martedì, novembre 04, 2014

LA TOP E LE CRITICHE A CASCIANO

Bocciata la commissione di indagine.
L'immagine dello struzzo che caccia la testa sotto la sabbia ma lascia indifeso il sedere all'aria con la quale il consigliere Carlo Boetti Villanis ha commentato giovedì scorso in consiglio comunale la scelta della maggioranza di non accettare la proposta di CIVICA di nominare una commissione d'indagine sulla Top sarà anche stata non troppo elegante, ma ha senz'altro colto nel segno. Una scelta che appare incomprensibile, tanto più se la Top - come sostiene il Pd - sotto la presidenza dell'attuale sindaco Casciano non solo non ha creato debiti, ma ha anche svolto un ruolo positivo per la città.

A questo proposito forse è il caso di aprire una parentesi. Più volte è stato detto in consiglio e in città da esponenti del Pd che le critiche di CIVICA alla gestione della Top fossero non solo strumentali, ma anche il frutto di una questione personale tra il sottoscritto e l'attuale sindaco. Su questo punto vorrei che non ci fossero dubbi: a me  Francesco Casciano personalmente non ha mai fatto qualcosa da dovercela avere con lui. Quando per ben due volte, durante le primarie del centrosinistra e il giorno della presentazione della sua giunta, sono stato raggiunto da una sua telefonata con la quale mi chiedeva un incontro, ho sempre accettato di buon grado. Nel corso degli incontri, gli ho anche mostrato tutta la mia simpatia personale, l'ho spronato a impegnarsi per il bene di Collegno e ho accettato il suo invito a collaborare dai banchi dell'opposizione, anche se per CIVICA dopo i suoi primi atti, soprattutto le nomine, resta alquanto arduo mettere in atto il proposito. Se Francesco Casciano è stato, è e sarà oggetto delle mie critiche, ciò è dovuto ai ruoli da lui ricoperti nei 20 anni precedenti e al fatto di far parte di quel gruppo politico trasversale inamovibile che da troppi anni fa il bello e cattivo tempo a Collegno, operando più in funzione della carriera che dei reali interessi della città. Ma niente di personale in tutto questo. E' un ottimo e fortunato ragazzo. Nel corso delle tante mie critiche di cui è stato oggetto, posso anche aver qualche volta esagerato o aver detto cose non verificate come avrebbero meritato, come quando ho sostenuto che passando dalla Top al Cidiu gli era stato raddoppiato lo stipendio. Aumentato sì, raddoppiato no, anche se sicuramente si era trattato di un bella promozione. Va anche detto che dai bilanci della Top emerge che tecnicamente la situazione economica è andata fuori controllo dopo il passaggio di Casciano al Cidiu. Quando parlo di sue responsabilità nella disastrosa fine della Top mi riferisco al fatto che ne è stato presidente dal giugno 2004 al giugno 2010, sei anni di cui quattro (2004, 2006, 2007 e 2008) hanno fatto registrare un utile complessivo di 36.574 euro e due (2005 e 2009) un passivo complessivo di 30 mila euro. Sui sei anni ci sarebbe dunque un piccolo utile di 6.574 euro. Uso il condizionale, perchè il 2010 in cui per metà è ancora presidente Casciano, per l'altra metà Zaffino, farà registrare un passivo di ben 46.126 euro. Tutto demerito dei sei mesi scarsi di Zaffino? Può essere, se si considera che il 2011 si chiuderà con un passivo di 251 mila euro e e il 2012 di ulteriori 276 mila (ma la Top era già in liquidazione). Immagino che essere preso di mira dalla mia verve polemica (sono più di 40 anni che mi alleno) non debba far piacere a nessuno. So di essere a volte per amor di polemica un po' "esagerato", ma se capita qualche volta di offendere la sensibilità di qualcuno, non lo faccio per cattiveria ma solo per amor di verità, verità che da giornalista so non essere per sua natura mai nè unilaterale nè obiettiva al cento per cento. Perciò se ho offeso la persona di Casciano chiedo venia, non era mia intenzione. Ma se ho fatto arrabbiare il politico, ciò fa parte del mio ruolo di oppositore. Anch'io mi sento da "politico" spesso offeso ed umiliato dall'arroganza del Palazzo. In questi frangenti, però, come privato cittadino non mi offendo e non porto rancore.

Tornando al consiglio comunale e alla bocciatura della mozione per la re-istituzione di una commissione di indagine sulla Top, non si capisce proprio perchè il Pd non l'ha voluta, visto che dicono di essere in una botte di ferro. Almeno due restano i motivi, anzi tre, per cui la commissione di indagine è una grande occasione mancata, un caso di assoluta miopia politica.
In primo luogo la commissione d'indagine della scorsa legislatura non ha potuto portare a termine il suo mandato e non per colpa sua. L'ultima volta che ci siamo riuniti è stato il 13 dicembre 2013, quando abbiamo ascoltato l'interessante testimonianza del dirigente dei Lavori Pubblici di Collegno (tra l'altro erano mesi che la aspettavamo invano). Poi, nonostante le pressanti richieste scritte dei commissari, non è stata più riconvocata. Non è stato possibile, perciò, scrivere, discutere e approvare una relazione politica finale che mettesse un punto fermo alla vicenda e portasse così a termine il lavoro per cui la commissione era nata. Ancora un inutile spreco di denaro pubblico.
In secondo luogo nella delibera della Corte dei Conti si dice espressamente che la sua relazione è indirizzata al consiglio comunale per "le necessarie e opportune valutazioni". La maggioranza prima ha impedito la convocazione di un consiglio comunale straordinario e poi la nomina della commissione d'indagine che avrebbe potuto approfondire i temi della relazione che riguardano il consiglio comunale da vicino. Per la maggioranza tutto è trasparente e non c'è niente da discutere e degli inviti della Corte dei Conti se ne fa un baffo!
In terzo luogo, il primo ad avere interesse al raggiungimento di un pronunciamento politico da parte del consiglio comunale dovrebbe essere proprio Francesco Casciano e non nella veste di ex presidente della Top, ma in quella di sindaco. Un'occasione per rassicurare che non un euro dei cittadini di quelli spesi per chiudere la Top è stato utilizzato senza che ve ne fosse la necessità.
Stupefacente, infine, la posizione di quei consiglieri della maggioranza che hanno sostenuto che non ci fosse bisogno che della questione se ne occupasse il consiglio comunale, visto che se ne sta occupando la magistratura contabile. E poi dicono che la politica ha abdicato a favore dei giudici.
Giovanni Lava