mercoledì, ottobre 23, 2013

BUCHE ASSASSINE DI COPRICERCHIONI

Un cittadino ci segnala.
Ieri 22 ottobre 2013 sono passato in auto nella frequentatissima via Sebusto di Collegno e solo per un caso non ho danneggiato gomme, ruote e sospensioni nella profondissima e tagliente buca nell’asfalto che si vede nelal foto sopra.
La mia auto non ha copri-cerchioni come invece avevano le auto di altri numerosi malcapitati che hanno lasciato il segno del loro passaggio, perdendo i copri cerchioni che abbondano nei pressi della buca come si può vedere nella foto sotto.

Penso che in questo e in molti altri casi simili qualcuno sicuramente avrà fatto richiesta di danni e io non ritengo assolutamente accettabile che i cittadini siano vittime della incapacità o della non volontà dei loro Amministratori pubblici di fare il loro dovere, per il quale sono stati eletti!

Il cittadino Elio Milanese.

mercoledì, ottobre 23, 2013

CORRETTO IL PERCORSO LOGES

Raddrizzato il percorso Loges
A Collegno i lavori si fanno sempre almeno due volte.
C'è voluta la denuncia su questo Blog e un'interrogazione di CIVICA, ma alla fine in questi giorni sono corsi ai ripari. E poi c'è chi dice che CIVICA non serve!!! Forse non serve a cambiare in meglio la politica cittadina, ma a correggere qualche "cantonata" dei lavori pubblici forse sì! Una magra consolazione, ma meglio di niente.
Nella foto sotto come si presentava il percorso per non vedenti al momento della sua prima realizzazione. 

Prima realizzazione agosto scorso
Ed ecco invece come si presenta oggi. Nella foto si vede dal cemento fresco come finiva giusto nello spigolo. No comment!!








martedì, ottobre 22, 2013

SALVATE IL SOLDATO RYAN

Se i conti non tornano, li si fanno tornare.
La commissione d'indagine sulla TOP, dopo che in molti la davano prematuramente estinta, è stata convocata per giovedì della scorsa settimana dopo circa quattro mesi dall'ultima riunione. Ed è stata subito baruffa tra il presidente Superbo e molti commissari, in particolare il sottoscritto, stufi di essere presi in giro.
Due le novità di giornata. La prima è stata la consegna ai commissari di copia della transazione sottoscritta dal Comune e dalla liquidatrice della TOP. Una transazione che mette la parola fine alla incredibile vertenza legale promossa dagli ultimi amministratori della società contro il Comune, a cui chiedevano di pagare 307.377,61 euro per prestazioni eseguite e mai onorate, somme, però, non dovute a detta dei dirigenti comunali. La transazione prevede invece di riconoscere alla TOP 122 mila euro, circa il 40 per cento di quanto preteso. A pagare ovviamente ancora una volta saranno i cittadini collegnesi. Una transazione che non cancella però alcune domande rimaste senza risposta: perchè le fatture furono emesse in ritardo? perchè gli uffici comunali non le vollero pagare? se i lavori fatturati non furono riconosciuti allora, perchè in parte li si riconosce ora ?
Queste domande vorremmo poterle rivolgere al dirigente dei lavori pubblici. E' un anno almeno che aspettiamo che il presidente della commissione lo convochi per un'audizione ed è un anno che aspettiamo invano. Ora che hanno transato e dopo le vivaci proteste sarà forse la volta buona per ascoltarlo. A babbo morto naturalmente.
La seconda novità è rappresentata dalla notizia che la liquidatrice avrebbe offerto ai creditori della TOP il 65% di quanto dovuto. Nella precedente riunione di giugno, la stessa professionista aveva affermato che avrebbe offerto solo il 50% del dovuto e i creditori non solo si sarebbero accontentati, ma si sarebbero anche leccato i baffi. Non solo, ci si disse che i 276.143 euro che il Comune deliberava di versare, sarebbero bastati a coprire le perdite della TOP, ovviamente a condizione che i creditori accettassero il 50%. In quell'occasione ci dissero anche che il Comune non aveva altra strada da percorrere e che se il consiglio comunale non avesse votato la delibera sarebbe stato chiamato a risponderne, perchè avrebbe causato un danno al Comune e quindi all'erario.
Poi a luglio è arrivata la delibera della Corte dei Conti che sostiene  il contrario, infatti afferma che: "non sussiste un obbligo per il Comune di assumere a carico del proprio bilancio i debiti societari rimasti insoddisfatti all'esito della procedura di liquidazione. Sussistendone le condizioni, infatti, spetta di regola al creditore agire affinchè il Comune sia chiamato a rispondere dei debiti della società partecipata". Più chiaro di così! Ma la Corte dei Conti poi aggiunge che non si può escludere in astratto il fatto che il Comune si accolli i debiti di sua iniziativa. Una scelta che la Corte definisce discrezionale che però va adeguatamente motivata "poichè con essa il Comune decide di rinunziare al limite legale della responsabilità patrimoniale per debiti". In soldoni il Comune, accollandosi i debiti di sua iniziativa, rinuncia alla possibilità di rivalersi sugli eventuali responsabili. Più motivazione adeguata di questa? In realtà sia la conduzione dei lavori della commissione di indagine, nei tempi e nelle modalità adottate, sia le scelte dell'amministrazione hanno avuto un solo ed unico scopo: evitare ogni possibile conseguenza negativa, politica e personale, per gli amministratori della TOP. In commissione ho tradotto questa mission con l'imperativo: "Salvate il soldato Ryan e tutti i suoi commilitoni".
Per chi volesse saperne di più si rilegga il post
http://www.civicacollegno.blogspot.it/2013/07/una-patacca-costata-piu-di-un-milione.html
Giovanni Lava

