lunedì, novembre 24, 2014

UN MARZIANO A COLLEGNO

Da sinistra: il sindaco di Collegno Casciano e il sindaco di Messina Accorinti

Renato Accorinti, il sindaco pacifista e antimafia di Messina ospite del Sindaco e della Fabbrica della Pace.
Ascoltare Renato Accorinti è un'esperienza che lascia il segno (per chi non sapesse chi è, legga la sua biografia su Wikipedia). E proprio perchè lascia il segno, lascia basiti l'invito e la calorosa accoglienza riservatagli a Collegno. Renato Accorinti è stato eletto un anno fa sindaco di Messina sovvertendo ogni pronostico, battendo al ballottaggio con la sua sola lista civica il candidato locale del Pd appoggiato da ben otto liste (compresi Udc e Crocetta) che al primo turno aveva raggiunto il 49,9% dei consensi e che non era stato eletto per 50 voti. 
Accorinti è un grande affabulatore che dall'alto del suo quarantennale impegno civile senza soste e senza confini non può non affascinare. Di seguito alcune delle sue affermazioni raccolte venerdì.
La politica deve essere la più alta forma di carità.
Il politico deve essere un esempio limpido e puro per tutti.
Occorre sentirsi fortunati di poter servire gli altri, una cosa che fa sentire bene.
In politica bisogna prendere esempio dall'amore delle madri per i propri figli.
Essere concreti come lo sono i sognatori se si vuole unire il cielo e la terra.
Non bisogna deprimersi se si è poveri, l'importante è non essere dei poveracci e poveracci lo si può essere anche con il portafoglio pieno.
Pacifista, antimilitarista, da sempre in lotta contro le mafie, fondatore del movimento No-ponte di Messina, Renato Accorinti promotore di innumerevoli iniziative nazionali e internazionali ci avverte di come la maggioranza degli italiani si sia ammalata di egoismo, di come tutti ci siamo ammalati di egoismo, ma non per questo bisogna scoraggiarsi e mollare. Dobbiamo avere fede e credere anche a ciò che può apparire impossibile. La sua elezione a sindaco è stata un'impresa impossibile che  si è realizzata perchè i cittadini l'hanno creduta possibile.
Certo chi si fosse recato all'incontro sulla base dell'invito dal titolo "Prevenzione e lotta alle infiltrazioni mafiose nei territori e nelle Pubbliche Amministrazioni” è tornato a casa sapendone nè più nè meno come prima. Sarà per questo che il sindaco di Rivoli seduto davanti a me sembrava sempre più una statua di sale. Se era venuto per avere lumi su come prevenire le infiltrazioni mafiose a Rivoli dopo che l'operazione Minotauro ha rivelato una presenza importante della 'Ndrangheta nella sua città, è tornato a casa con le pive nel sacco. E non molto entusiasta o quanto meno distratto appariva anche il sindaco di Grugliasco Montà che come presidente di Avviso Pubblico di lotta alla mafia è un vero esperto. L'unico a sprizzare felicità da ogni poro era Francesco Casciano, infatti se Accorinti poteva indossava una T Shirt con la scritta Free Tibet, lui pareva indossarne una invisibile con la scritta Free mafia a Collegno.
Mentre Accorinti parlava e raccontava la sua esperienza amministrativa, di come lui abbia scelto da solo otto assessori supercompetenti senza lottizzazioni di sorta, di come uno dei suoi assessori si sia dimesso da direttore del CNR per potersi mettere a sua disposizione, non si poteva non sorridere al pensiero di quanto è accaduto invece a Collegno e nei comuni vicini, alla lottizzazione delle poltrone e dell'assoluta inconsistenza delle loro professionalità. Tra l'esperienza di Accorinti e quella dei nostri sindaci c'è la stessa distanza che ci può essere tra il giorno e la notte. Se pensiamo alle coalizioni che hanno raffazzonato, imbarcando di tutto e di più pur di poter vincere, al cemento che hanno colato sui nostri territori, non sappiamo proprio che cosa hanno in comune con Accorinti e che cosa hanno voluto dimostrare con l'invito ad una persona come lui che fa l'esatto contrario di ciò che fanno loro. La risposta va cercata nell'ipocrisia e nella retorica di cui sono maestri. E questo che ce li rende doppiamente indigesti, per la distanza siderale che corre tra quanto predicano e quanto praticano. Invitare Accorinti è stato come volersi lavare la coscienza dalle proprio malefatte, appuntarsi una medaglia che non gli spetta assolutamente. Un tentativo patetico di voler rappresentare tutto e il contrario di tutto, tranne poi fare le boccucce contrite e cascare dal pero quando come a Rivoli l'"amico" Demasi è stato arrestato come capo della locale cellula della 'Ndrangheta, uno da sempre chiacchierato e indicato come un sospetto mafioso. E per anni Demasi ha avuto un ufficio anche a Collegno e ha operato in tutta la Zona Ovest senza ostacoli di sorta.
Giovanni Lava

