L'ordinanza del sindaco ancora non è stata emessa e già è scattata la protesta dei tabaccai che hanno voluto incontare i consiglieri comunali per presentare le loro lagnanze. La volontà del consiglio comunale che con una delibera del 30 novembre scorso ha approvato il regolamento per la detenzione e il funzionamento delle macchine da gioco negli esercizi pubblici è stata quella di porre delle limitazioni di orario e di dislocazione in città in modo da cercare da limitare i danni di un'abitudine sempre più radicata e che in alcuni casi provoca una dipendenza pericolosa.
Il regolamento per esempio limita l'orario di utilizzo delle macchinette mangiasoldi dalle ore 14 alle ore 22 e impedisce di collocare sale da gioco a distanze inferiori a 500 metri da luoghi sensibili come scuole, parrocchie, ecc. L'obiettivo è quello di ridurre il rischio di coinvolgimento dei giovani, anche se ufficialmente le slot-machines sarebbero vietate ai minori di 18 anni. L'iniziativa è nata a seguito dell'allarme lanciato dal Servizio delle tossicodipendenze dell'Asl 3 che da anni monitora il fenomeno delle cosiddette ludopatie e fornisce un aiuto alle persone che decidono di farsi curare. Sì, perchè è sempre più frequente il caso di famiglie rovinate dal vizio del gioco di uno dei suoi membri. Risole solo alla settimana scorsa il caso della donna che si è inventata di essere stata scippata e derubata di 250 euro che in realtà erano stati giocati al Gratta e Vinci. All'incontro con i consiglieri comunali era presente il segretario provinciale della categoria che ha rappresentato uno scenario più che fosco per i suoi associati: svalutazione della loro attività, licenziamenti, mancato incasso pari almeno al 50 per cento. La Lottomatica, il leader mondiale nel mercato regolamentato dei giochi, per conto suo ha invece presentato un ricorso al Tar. Pare ce ne sia un altro in preparazione, ma non si è capito bene da parte di chi. All'incontro era presente il sindaco, l'assessore al commercio e anche un operatore del servizio dell'Asl, che ha presentato l'altra faccia del problema. Intanto in barba alla legge, da un sondaggio che ha effettuato l'Asl, i minori che hanno giocato almeno una volta sono il 72 %, nel 2004 erano poco più del 40 %. Trecento sono le cartelle aperte dal 2004 ad oggi, trecento giocatori patologici che si sono rivolti all'Asl in cerca di aiuto. I giocatori patologici rappresentano l'1,4% della popolazione totale, mentre ammontano al 5,6% i giocatori definiti problematici. Si tratta di milioni di persone che hanno un rapporto pericoloso con il gioco. I tabaccai hanno respinto e definito esagerato il quadro rappresentato. A loro interessa che non venga uccisa la gallina dalle uova d'oro rappresentata dai giocatori che passano il loro tempo a giocare con quelle che ora vengono chiamate videolottery. Il 75 % del denaro giocato per legge deve tornare nelle tasche dei giocatori. Ad arricchirsi è lo Stato con incassi ogni anno più cospicui, pare fino a 60/70 miliardi di euro all'anno. E poi per i gestori delle macchinette, il rischio più grande viene dal Gratta&Vinci, gioco che non viene toccato dal regolamento approvato dal consiglio comunale, e dai sempre più diffusi giochi online. E' lì a casa loro lontano dagli occhi di chiunque che gli italiani sempre più si giocano una fortuna. La richiesta più pressante è stata quella di non avere orari differenti tra comuni vicini. I giocatori incalliti farebbero in fretta a trasferirsi a giocare nel comune vicino. Negoziazione, è stata la parola magica del rappresentante dell'Asl che ha sostenuto che nessuno vuole condurre delle crociate, ma solo con la collaborazione degli esercenti dei giochi si possono avere dei risultati. Il sindaco è stato lapidario: fino a che il Tar non si pronuncia, nessuna modifica ha senso che venga pensata o fatta.
Giovanni Lava