lunedì, ottobre 21, 2013

TUTTA COLPA DELLA NEVE

L'Arpa rassicura Savonera: la centrale termoelettrica non inquina.
L'analisi comparata dei dati di PM10, PM2,5 e biossido di azoto prima e dopo l'entrata in funzione della centrale Iride "Torino Nord" non presentano differenze di rilievo e se in qualche occasione si è avuto uno sforamento degli inquinanti rispetto alla media del periodo, è stata tutta colpa della neve!
Il monitoraggio condotto dall'Arpa era stato chiesto dall'allora assessore all'ambiente del Comune di Collegno Gianni Pesce, assessore dei Verdi passato poi con il Pd e oggi stando ai "si dice" uno dei tanti pretendenti alla successione dell'attuale sindaco.
Dalle analisi è emerso quello che già si sapeva: la qualità dell'aria è pessima, nè più e nè meno come il resto dell'area metropolitana di Torino. Ma è la qualità dell'aria dell'intera pianura Padana che lascia a desiderare, come viene confermato dal rapporto appena pubblicato dall'Unione Europea. Nel decennio 2002/2011 preso in considerazione la situazione nella pianura Padana risulta essere particolarmente critica sia per l'ozono che per il particolato PM10 e PM2,5. Da noi poi si aggiunge il biossido di azoto.
Sulle concentrazioni di inquinanti, secondo i tecnici dell'Arpa, più che le fonti che le producono (riscaldamento e traffico in primo luogo) incidono le condizioni atmosferiche. Infatti nei sette giorni del 2012 in cui si sono rilevate concentrazioni di biossido di azoto superiori a quelle del 2011 faceva molto freddo e la neve copriva la zona. Chi volesse leggersi la relazione completa clicchi qui
Per quanto abbiano fatto di tutto mercoledì della scorsa settimana quando il rapporto è stato presentato al centro civico di Savonera per essere convincenti, i dubbi sulla localizzazione della centrale termoelettrica sono rimasti gli stessi di prima. Intanto perchè hanno continuato, politici e tecnici a braccetto, a voler farci credere che la centrale è stato un affare per l'ambiente. Un affare certo lo è stato per qualcuno ma non per l'ambiente, almeno non per Savonera. La centrale, dicono, è servita a sostituire quella vecchia e superinquinante delle Vallette e ad aumentare il teleriscaldamento a Torino che ridurrebbe l'inquinamento. Peccato che Torino che viene sbandierata come la città più teleriscaldata d'Italia, sia anche quella più inquinata.
Peccato anche che Savonera non è per niente toccata dagli effetti "positivi", ma solo dall'inquinamento prodotto dalla centrale, tanto o poco che sia. Poi c'è la falsificazione ideologica, perchè si giustifica la centrale con il fabbisogno di teleriscaldamento. In realtà la centrale serve a produrre energia elettrica e l'acqua calda è solo un sottoprodotto.
Savonera, mercoledì 16 Ottobre 2013
I dati forniti dall'ARPA non possono non essere corretti. L'altra sera però una sensazione sgradevole aleggiava nella sala del centro civico di Savonera, la sensazione che in ogni caso il risultato fosse in qualche modo previsto e scontato. E allora a che pro il monitoraggio? A beneficio di chi?
Alla fine della serata il sottoscritto ha chiesto quanto lo scherzetto fosse costato e chi lo avesse pagato. La risposta è stata: 45 mila euro e a pagare - proprio quello che non avremmo voluto sentire - il conto è stata la stessa Iren, cioè la proprietà della centrale che andava monitorata.
Giovanni Lava

