del consiglio comunale. Il sindaco si è vantata di quel risultato, peccato che fosse stato per lei la delibera sarebbe stata approvata nella versione iniziale. Solo la testardaggine del consiglio comunale, minacciato di sfracelli per quella decisione, un anno fa fece sì che la delibera potesse essere migliorata nell'interesse della città.
Se un anno fa fosse stato convocato come oggi il consiglio comunale in doppia seduta, non ci sarebbero stati i miglioramenti che sappiamo. La memoria di quanto accaduto un anno fa avrebbe dovuto consigliare una maggiore disponibilità e confronto con il consiglio comunale. Invece ci troviamo non solo davanti alla forzatura di portare la delibera alla discussione dopo pochi giorni dalla pubblicazione della complessa e copiosa documentazione, ma anche davanti ad un vero e proprio escamotage che deve consentire l'approvazione della delibera ad ogni costo anche in assenza di una vera maggioranza. Allora è d'obbligo la domanda: cosa si nasconde di così ultimativo sotto la Mandelli?
Giovanni Lava