giovedì, novembre 20, 2014

LA COLLEGNO DA BERE


La torre di proprietà del Comune di piazza Maestri del lavoro d'Italia n. 55
Collegno 2000 srl fallita, il Comune avanza crediti per un milione e ottocentomila euro.
La TOP liquidata, Collegno 2000 fallita, una vera sfiga per chi aveva la sede nella torre di proprietà del Comune all'interno del PIP, torre messa  inutilmente all'asta da anni a prezzi stracciati ma che nessuno vuol comprare. Un successo su tutta la linea!
Per dieci anni la Collegno 2000 srl di Franco Cardinali e C. ha fatto il bello e cattivo tempo a Collegno: Castorama (oggi Leroy Merlin), Carrefour, Unieuro, Italmacello, Ikea, area ex Elbi, Golf Hotel sull'area dell'ex ospedale psichiatrico di Savonera, di cui si trova ancora la descrizione sul Web ... Un'interrogazione al sindaco da parte del sottoscritto nel febbraio 2012 mandò a monte l'ultimo "affaruccio" di Collegno 2000 a Collegno, una permuta di lotti all'interno del Pip, ma per dieci lunghi anni Collegno 2000 aveva imperversato in lungo e in largo. Non c'è stata iniziativa immobiliare milionaria che non li abbia visti protagonisti. Non c'è stato contadino, proprietario di terre o di immobili lungo la Statale 24 che non sia stato avvicinato, blandito, pressato affinchè cedesse i propri beni. I miliardi di lire prima, i milioni di euro poi, abbondanti come noccioline. Non si contano le varianti al piano regolatore approvate dalle maggioranze in consiglio comunale che andavano incontro alle proposte della società. Perfino l'ultima variante, la n. 14 del marzo 2011 sulla riduzione delle fasce di rispetto, "casualmente" avrebbe potuto comportare qualche ricaduta interessante per Collegno 2000.
Ma bisogna andare ai primi anni del decennio scorso per avvertire la "Collegno da bere". Un piccolo cammeo risalente proprio all'anno 2000 che mi vide protagonista involontario fa di me un testimone oculare. Il sindaco D'Ottavio voleva celebrare a suo modo il passaggio del millennio e così, oltre a far seppellire cimeli e una sua lettera sulla piazza del Municipio (là dove c'è lo stemma della città in marmo) come un principe rinascimentale pur di trasmettere la propria gloria ai posteri commissionò un libro che io curai per l'Editrice Luna Nuova. Libro dal titolo "Collegno nell'anno 2000". Un volume di 64 pagine tutte a colori, pieno di foto che esaltavano la città di Collegno e il suo sindaco. Ebbene quel libro dalla copertina rigida stampato in migliaia di copie fu pagato proprio da Collegno 2000 appena arrivata in città portandosi dietro una montagna di quattrini da spendere. Come Franco Cardinali e C. siano arrivati a Collegno ancora non ce l'hanno mai spiegato, chi è stato il Caronte a traghettare Collegno 2000 da Terni nella nostra città non si sa, anche se non ci vuole la zingara per indovinarlo.
Tanto l'arrivo fu roboante, tanto la partenza è avvenuta furtivamente e in punta di piedi. Sono spariti, lasciando debiti a destra e a manca. Ora gli uffici comunali hanno fatto i conti e c'è da farsi venire un colpo: il Comune vanta un credito di 1.838.087,703 euro. Il debito di  Collegno 2000 verso il Comune fa impallidire quello lasciato dalla TOP.
Ironia della sorte il sindaco che ha dovuto firmare l'istanza alla curatrice fallimentare con i conti di quanto dovuto da Collegno 2000 è stato Francesco Casciano che da buon condomino negli anni della "Collegno da bere" nella veste di presidente della TOP saliva e scendeva le stesse scale dei dirigenti e professionisti di Collegno 2000 e li aveva come affittuari. Lo stesso presidente della TOP che, partecipando allo sportello unico del maggio 2010 per la permuta dei lotti nel Pip, non aveva nulla da dire anche se da circa un anno Collegno 2000 non pagava l'affitto alla stessa TOP.
E' paradossale quello che emerge dal decreto sindacale (leggi) del 14 novembre scorso. Nonostante il lungo elenco delle inadempienze contrattuali della società e dei mancati pagamenti, dal contributo del costo di costruzione (anni 2004/2006), ai maggiori oneri di esproprio, all'affitto dei locali che non viene più pagato per intero dall'aprile 2009 e del tutto dall'agosto successivo, il Comune di Collegno non solo intrattiene rapporti ma sottoscrive lo scambio dei lotti tra Collegno 2000 e la Pasticceria Torino nel maggio 2010 e proroga la firma della relativa convenzione di mese in mese fino a tutto il 2012.
Noi facciamo i nostri migliori auguri affinché il milione e ottocentomila euro vengano recuperati dal Comune di Collegno, ma temiamo che facciano la stessa fine dei 3200 euro che Collegno 2000 deve al sottoscritto come risarcimento delle spese legali sostenute per difendersi dalle loro iniziative giudiziarie come stabilito dal tribunale di Terni.
Una considerazione finale: possibile che anche di questa ennesima debacle amministrativa non ci siano responsabili? Che nessuno venga chiamato a rispondere degli errori o di eventuali mancanze? Anche se in Italia ormai la giustizia è un opzional obsoleto, visto che anche nei pochi casi di condanna per reati anche gravissimi in primo grado, nessuno paga mai niente tra assoluzioni in secondo grado, in cassazione, riduzioni di pena e prescrizioni varie. La scandalosa sentenza Eternit insegna. Perciò, tranquilli, se responsabili ci sono, questi possono dormire sonni tranquilli. Forse.
Giovanni Lava
P.S. A chi interessa, può leggersi  l'interrogazione (leggi) presentata il 20 novembre 2014