mercoledì, ottobre 16, 2013

I LAVORI DI RESTAURO DEI CHIOSTRI DELLA CERTOSA

Rinascono a nuova vita i chiostri della Certosa di Collegno.
Da luogo di degrado a luogo di eccellenza architettonica. Il lavoro non è ancora finito, ma già si possono apprezzare i pregi di un vero e proprio monumento architettonico che vanta la città di Collegno e che fino ad ora non è riuscita a valorizzare. Per il momento si sta mettendo fine, si spera, ad un lungo periodo di abbandono e di degrado come testimonia la foto che segue.

Come avevamo scritto su questo blog circa due anni fa, il Comune di Collegno ha stanziato 1.600.000 euro per restaurare non solo il chiostro grande, quello con le colonne in pietra di Chianocco, ma anche i due più piccoli, fino all'ingresso principale che culmina nel portale dello Juvarra, già restaurato qualche anno fa.
Come ha illustrato, nel corso della visita a beneficio dei consiglieri comunali, l'architetto Besso Marcheis a cui è stato affidato il progetto, l'opera di restauro è totale, dai pavimenti alle colonne, al soffitto. Un'impresa tutt'altro che facile riportare il chiostro aulico all'antico splendore, visto il degrado e i successivi grossolani interventi di cui è stato fatto oggetto.
Si spera che una volta restituito agli antichi splendori si trovi anche il modo per restituirlo ai collegnesi, intervenendo anche sulla vegetazione "selvaggia" che ne impedisce la vista.
La proprietà resta della Regione, ma l'intervento è stato pagato dal Comune a compensazione dell'acquisizione della proprietà di alcuni padiglioni dell'ex Op.
Alla gioia di veder rinascere il gioiello si contrappone comunque il rammarico per l'incapacità delle amministrazioni comunali e regionali che si sono succedute di trovare una valorizzazione di un complesso monumentale che avrebbe trpvato in qualsiasi altro luogo in Italia e all'estero. Un esempio per tutti: la Certosa di Padula nel profondo Sud dell'Italia.
Giovanni Lava

