Sala semivuota: tutti al bar
Chi ha paura delle interrogazioni?Surreale. Ha sentenziato il sindaco giovedì sera in consiglio comunale a proposito della mozione presentata da CIVICA, Udc e Lega Nord che chiedeva all'assessore Macagno di render conto dei suoi giudizi tranchant sui partiti di opposizione e di chiedere scusa. "Surreale" gli ha fatto eco con grande originalità il coordinatore del Pd Antonio Garruto!
Surreale lo è davvero quello che accade in consiglio comunale in particolare dalle 18,30 alle 19,30 durante l'ora di discussione delle interrogazioni presentate dai consiglieri all'amministrazione. Fatta eccezione per i consiglieri della Lega, di Civica e dellUdc, che poi sono quelli che interrogano di più sindaco ed assessori, degli altri consiglieri c'è chi arriva abitualmente dopo, chi bivacca stravaccato nell'attiguo locale adibito per l'occasione a bar. Quei pochi poi che stazionano in sala chiacchierano amabilmente in attesa che l'ora delle interrogazioni sia terminata prima di prestare un minimo di attenzione. Forse anche a causa di tutto ciò il Pd per bocca del suo capogruppo da tempo insiste nel voler declassare le interrogazioni da evento pubblico a fatto privato, volendo copiare quanto accade in parlamento, dove il rito dell'interrogazione e della risposta si svolge in un'aula paurosamente deserta. La proposta è quella di far iniziare il consiglio comunale un'ora prima senza che sia necessario come accade ora il numero legale, cioè che in aula ci sia almeno la metà più uno dei consiglieri. Non è difficile immaginare che cosa accadrebbe: il consigliere interrrogante si troverebbe da solo con l'assessore che risponde. L'interrogazione sarebbe retrocessa a fatto privato, appunto, tra il consigliere e l'assessore. Quindi prima con il discutibile comportamento di essere presenti solo pro-forma si è svuotato il senso delle interrogazioni davanti a tutto il consiglio comunale, poi con una norma ad hoc si vorrebbe cancellarle di fatto. Alla maggioranza interessano poco le interrogazioni in quanto si tratta di uno strumento utilizzato moltissimo dalle opposizioni e solo raramente dai consiglieri di maggioranza ai cui occhi sono solo una scocciatura. Eppure non c'è nulla di più sbagliato della sottovalutazione del ruolo che la presentazione di interrogazioni svolge nel rapporto tra cittadini e amministratori. Basta prendersi la briga di scorrere l'elenco delle interrogazioni in attesa di essere discusse per rendersi conto di quanta parte dell'attività amministrativa sia interessata dalle domande dei consiglieri, domande che al 90 % sono poste per interposta persona da cittadini che si sono rivolti ai consiglieri per segnalare problemi, ottenere informazioni, esprimere il proprio disappunto. Spesso dopo essersi rivolti direttamente agli uffici comunali senza avere avuto soddisfazione. Ad un'amministrazione attenta e intelligente dovrebbe stare molto a cuore il rapporto con i cittadini proprio sul terreno delle cose minute, ma concrete, cioè quelle che alla fin fine interessano la gente comune. Una parte poi delle tanto bistrattate interrogazioni servono ad esercitare quel controllo democratico sulle azioni di chi governa che per quanto fastidioso costituisce pur sempre il sale di una sana democrazia.
Se il ruolo delle interrogazioni è così importante, perchè sono tanto sottovalutate e non trovano l'attenzione che meriterebbero? Un motivo va cercato nel fatto che l'ora delle interrogazioni spesso è davvero noiosa. Prima di buttarle via, bisognerebbe chiedersi perchè sono così noiose. Ad essere noiose, però, quasi mai sono le domande, che sono sempre molto scarne e secche. Ad essere spesso mortali sono le risposte. Qualche volta suscita persino tenerezza la vista degli assessori perduti tra pagine e pagine di risposte incomprensibili che partono da Adamo ed Eva in perfetto burocratese. Cosi ad una interrogazione che prende mezzo minuto corrisponde una risposta che si dilunga per un quarto d'ora. Una vera pena, mortificante per l'intelligenza di chi legge e ancor di più per chi ascolta. Non si capisce perchè un assessore debba ridursi a leggere la risposta logorroica scritta da un altro. Ovviamente non sempre è così, ma sono le risposte mortali ad avere il sopravvento. Allora con tutta la buona volontà anche il consigliere più masochista come può essere il sottoscritto si perde nel labirinto di risposte tanto lunghe quanto senza nè capo nè coda. A questo si potrebbe e dovrebbe rimediare facilmente con una risposta sintetica dell'assessore, che dovrebbe riassumere e tradurre il contenuto di burocrati dalla penna facile. E se non ce la fanno, ci si affidi agli addetti alla comunicazione del Comune che potrebbero rendere potabili le risposte. In definitiva prima di buttare a mare le interrogazioni, bisognerebbe forse ragionarci un po' e trovare il modo di valorizzarle invece di volerle mortificare.
Giovanni Lava