sabato, novembre 15, 2014

LA NOMINA PRESIDENTE CIDIU CONFLIGGE CON IL DECRETO LEGGE 39/2013

La sede del CIDIU a Collegno
Gli ex assessori non possono essere nominati in una azienda pubblica prima di un anno.
Al momento non ci è dato sapere che cosa risponderà il sindaco all'interrogazione protocollata martedì 11 novembre, ma la nomina dell'ex assessore Scolaro a presidente del CIDIU a nostro avviso confligge con l'articolo 7, comma 2, del decreto legge 8 aprile 2013, n. 39. La legge infatti recita: "a coloro che nell'anno precedente abbiano fatto parte della giunta o del consiglio di una provincia, di un comune con popolazione superiore ai 15.000 abitanti o di una forma associativa tra comuni avente la medesima popolazione, nella stessa regione dell'amministrazione locale che conferisce l'incarico, […] non possono essere conferiti:  […] d) gli incarichi di amministratore di ente di diritto privato in controllo pubblico (è il caso del CIDIU) da parte di una provincia, di un comune con popolazione superiore a 15.000 abitanti o di una forma associativa tra comuni avente la medesima popolazione".
Allora come l'assemblea dei soci del CIDIU, costituita dai sindaci, ha potuto soprassedere alla legge e procedere alla nomina? Certo non per ignoranza della norma. Siamo curiosi di conoscere il cavillo in base al quale è stata ritenuta legittima. Eppure lo scopo della legge è chiaro. Una legge che tra l'altro è stata fortemente voluta e poi votata dal Pd, il partito a cui sono iscritti la gran parte dei sindaci soci del CIDIU.
Il decreto rientra tra quei provvedimenti legislativi che dovrebbero combattere, prevenendolo, il cancro della corruzione nella pubblica amministrazione. Proprio nella occupazione da parte dei partiti delle poltrone di Asl e società controllate e/o partecipate dai comuni, provincie e regioni è stato visto a torto o a ragione il contesto dal quale si alimenta la corruzione e il malcostume politico amministrativo imperante nel nostro paese. Certo il decreto in questione è una sorta di pannicello caldo per quietarsi l'animo e prendere in giro il popolo. Infatti un solo anno è cosa risibile. Qui da noi pure quell'anno, però, è di troppo! In un anno possono accadere tante cose, anche correre il rischio di essere dimenticati. Così infischiandosi della legge si è proceduto ugualmente alla nomina.
Il tema ci è particolarmente caro, tanto che CIVICA ha presentato una proposta di delibera che, per le nomine che dipendono dal comune, venga fatto divieto di essere nominato a chi ha ricoperto incarichi amministrativi nei cinque anni precedenti. Più che la corruzione, che segue altri canali, a noi preme combattere il malcostume per cui le scelte politiche amministrative adottate mentre si ricopre la carica di sindaco o di assessore  possano essere subordinate all'interesse personale di prepararsi il terreno in modo tale che al termine del proprio mandato vi sia già pronta un'altra poltrona pronta per il proprio sedere.
Della giunta Accossato, a parte i due che sono caduti in disgrazia per "scelte" politiche che li han resi poco affidabili agli occhi della casta (Pirrello e Zurlo) e la Tiziana Manzi che è arrivata solo seconda nelle preferenze, quindi ha dovuto cedere il passo a Manfredi e accontentarsi di fare il semplice consigliere, gli altri quattro sono stati tutti "sistemati": Martina è rimasta assessore, promossa all'urbanistica, Tenivella alla presidenza del Consiglio Comunale, Macagno nello staff del sindaco e Scolaro alla presidenza del CIDIU. Se ci si comporta bene, non si butta niente.
