lunedì, novembre 01, 2010

Collegno città della Retorica

Una vera e propria bagarre si è scatenata al termine dell'ultimo consiglio comunale quando il consigliere della Lega Nord Ceretto si è messo a declamare in piemontese il testo della mozione "Non c'è pace senza rispetto".
Si è assistito a urla e ad un fuggi fuggi generale dai banchi della maggioranza e anche dell'opposizione da parte di chi riteneva che si trattasse di un vero e proprio attentato alla Patria. Una scena  ridicola e paradossale. I leghisti, furbescamente, pur di poter declamare in piemontese, hanno cercato di sfruttare la passione retorica che vige a Collegno da un po' di lustri per la parola Pace tra le forze politiche del centrosinistra. I "pacifisti" sono fuggiti davanti a tanto vilipendio, quasi che paradossalmente parlare in piemontese in Piemonte fosse un sacrilegio. In realtà si stavano scontrando due fondamentalismi uguali e contrari, visto che alla richiesta della Lega di appiccicare sotto i cartelli stradali di Collegno la scritta "Città della Pace" in piemontese, il presidente del Consiglio comunale proponeva di metterlo anche in italiano. Solo l'intervento deciso del consigliere di CIVICA, Giovanni Lava, ha posto fine alla stucchevole trattativa, quando ha affermato di ritenere ridicola questa rincorsa a chi scrive il motto più accattivante sotto l'indicazione della città di Collegno, che la scritta va bene così come è, che Collegno basta e avanza.