domenica, dicembre 22, 2013
domenica, dicembre 22, 2013
LEONI FUORI DAL CONSIGLIO, PECORE DENTRO
domenica, dicembre 22, 2013
Area Mandelli
Sulla delibera Mandelli tutti agli ordini dei capibranco.
L’esito della votazione del Consiglio comunale di Collegno
sull’area Mandelli, così ben raccontato da Giovanni Lava e condito da
un’amarezza che non mi è estranea (l’ho provata spesso e mi capiterà di
provarla ancora), merita alcune considerazioni, qualche ragionamento e qualche
utile indicazione per il futuro.
L’intervento in questione era atteso dalla Città da oltre
dieci anni, durante i quali hanno governato sempre gli stessi, sempre la solita
cricca e le medesime conventicole: che ci abbiano messo dieci anni la dice
lunga sull’affollarsi di comitati, pressioni, argomentazioni che debbono essersi
succeduti nel tempo. Hanno però avuto il respiro per cementare interessi e
verificare la robustezza delle lobbies in campo, soprattutto hanno avuto il
tempo di aspettare che la politica finisse del tutto, con la compravendita (a
volte gratis) dei disponibili sul mercato. E’ usanza collegnese - non posso
dimenticare l’oscenità della variante IKEA di qualche anno fa - non per la
scelta, ma per il modo e i suoi contenuti. Di questo però è meglio che ne
trattino i civici collegnesi, Giovanni in testa.
A me preme, invece, tornare sull’atteggiamento e sul
comportamento dei consiglieri (di maggioranza e di opposizione) che
sull’operazione Mandelli qualche cosa sembrava proprio che avessero da dirla:
avreste dovuto sentire i proclami di fuoco, le roboanti dichiarazioni di
dissociazione e di presa di distanza da questo modo di gestire l’urbanistica a
Collegno. Dovreste vederli all’opera in questi primi approcci alla campagna
elettorale per l’elezione del prossimo sindaco oramai alle porte. In Consiglio
comunale, tutti coperti e allineati, tutti mansueti ai piedi della padrona e
obbedienti agli ordini dei capibranco.
Si consolino Giovanni Lava e i civici collegnesi, è così
dappertutto, certamente è così anche da quest’altra parte del corso Francia:
parafrasando il detto “Fuori dal Consiglio leoni, in seduta…”. Il problema non
è che essi – i malpancisti – non abbiano sposato un punto di vista (quello di
Civica), scegliendone un altro. Ci mancherebbe! Il problema è che hanno
rivelato la loro consistenza e il coraggio con cui sono disponibili ad
affrontare i problemi della città. Se le modalità con cui l’amministrazione ha
proceduto e se i contenuti della delibera a loro sono andati bene, hanno fatto
il giusto comportandosi come hanno fatto. Se, come hanno sostenuto ovunque e in
ogni modo, non erano d’accordo ... qualcosa non va. Certamente sono inutili a
promuovere il cambiamento a cui noi aspiriamo, forse sono perfino una zavorra.
Se l’Italia è al punto di oggi, qualche ragionamento anche su queste banderuole
e sulla qualità del ceto politico locale bisognerà pur farselo…
Di gente come loro ne conosco a bizzeffe, erano così anche
le ottime persone che si sono votate qualunque delibera nella Grugliasco delle
Gru, salvo poi balbettare quando tirati in ballo: “Non mi ero accorto, non
sapevo, mi avevano detto che era tutto a posto”, davvero convinti al momento
del voto come al momento dell’abiura, capaci di giravolte in nome del Partito e
di un partito che non c’è più, nemmeno quando prova a ingannare un’altra volta
i suoi elettori con slogan che smentisce nel comportamento e nelle azioni
quotidiane.
Ecco perché la Collegno di domani bisogna costruirla senza
correre dietro a loro: si perde tempo e si rimediano cocenti delusioni come
quella che sembra trasparire dalle parole di Giovanni. Caro Giò e cari civici
collegnesi, non è una sconfitta vostra, ha perso Collegno, ma non mancheranno
le tappe successive in cui far valere nuovamente e più efficacemente le vostre
buone ragioni. Per quanto riguarda il domani mi piacerebbe essere con voi a
cercare di proporre per Collegno davvero qualcosa di nuovo, nel programma, nel
costumi, nei metodi e nelle soprattutto ... nelle facce.
Mariano
Turigliatto
venerdì, dicembre 20, 2013
PASSA LA DELIBERA MANDELLI TRA BELATI E SCHIENA DRITTA
venerdì, dicembre 20, 2013
Area Mandelli
Respinta la richiesta di rinvio di CIVICA.
Con il solo voto contrario di CIVICA è stata approvata la delibera Mandelli. Un voto quello di CIVICA maturato nel corso della serata non tanto e non solo per i contenuti della delibera quanto per il metodo adottato e per le motivazioni a favore ascoltate nel corso delle quattro ore di dibattito. Davanti al trionfo dell'arroganza e dell'ipocrisia che almeno uno mantenesse la schiena dritta è apparso come l'unico possibile servizio alla democrazia.