L'episodio ci rende politicamente tristi , perchè nonostante le analisi, le promesse di cambiamento, i buoni propositi, ad ogni giro si affonda un po' di più. Così accade in Italia, così a Collegno.
Giovanni Lava

giovedì, novembre 13, 2014

AZIENDA RIFIUTI TRA SEGRETI E MEZZE VERITA'


L'impianto Punto Ambiente da ristrutturare
Il Grande Fratello veglia su di noi.
Sulla gestione dei rifiuti possiamo dormire sonni tranquilli, il Grande Fratello lavora per il meglio e veglia su tutti noi! E' quanto è emerso lunedì scorso nella riunione della commissione ambiente. Le grandi manovre per approdare all'azienda unica dei rifiuti passando dall'accorpamento di CIDIU e COVAR 14 sono in corso. La procedura di gara è in atto, i concorrenti e le offerte sono secretati, ma grazie all'iniziativa di CIVICA qualcosina sui contenuti è stata resa pubblica.
Quello della gestioni dei rifiuti è uno dei temi che ci sta più a cuore, è per questo che in questi ultimi anni siamo stati promotori di occasioni di informazione. Lo abbiamo fatto a giugno del 2013 con il consiglio comunale aperto (leggi), lo abbiamo fatto lunedì 10 novembre 2014 grazie alla proposta di delibera che abbiamo presentato per dire no all'azienda metropolitana unica dei rifiuti. Hanno cercato, non sappiamo se per per arroganza o per insipienza, di svilire la nostra iniziativa.
La delibera di CIVICA, infatti, era stata messa all'ordine del giorno del consiglio comunale di settembre, ma nella riunione dei capigruppo ci fu chiesto la disponibilità a portarla prima in commissione per consentire a tutti di saperne di più sulla materia. Acconsentimmo volentieri e non dicemmo di no a far intervenire qualcuno dell'ATO-R, in quanto lo scopo principale della delibera era proprio quello di far discutere sull'argomento e fare informazione. Solo che si arrivò al consiglio comunale di ottobre con la delibera di nuovo in calendario senza che fosse stata convocata la commissione. Per la seconda volta fu rinviata in attesa della convocazione della commissione. Finalmente fu indetta per lunedì 10 novembre, ma curiosamente con una inusuale doppia convocazione: nella prima si annunciava l'intervento della dottoressa Canuto dell'ATO-R, nella seconda la delibera di CIVICA. Poco male se a fronte della richiesta del sottoscritto di presentare subito la delibera, la giovane presidente Ala non solo lo avesse impedito con un deciso atto d'imperio, ma anche per aver candidamente ammesso che lei di questa delibera non sapeva nulla. Solo a seguito delle mie proteste e dopo che il segretario Tomarchio ha cercato di metterci una pezza, che subito dopo l'intervento iniziale dell'assessore Manfredi, mi è stato "concesso" di leggere la delibera, pubblicata su questo blog il 2 luglio scorso.
Ho raccontato questa storia solo per mettere in evidenza che tutta la nuova maggioranza nei suoi esponenti con incarichi vari da una parte sembra ancora in cerca di autore e dall'altra non abbia idea del proprio ruolo istituzionale. Così lo ripetiamo ancora una volta: il presidente del consiglio comunale è il presidente di tutto il consiglio comunale, i presidenti di commissioni sono presidenti di tutta la commissione. Il loro primo compito dovrebbe essere quello di tutelare le minoranze, visto che la maggioranza è in grado di tutelarsi da sola senza il loro "aiutino" grazie ai numeri.

