Da sinistra: Stefano Caselli, Mariano Turigliatto, Maria Grazia Cavallo
e Giovanni Lava
Giustizialismo e garantismo
La presentazione del libro L'Amministrazione della giustizia nel distretto di Torino ieri sera alla Sala delle Tessitrici è stata l'occasione per affrontare il tema giustizia in molti dei suoi aspetti, a cominciare dai fatti di questi giorni. (L'intervento di apertura di Giovanni Lava viene pubblicato sotto).
Mariano Turigliatto ha affrontato il tema del suo contributo pubblicato nel libro "Oltre gli scandali: la zona grigia delle pubbliche amministrazioni", mettendo l'accento sulla necessità che i pubblici amministratori rendano conto davvero delle loro scelte, cosa che si fa sempre meno. L'avvocato penalista, membro di Libertà e Giustizia, Maria Grazia Cavallo si è soffermata soprattutto sulle garanzie presenti nel processo penale italiano. "La civiltà di un popolo non sta tanto nei diritti dell'accusa, quanto nel livello raggiunto dai diritti della difesa" ha sentenziato. Infine Stefano Caselli, giornalista del Fatto Quotidiano, ha difeso il diritto dovere dei giornalisti di violare la privacy dei personaggi pubblici, se ciò serve a dare ai cittadini un quadro completo della realtà che circonda la politica. "Ci sono fatti che pur non essendo rilevanti per il processo penale rappresentano uno spaccato di costume tale da meritare di essere portati alla conoscenza dei cittadini, affinchè si formino un'opinione consapevole".
Di seguito riportiamo il commento del responsabile di Libertà e Giustizia Zona Ovest Valter Morizio.
Commento di Valter Morizio
Interessante dibattito ieri sera in occasione della presentazione del libro "Legalità , giustizia , lotta alla corruzione " sullo stato dell' amministrazione della giustizia nel Distretto di Torino.
Mattatrice della serata l'amica avvocato Maria Grazia Cavallo che, alla luce della sua esperienza professionale, ha evidenziato quali sono, sopratutto nel processo penale, sia le caratteristiche del processo italiano secondo la tradizione del diritto romano-germanico rispetto a quello anglosassone e come il nostro sia molto più garantista per l'imputato rispetto a quello in vigore in altri paesi.Ha inoltre illustrato la sua contrarietà alla separazione fra le cariere tra PM e Giudici, in quanto esulano da tutta l'impostazione culturale del nostro dirittto, che neppure sotto il fascismo con il codice Rocco venne intaccata.
Nella presentazione del libro fatta dall' amico Giovanni Lava non sono mancati i richiami alla situazione politico-giudiziaria che coinvolge il nostro premier e lo scontro in atto fra le Istituzioni che rende fragile la nostra democrazia
In tema dell'amministrazione della giustizia nel nostro paese è sicuramente uno di quelli sentiti dal cittadino, come evidenziato dai numerosi interventi del pubblico. Il dibattito ha messo in rilievo come i problemi si annidino più nel processo civile, che il quello penale.Purtroppo sia il libro che il dibattito si è focalizzato più sui temi della giustizia penale, che di quella civile.
Credo varrà la pena organizzare un'altra occasione d'incontro per approfondire gli aspetti negativi dell' amministrazione della giustizia civile.
Valter Morizio
Coordinatore di Circolo Rivoli-Zona Ovest
Intervento di Giovanni LavaIn Italia la giusizia non funziona, ma anche quel poco dà fastidio,
quando vengono toccati certi interessi. (Giancarlo Caselli)
Presentiamo stasera un libro che merita davvero leggere, perché ha un pregio di non poco conto: contiene opinioni illustri sulla giustizia, ma soprattutto contiene cifre, statistiche e dati relativi all’amministrazione della giustizia nel distretto di Torino che rendono giustizia, appunto, delle accuse spesso superficiali e qualche volta frutto di analisi molto interessate.
Per noi di Civica che abbiamo organizzato questo incontro insieme a Libertà e Giustizia Zona Ovest e al circolo La Meridiana di Rivoli interessa nel presentare il libro ovviamente anche affrontare il tema del rapporto tra giustizia e politica, giunto in Italia ormai allo scontro finale.
Prima di lasciare la parola ai nostri illustri ospiti, mi preme sottolineare un aspetto dello scontro tra politica e giustizia. Uno scontro che badate bene è fisiologico in qualsiasi forma di stato. Lo scontro in Francia prima della Rivoluzione tra il potere assoluto del re e la magistratura pare fosse al calor bianco. In una democrazia però il conflitto tra i due poteri dovrebbe trovare sufficienti camere di compensazione capaci di evitare la delegittimazione reciproca.
La domanda è: perché in Italia ciò non è più possibile? E’ solo colpa dei guai giudiziari di Berlusconi? Io credo di no. Se così fosse, probabilmente non saremmo giunti a questo punto, perché Berlusconi sarebbe stato fermato dai suoi stessi alleati di partito o di coalizione. Credo che il conflitto si è fatto così aspro e devastante al punto da mettere a rischio le stesse istituzioni democratiche certo a causa dei guai di Berlusconi, ma anche e soprattutto per il fatto che la magistratura è apparsa - e di fatto è stata - l’unico vero ostacolo alla realizzazione di un regime populistico-mediatico-affaristico diffuso su tutto il territorio nazionale e spesso trasversale ai partiti di maggioranza e di opposizione.
Un esempio per me rilevante lo ha fornito l’inchiesta sulla cricca che nuotava intorno alla Protezione Civile di Bertolaso. Quell’inchiesta ha mandato a monte la trasformazione della Protezione Civile in Spa. Un’entità capace di gestire tutto, dalle emergenze nazionali (terremoti, alluvioni, rifiuti, frane …) ai grandi eventi, bypassando leggi, norme, strutture legali, un’entità che all’Aquila ha agito come una vera e propria organizzazione paramilitare al servizio del regime.
Non vi tedierò con i tanti altri casi in cui un’inchiesta della magistratura ha fatto arenare se non mandato a monte affari e progetti organici ad una gestione del potere al di fuori di ogni controllo e di ogni regola.
Allora la magistratura giocoforza è diventata il potere autonomo da abbattere per far sì che il berlusconismo con Berlusconi o senza Berlusconi possa trionfare definitivamente sul nostro povero paese. Ecco perché credo che ogni sincero democratico non possa che schierarsi a fianco dei magistrati in questo momento storico a costo di passare per giustizialista. Se difendere l’ordine democratico comporta essere giustizialisti, ebbene io sono un giustizialista convinto.
Giovanni Lava
E' possibile acquistare il libro presso la libreria Il Laboratorio di Collegno