lunedì, ottobre 14, 2013

L'ITALIA DEL SILENZIO


Oliva e Manzi evitano di andare fino in fondo.
"La Resistenza è stata davvero un'esperienza palingenetica della nostra storia o non, piuttosto, l'alibi attraverso cui l'Italia e gli italiani hanno evitato di fare i conti con le proprie responsabilità?" E' la domanda che si è posta lo storico Gianni Oliva e a cui ha cercato di rispondere venerdì scorso nel corso della presentazione a Collegno del suo ultimo libro dal titolo eloquente "L'Italia del silenzio - 8 settembre 1943. Storia del paese che non ha fatto i conti con il proprio passato". L'incontro è stato organizzato dal Comitato Resistenza Colle del Lys e dall'ANPI di Collegno. 
Il libro è diviso in due parti, nella prima vi è una rivisitazione degli eventi di 70 anni fa, nella seconda, quella a dir di molti la più interessante e per qualcuno provocatoria, vengono poste domande imbarazzanti. Oliva in sostanza ha affermato che i guasti dell'Italia di oggi derivano in parte anche dal fatto che non si è mai fatto i conti con le responsabilità dell'Italia e degli italiani per il Ventennio fascista e gli orrori della guerra, in cui i soldati italiani nelle nei paesi occupati si macchiarono spesso di crimini che nulla avevano da invidiare a quelli commessi dai nazisti in Italia. Altro che italiani brava gente! Il ragionamento di Oliva si sviluppa su di una linea che parte dalla constatazione che la Resistenza fu una scelta di pochi, mentre La maggioranza degli italiani, la cosiddetta "zona grigia", rimase estranea ai venti mesi di guerra partigiana; e una parte aderì alla Repubblica di Salò. La Resistenza poi sarebbe servita per non fare i conti con il proprio passato. Grazie alla Resistenza gli italiani hanno evitati di vergognarsi di quanto accaduto. Quando la guerra è finita abbiamo fatto finta di averla vinta. E la Resistenza ci ha permesso di affermare che in fondo eravamo usciti dalla guerra vincitori e di non avere responsabilità verso tutto ciò che l'aveva preceduta.
Non si tratta in ogni caso di una tesi nuova. Già il grande storico liberale Rosario Romeo ben prima di Gianni Oliva aveva detto: "La resistenza, opera di pochi; è stata usata da tanti per evitare di fare i conti con il proprio passato". Ciò che è nuovo è il fatto che a sostenerlo sia oggi uno storico organico alla vulgata resistenziale. Infatti non a caso si parla di tesi provocatoria che subito è stata condannata da molti esponenti della sua area politico-culturale.
Da educatore prima che da storico Oliva si è chiesto se il modo nel quale la storia del fascismo e della Resistenza è stato trasmesso ai giovani è quello giusto oppure se il mettere in luce solo le luci e dando poco peso alle ombre non sia all'origine di quanto è accaduto in Italia con il ventennio berlusconiano.
Ma allora va modificato il modo in cui la Resistenza viene ricordata e divulgata ai giovani? Se lo è chiesto Elena Cattaneo del Comitato Colle del Lys. L'intervento del senatore Luciano Manzi non ha lasciato spazio a ripensamenti: per quanto si è detto d'accordo con le tesi di Oliva, a suo avviso, non va modificato il modo con il quale da decenni viene raccontata la Resistenza ai giovanni. Oliva, forse timoroso di cadere in disgrazia presso l'ANPI e gli ambienti tradizionali di culto della Resistenza da cui proviene, ha risposto a Manzi che le sue tesi sono solo per gli addetti ai lavori, mentre va benissimo somministrare ai giovani la stessa minestra di sempre. Posso dire che mi sono cadute le braccia a sentirlo a affermare ciò?
In fondo è sempre la stessa storia. Anche qui a Collegno, quando non hanno potuto più nascondere i fatti del 1° Maggio 1945, li hanno ammessi, ma questo non ha modificato di una virgola i loro comportamenti in occasione delle varie celebrazioni. Silenzio c'era prima, silenzio ha continuato ad esserci anche dopo.
Tornando però al libro di Oliva, non è solo quanto da lui sostenuto che ha impedito di fare i conti all'Italia e agli italiani (tutti) con il passato fascista. A mio avviso c'è una mistificazione di fondo più grave.
Quando, per esempio, si parla dell'orrore delle leggi razziali del 1938, si dice sempre che si tratta di una delle più imperdonabili colpe del fascismo. E si dice la verità. Peccato che contemporaneamente si dà vita ad una gravissima rimozione. Chi addossa al fascismo la responsabilità di quelle leggi dice la verità, chi esprime una condanna  del fascismo senza appello per quella responsabilità fa bene. Peccato però che nel 1938 in Italia, a parte qualche sparutissima eccezione, erano tutti fascisti, compresi gli intellettuali, compresi quelli che poi scriveranno la gloriosa pagina resistenziale. Una pagina che sicuramente ha riscattato le colpe del fascismo, ma non le ha cancellate. I guasti sono rimasti. Quelle colpe le forze politiche del cosiddetto arco costituzionale le hanno sempre addossate ad un fascismo altro da sè e le hanno caricate solo sui nostalgici del fascismo. Le leggi razziali furono colpa dei cattivi, noi siamo i buoni, quindi ... 
La Resistenza e l'antifascismo post-bellico sono stati usati per cancellare colpe collettive e colpe individuali e per rifarsi tutti una verginità. Questo ha consentito di traghettare bellamente nel dopoguerra più o meno sottotraccia vent'anni di cultura e di consuetudini fasciste che avevano agito in profondità e che hanno continuato a produrre i loro frutti avvelenati, dal razzismo, alla corruzione, allo scarso senso della comunità, all'immoralità e al doppiogiochismo in politica come normalità da premiare...
Ecco perchè a mio avviso Oliva, e Manzi che si dice d'accordo con le sue tesi, vestali entrambi della Resistenza, sono arrivati ad avvertire che qualcosa non ha funzionato nella trasmissione dei suoi valori alle generazioni successive. Hanno cominciato a mettere  a fuoco la verità dal punto di vista storico, ma poi non sono conseguenti nei comportamenti concreti, non vanno fino in fondo. Posso capire che non è affatto facile, anche perchè dal punto di vista politico-culturale purtroppo è troppo tardi ormai. Eppure forse varrebbe la pena di provarci a fare i conti con il nostro passato una buona volta, senza i soliti piccoli calcoli di bottega.
Giovanni Lava