Ma veniamo ai contenuti. Dall'esposizione della dottoressa Canuto e dalle risposte date alle domande dei consiglieri il quadro ad oggi è su per giù questo:
a) dopo il bando di gara di febbraio scaduto ad aprile sono in corso le valutazioni per giungere ad una selezione dei concorrenti che saranno ammessi al gara finale per l'attribuzione del 49% delle azioni della nuova società che gestirà i rifiuti; i concorrenti e i risultati non saranno pubblici fino al termine della procedura di gara; questo primo step dovrebbe concludersi per la fine dell'anno;
b) La nuova società nascerà senza debiti nè crediti, per cui tutte le vecchie pendenze resteranno a carico delle vecchie società; il contratto avrà durata di 20 anni;
c) tutti i lavoratori saranno assunti dalla nuova società, che avrà comunque facoltà di esternalizzare parte dei servizi se lo riterrà opportuno;
d) compito della nuova società sarà anche quello di arrivare alla sempre annunciata e mai realizzata tariffa puntuale (paghi sulla base dei rifiuti che produci);
e) mentre va avanti la procedura di gara, si sta lavorando alla definizione dei servizi da affidare alla nuova società e alla suddivisione dell'area dei comuni interessati (CIDIU+COVAR) in aree omogenee (tre?) all'interno delle quali vi sarà omogeneità di servizi e di tariffe;
f) tra i compiti della nuova società vi sarà quello di ristrutturare e gestire Punto Ambiente per il compostaggio dell'organico.

Abbiamo segnalato il rischio che con la società unica metropolitana si venga a creare una situazione di monopolio per tutta la filiera che non favorira la concorrenza nè i cittadini. Per la dottoressa Canuto non sarebbe un problema "perchè l'Europa chiede la libertà di concorrenza". Come si concilino concorrenza e monopolio, non ce l'ha spiegato.
Sorprendenti le dichiarazioni dell'assessore Manfredi, che dopo aver svolto un lavoro encomiabile per i dati messi a disposizione nella sua relazione iniziale, ha sostenuto: a) di essere a favore dell'obiettivo rifiuti zero; b) che nel programma di coalizione si sono dati l'obiettivo della raccolta differenziata a Collegno all'80% entro il 2020. Peccato che ha concluso affermando di ritenere tale obiettivo un'utopia.
Giovanni Lava

lunedì, novembre 10, 2014

VARIANTE-NON VARIANTE O VARIANTE PARZIALE?

La strada prevista dalla variante-non variante è in corrispondenza dell'uscita dal parcheggio.
Un piccolo favore al centro commerciale Paradiso.
Nello striminzito elenco di delibere portate in consiglio comunale dall’amministrazione Casciano – due, forse tre, in cinque mesi di governo -  ne troviamo una piccola piccola approvata nell’ultima seduta, una delibera che verrebbe da chiamare non delibera, visto che l’oggetto sarebbe una variante-non variante al Piano regolatore. Una prima piccola cambiale di riconoscenza saldata da questa amministrazione agli amici e sponsor di sempre?
Non bisogna lasciarsi ingannare. Piccola cosa forse lo era, ma in ogni caso degna di nota, non tanto per il contenuto quanto per lo strumento adottato.
La delibera contiene tre modifiche al Piano regolatore: la correzione di un errore materiale la prima, adeguamenti della localizzazione di aree destinate a viabilità e servizi nell'ambito dell'area Fermi-via De Amicis la seconda, mentre la terza attua il  recepimento delle perimetrazioni delle zone per l’insediamento del commercio al dettaglio in sede fissa approvate il 6 marzo 2014 dal precedente consiglio comunale.
La seconda modifica consiste nello spostare la strada all'uscita del parcheggio scoperto dell’IperCoop ancora in progetto dallo sbocco previsto in via De Amicis a via Richard Oriente. Uno spostamento di 90° da Sud ad Ovest. Per gli uffici si tratterebbe di un “adeguamento della viabilità e dei servizi in corrispondenza del nodo di scambio intermodale presso la stazione “Fermi” della linea metropolitana”. Ad occhio e croce se uscendo dal parcheggio le auto vanno dritto invece che girare a sinistra può essere una soluzione più razionale di quella prevista in precedenza. Considerazione banale: e pensarci prima in fase di progettazione del piano particolareggiato ex Elbi?
Nonostante la sospensione dei lavori del consiglio comunale chiesta e concessa a CIVICA, le argomentazioni portate dal sottoscritto a favore del rinvio della delibera per sostituire  la “variante-non variante” con una variante vera e propria non sono state accettate dalla maggioranza. CIVICA ha contestato il fatto che le modifiche introdotte con la delibera al piano regolatore rientrassero nelle eccezioni previste dal comma 12 dell’ex articolo 17 della legge regionale n. 56/77, dove si elencano le modifiche che non comportano variante al piano regolatore. Tra le eccezioni previste, il punto b) recita “gli adeguamenti di limitata entità della localizzazione delle aree destinate alle infrastrutture, ecc.”. La domanda è: chi decide quale sia la “limitata entità” al di sotto della quale non facciamo una variante e al di sopra la facciamo? La querelle potrebbe apparire una questione di lana caprina, se non fosse che sulla base del comma 12 dell'art. 17 non è prevista la pubblicazione e il recepimento delle osservazioni dei cittadini. Invece se si adottasse il comma 5 sempre dell'art. 12, quello delle varianti parziali, c'è l'obbligo di pubblicazione per 30 giorni delle variazioni e dal 15° al 30° giorno i cittadini possono fare delle osservazioni se lo ritengono opportuno. Di mezzo ne va la filosofia stessa dei piani regolatori e delle varianti. Infatti dal punto di vista concreto nel nostro caso ciò a cui si rinuncia è la possibilità concessa dalle varianti a cittadini, imprese, associazioni, grazie alla pubblicazione preventiva, di conoscere in anticipo le modifiche che si vogliono apportare e di poter presentare delle osservazioni che l’amministrazione può accogliere o respingere, ma solo dopo averne dato pubblica motivazione. Allora siamo sicuri che lo spostamento di una via o il recepimento delle zone del commercio non ledano gli interessi di qualche cittadino o della collettività in generale? Il cittadino che vedesse leso qualche suo interesse dalle modifiche apportate al piano regolatore così ora può solo ricorrere al Tar.
Ma a suggerire qualche riflessione è anche la spiegazione data dall’assessore Martina che ha affermato più volte che i diretti interessati sono d’accordo con le modifiche. Non solo saranno d’accordo, diciamo noi, ma molto probabilmente saranno stati gli stessi a “suggerire” le modifiche, a richiederle. Ora non c’è nulla di male che degli operatori economici avanzino delle richieste che vadano incontro ai loro interessi. Appare molto meno ortodosso il fatto che insieme ci si metta d’accordo sulle soluzioni tagliando fuori il resto dei cittadini dalla possibilità di dire la loro. Non posso non stupirmi del mio stupore! Qui in ballo c’è la deviazione di un piccolo tratto di strada, in passato abbiamo assistito a Collegno a ben altre concertazioni urbanistiche, da quella del PRIN per via De Amicis al Campo Volo, alla Mandelli, ecc. concertazioni da presentare al consiglio comunale sotto forma di delibere a babbo morto, cioè quando il pacchetto è bello e confezionato e non più emendabile.
Giovanni Lava