giovedì, ottobre 10, 2013

DOMANDE PER PRESIDENTE E SCRUTATORE DI SEGGIO ELETTORALE

LE DOMANDE VANNO PRESENTATE DAL 1° AL 31 OTTOBRE PER IL PRESIDENTE E DAL 1° OTTOBRE AL 30 NOVEMBRE PER GLI SCRUTATORI.
PER MAGGIORI INFORMAZIONI CONSULTARE IL SITO DEL COMUNE.

mercoledì, ottobre 09, 2013

IL GIORNO DELLE SCUSE

Letta per Lampedusa e Grasso per il Vajont.
L'ultima trovata escogitata dai nostri politici per prendere per il sedere gli italiani è quella di chiedere pubblicamente scusa. Il presidente del consiglio Enrico Letta le ha chieste per i morti di Lampedusa, il presidente del senato Pietro Grasso si è spinto più in là, chiedendole addirittura per i morti del Vajont di cinquant'anni fa. Nessuno pare si sia ancora fatto avanti per chiedere scusa per i morti della Prima Guerra Mondiale, ma un po' di pazienza e qualcuno si farà avanti a chiedere scusa anche a loro. Ci troviamo di fronte all'ultima frontiera della politica italiana per risolvere i problemi con poca spesa: basterà dopo ogni disastro, annunciato o meno, chiedere scusa e ci si mette la coscienza a posto. Vedrete che in un crescendo di emulazione arriveranno a chiedere scusa anche per le tragedie che non sono ancora avvenute.
Il presidente Napolitano questa volta è stato superato dai suoi sodali più prossimi. Se sulle carceri, invece che il messaggio alle camere, avesse semplicemente chiesto scusa ai carcerati, se la cavava prima ed evitava tante polemiche e speculazionii.
Purtroppo se c'è qualcuno che deve chiedere scusa al mondo intero per la sua classe politica di peracottari è il popolo italiano.
Una classe politica quella italiana tanto imbelle quanto inaffondabile: più disastri combina e più sta a galla, così può presentarsi con la faccia di tolla di chi non ha mai alcuna responsabilità di quanto accade nel Belpaese.
Volete un esempio fresco di giornata? Un esempio che può essere preso a paradigma di tutti gli altri? Guardate, se non lo avete già fatto, l'intervento di Livia Turco a La7 (guarda il video). La veemenza contro i grillini, l'indignazione accorata verso le condizioni dei carcerati ... quanta faccia tosta mostra di avere l'inossidabile ex ministra. I grillini saranno pure dei cretini, ma ancora non sono stati ministri come la Turco o come Napolitano, per questo evidentemente sono all'origine di tutti i mali d'Italia. Invece chi ha da sempre avuto le mani in pasta, non ha mai alcuna responsabilità, l'unica cosa che riesce a fare, se proprio vi è costretto dalle circostanze, è quella di chiedere scusa. Quella di togliersi dai cabasisi, quella mai.
Giovanni Lava