mercoledì, novembre 05, 2014

LA CITTA' SI*CURA

L’approccio di genere alla sicurezza urbana: manuale di interventi sulla città per la sicurezza delle donne e delle persone vulnerabili.
Presentazione del progetto a Collegno il 20 novembre 2014 ore 17.30, Villa Comunale - Sala del Consiglio, Via Torino n. 9 - Collegno (TO) 
Progettare spazi urbani sicuri significa migliorare la qualità
della vita per tutti gli abitanti delle città, specie se si considera
che la violenza urbana rappresenta il 25 - 30% dei reati.
All’interno di questa già alta percentuale le donne hanno il
doppio delle probabilità degli uomini di esserne vittime.
Per il riconoscimento del pieno diritto di cittadinanza, per le
donne e le persone più vulnerabili, la Consulta delle Elette del
Piemonte ha promosso una nuova edizione del Manuale “La
città si*cura”.
L’iniziativa si propone di verificare se i progetti di sicurezza
integrata, realizzati nelle città grazie ai bandi regionali finanziati
dalla L.R. 23/2007, abbiano tenuto conto della raccomandazione
alla sicurezza di genere o se comunque abbiano avuto ricadute
evidenti sulla sicurezza delle donne e delle persone più esposte
alla violenza e alle aggressioni.
Il nuovo Manuale ha l’obiettivo di riportare l’attenzione degli
amministratori locali sul tema della sicurezza delle donne e
delle persone vulnerabili attraverso una rassegna commentata
di buone pratiche già realizzate nella nostra Regione e quindi
realisticamente applicabili, con contenuti impegni di spesa.
La Consulta delle Elette del Piemonte

martedì, novembre 04, 2014

LA TOP E LE CRITICHE A CASCIANO

Bocciata la commissione di indagine.
L'immagine dello struzzo che caccia la testa sotto la sabbia ma lascia indifeso il sedere all'aria con la quale il consigliere Carlo Boetti Villanis ha commentato giovedì scorso in consiglio comunale la scelta della maggioranza di non accettare la proposta di CIVICA di nominare una commissione d'indagine sulla Top sarà anche stata non troppo elegante, ma ha senz'altro colto nel segno. Una scelta che appare incomprensibile, tanto più se la Top - come sostiene il Pd - sotto la presidenza dell'attuale sindaco Casciano non solo non ha creato debiti, ma ha anche svolto un ruolo positivo per la città.

A questo proposito forse è il caso di aprire una parentesi. Più volte è stato detto in consiglio e in città da esponenti del Pd che le critiche di CIVICA alla gestione della Top fossero non solo strumentali, ma anche il frutto di una questione personale tra il sottoscritto e l'attuale sindaco. Su questo punto vorrei che non ci fossero dubbi: a me  Francesco Casciano personalmente non ha mai fatto qualcosa da dovercela avere con lui. Quando per ben due volte, durante le primarie del centrosinistra e il giorno della presentazione della sua giunta, sono stato raggiunto da una sua telefonata con la quale mi chiedeva un incontro, ho sempre accettato di buon grado. Nel corso degli incontri, gli ho anche mostrato tutta la mia simpatia personale, l'ho spronato a impegnarsi per il bene di Collegno e ho accettato il suo invito a collaborare dai banchi dell'opposizione, anche se per CIVICA dopo i suoi primi atti, soprattutto le nomine, resta alquanto arduo mettere in atto il proposito. Se Francesco Casciano è stato, è e sarà oggetto delle mie critiche, ciò è dovuto ai ruoli da lui ricoperti nei 20 anni precedenti e al fatto di far parte di quel gruppo politico trasversale inamovibile che da troppi anni fa il bello e cattivo tempo a Collegno, operando più in funzione della carriera che dei reali interessi della città. Ma niente di personale in tutto questo. E' un ottimo e fortunato ragazzo. Nel corso delle tante mie critiche di cui è stato oggetto, posso anche aver qualche volta esagerato o aver detto cose non verificate come avrebbero meritato, come quando ho sostenuto che passando dalla Top al Cidiu gli era stato raddoppiato lo stipendio. Aumentato sì, raddoppiato no, anche se sicuramente si era trattato di un bella promozione. Va anche detto che dai bilanci della Top emerge che tecnicamente la situazione economica è andata fuori controllo dopo il passaggio di Casciano al Cidiu. Quando parlo di sue responsabilità nella disastrosa fine della Top mi riferisco al fatto che ne è stato presidente dal giugno 2004 al giugno 2010, sei anni di cui quattro (2004, 2006, 2007 e 2008) hanno fatto registrare un utile complessivo di 36.574 euro e due (2005 e 2009) un passivo complessivo di 30 mila euro. Sui sei anni ci sarebbe dunque un piccolo utile di 6.574 euro. Uso il condizionale, perchè il 2010 in cui per metà è ancora presidente Casciano, per l'altra metà Zaffino, farà registrare un passivo di ben 46.126 euro. Tutto demerito dei sei mesi scarsi di Zaffino? Può essere, se si considera che il 2011 si chiuderà con un passivo di 251 mila euro e e il 2012 di ulteriori 276 mila (ma la Top era già in liquidazione). Immagino che essere preso di mira dalla mia verve polemica (sono più di 40 anni che mi alleno) non debba far piacere a nessuno. So di essere a volte per amor di polemica un po' "esagerato", ma se capita qualche volta di offendere la sensibilità di qualcuno, non lo faccio per cattiveria ma solo per amor di verità, verità che da giornalista so non essere per sua natura mai nè unilaterale nè obiettiva al cento per cento. Perciò se ho offeso la persona di Casciano chiedo venia, non era mia intenzione. Ma se ho fatto arrabbiare il politico, ciò fa parte del mio ruolo di oppositore. Anch'io mi sento da "politico" spesso offeso ed umiliato dall'arroganza del Palazzo. In questi frangenti, però, come privato cittadino non mi offendo e non porto rancore.

Tornando al consiglio comunale e alla bocciatura della mozione per la re-istituzione di una commissione di indagine sulla Top, non si capisce proprio perchè il Pd non l'ha voluta, visto che dicono di essere in una botte di ferro. Almeno due restano i motivi, anzi tre, per cui la commissione di indagine è una grande occasione mancata, un caso di assoluta miopia politica.
In primo luogo la commissione d'indagine della scorsa legislatura non ha potuto portare a termine il suo mandato e non per colpa sua. L'ultima volta che ci siamo riuniti è stato il 13 dicembre 2013, quando abbiamo ascoltato l'interessante testimonianza del dirigente dei Lavori Pubblici di Collegno (tra l'altro erano mesi che la aspettavamo invano). Poi, nonostante le pressanti richieste scritte dei commissari, non è stata più riconvocata. Non è stato possibile, perciò, scrivere, discutere e approvare una relazione politica finale che mettesse un punto fermo alla vicenda e portasse così a termine il lavoro per cui la commissione era nata. Ancora un inutile spreco di denaro pubblico.
In secondo luogo nella delibera della Corte dei Conti si dice espressamente che la sua relazione è indirizzata al consiglio comunale per "le necessarie e opportune valutazioni". La maggioranza prima ha impedito la convocazione di un consiglio comunale straordinario e poi la nomina della commissione d'indagine che avrebbe potuto approfondire i temi della relazione che riguardano il consiglio comunale da vicino. Per la maggioranza tutto è trasparente e non c'è niente da discutere e degli inviti della Corte dei Conti se ne fa un baffo!
In terzo luogo, il primo ad avere interesse al raggiungimento di un pronunciamento politico da parte del consiglio comunale dovrebbe essere proprio Francesco Casciano e non nella veste di ex presidente della Top, ma in quella di sindaco. Un'occasione per rassicurare che non un euro dei cittadini di quelli spesi per chiudere la Top è stato utilizzato senza che ve ne fosse la necessità.
Stupefacente, infine, la posizione di quei consiglieri della maggioranza che hanno sostenuto che non ci fosse bisogno che della questione se ne occupasse il consiglio comunale, visto che se ne sta occupando la magistratura contabile. E poi dicono che la politica ha abdicato a favore dei giudici.
Giovanni Lava