martedì, ottobre 08, 2013

UN PARCO BUONO PER OGNI INFRAZIONE

Rispettare le regole? Al Dalla Chiesa non esiste proprio.
La settimana scorsa attraversavo il parco Dalla Chiesa in bici per recarmi negli uffici comunali, stavo superando un gruppetto che faceva jogging, quando in fondo al viale si è materializzata a tutta velocità un Multipla. Sia io che i corridori siamo stati costretti a ripararci ai bordi della strada per non essere investiti, visto che l'auto proseguiva alla stessa velocità senza dar ad intendere alcuna intenzione di rallentare. Sgommando l'auto ha girato poco dopo nel vialetto sterrato che costeggia Villa 5 e si è fermata davanti al cancello. Ne è scesa una donna con una bimba in braccio. Mi sono avvicinato per far presente alla signora che si trovava in un parco e non sulla pista di Monza e per di più che nel parco il traffico sarebbe proprio vietato. La signora in modo molto signorile mi ha mandato a quel paese, affermando che solo lei conosceva i problemi che gli creava la sua bambina e senza batter ciglio si è infilata nell'edificio.
Ora si dà il caso che Villa 5 ospita un asilo privato per bimbi da 1 a 6 anni di età chiamato Microtane. Sarebbe interessante sapere se i genitori dei piccoli ospiti godono di un permesso speciale per accedere nel parco con la loro auto e quindi si è trattato solo di un eccesso di velocità oppure si tratta di persone che approfittano del fatto che il divieto di accesso nel parco non venga rispettato a causa dei controlli inesistenti.
Divieti di cui si è fatto un baffo anche il proprietario della 500 Fiat rossa parcheggiata per tutto il pomeriggio proprio sul passaggio pedonale di accesso al parco come si vede nella foto che segue.

Anche il proprietario della 500 sa che può farlo, perchè nessuno controlla.
CIVICA presenterà l'ennesima interrogazione e vedremo cosa ci risponderanno questa volta, se e quando le autorità troveranno il tempo per farlo.
Giovanni Lava

lunedì, ottobre 07, 2013

IL PROGETTO MANDELLI


La presentazione in commissione urbanistica.
Per chi si fosse persa la commissione urbanistica del mese scorso in cui è stato presentato il progetto sull'area ex Mandelli siamo ore in grado di pubblicare la presentazione dell'architetto Picco (ora è stata pubblicato anche sul sito del Comune), così chi ne ha voglia potrà prenderne visione. Per vederla cliccare qui.
Invece chi si fosse perso il commento del consigliere di CIVICA per Collegno può cliccare qui.

mercoledì, ottobre 02, 2013

INCENERITORE E DISINFORMAZIONE

Riceviamo e pubblichiamo video.
Termovalorizzatore o inceneritore? Parte già dal nome con cui lo si indica la disinformaione o la corretta informazione. L'incenerimento dei rifiuti è certamente una tecnica nuova per Torino, ma in via di estinzione nel resto dell'Europa. Quando poi il TGR Piemonte, che si sa brillare per la non puntualità e la superficialità con cui fa informazione, si occupa di inceneritore, il Comitato per i rifiuti zero non glie le manda a dire produce un video che rimette un po' d'ordine. Per vederlo cliccare qui.