Nei post precedenti è stato illustrato il modo spiccio con il quale si sono consegnati i documenti utili a comprendere la portata della delibera. Vista la complessità della materia, per farsi un'idea precisa, avanzare proposte e proporre emendamenti, occorre del tempo e l'ausilio di consulenti. Pur non essendo un esperto, nel poco tempo a disposizione ho individuato alcune criticità (bonifica del suolo, rapporto proporzionato o meno tra l'interesse pubblico e quello privato, viabilità, tempistica, ecc.) e soprattutto l'applicabilità nel nostro caso della legge 106/2011 e la procedura adottata. Su quest'ultimo aspetto abbiamo interpellato direttamente l'ing. Dezzani, il direttore della Direzione strategica, politiche territoriali ed edilizia della Regione Piemonte, lo stesso a cui nell'agosto scorso si era rivolto il dirigente del settore urbanistica del Comune di Collegno con una serie di quesiti. Ebbene l'ing. Dezzani ha fissato un appuntamento per il prossimo 9 gennaio. Da qui la richiesta di rinvio a termine di regolamento a gennaio della delibera avanzata dal sottoscritto all'inizio della discussione, richiesta messa ai voti e bocciata 17 a 10 e qualche astensione.
A seguire il dibattito c'era un gruppo di cittadini abitanti nella via Torino prospiciente l'area della Mandelli che sottolineava con applausi o disappunto ogni qualvolta ci si esprimeva a favore o contro la delibera. A loro non interessava cosa si sarebbe fatto, ma solo che si facesse. E questo gruppo di cittadini è diventato l'interlocutore di tutti i favorevoli alla delibera, alla fine cioè tutti tranne il sottoscritto. Che si trattasse di 50 mila mq di territorio da trasformare in un punto nevralgico della città importava poco o niente a fronte del desiderio apparente di compiacere quei pochi cittadini. Ovviamente quei cittadini avevano tutte le ragioni di questo mondo ad essere lì e a volere ad ogni costo la bonifica di quell'area degradata sotto il proprio naso da almeno dieci anni. Il loro è un interesse particolare, ma legittimo. Invece di tutti quei cittadini che protestano per l'aria inquinata, per la difficile viabilità, per il troppo cemento in sala consiliare neppure l'ombra, fatta eccezione per un paio di amici di CIVICA e di qualche altro habituè. Non si sono visti gli ambientalisti d'oc, nè i membri della consulta dell'ambiente, nè, dulcis in fundo, i cinquestelle che dovrebbero dal prossimo anno rovesciare come un calzino la politica a Collegno. Assenti, tutti assenti.
Molti consiglieri hanno affermato che quello di ieri sera era il più importante atto della legislatura. Come dargli torto dopo un immobilismo durato 10 anni. Dieci anni che hanno fatto registrare due soli interventi di rilievo, quello sull'area ex Elbi la scorsa legislatura, e quello relativo all'area Mandelli di ieri sera. Entrambi realizzati al traino di società immobiliari. La grande variante promessa che avrebbe dovuto produrre un disegno razionale dell'ambito di via De Amicis non è mai stata fatta e mai si farà. La strada aperta ieri sera farà da battistrada a tutte le altre proprietà dell'ambito di via De Amicis, e si continuerà a spizzichi e bocconi, crisi permettendo, a trasformare tutta l'area, ogni volta avendo come stella polare la compatibilità economica e l'interesse di ogni singola proprietà.
A livello politico quello di ieri sera è stato non solo e non tanto un successo del sindaco, quando di quel gruppo di potere che ha governato e si appresta a governare ancora dopo le prossime elezioni. Rivelatori e patetici poi sono stati gli interventi di alcuni di quelli che avevano promesso sfracelli e poi si sono come sempre allineati e coperti. Una pena. Come quelli dell'opposizione che improvvisamente sono resuscitati dopo cinque anni di sonno, come segnale di essere pronti di fare il salto della quaglia nelle fila della prossima maggioranza.
Ma è stata anche sicuramente una sconfitta mia e di CIVICA, non tanto per il risultato e quell'unico voto contro di cui andare fieri e orgogliosi, quanto per il fatto di essere stati lasciati soli a sostenere quel progetto politico di rinnovamento e di alternanza capace di dare una speranza a questa città. Da tutto ciò sapremo come sempre trarre le giuste e conseguenti conclusioni.
Con il solo voto contrario di CIVICA è stata approvata la delibera Mandelli. Un voto quello di CIVICA maturato nel corso della serata non tanto e non solo per i contenuti della delibera quanto per il metodo adottato e per le motivazioni a favore ascoltate nel corso delle quattro ore di dibattito. Davanti al trionfo dell'arroganza e dell'ipocrisia che almeno uno mantenesse la schiena dritta è apparso come l'unico possibile servizio alla democrazia.
Nei post precedenti è stato illustrato il modo spiccio con il quale si sono consegnati i documenti utili a comprendere la portata della delibera. Vista la complessità della materia, per farsi un'idea precisa, avanzare proposte e proporre emendamenti, occorre del tempo e l'ausilio di consulenti. Pur non essendo un esperto, nel poco tempo a disposizione ho individuato alcune criticità (bonifica del suolo, rapporto proporzionato o meno tra l'interesse pubblico e quello privato, viabilità, tempistica, ecc.) e soprattutto l'applicabilità nel nostro caso della legge 106/2011 e la procedura adottata. Su quest'ultimo aspetto abbiamo interpellato direttamente l'ing. Dezzani, il direttore della Direzione strategica, politiche territoriali ed edilizia della Regione Piemonte, lo stesso a cui nell'agosto scorso si era rivolto il dirigente del settore urbanistica del Comune di Collegno con una serie di quesiti. Ebbene l'ing. Dezzani ha fissato un appuntamento per il prossimo 9 gennaio. Da qui la richiesta di rinvio a termine di regolamento a gennaio della delibera avanzata dal sottoscritto all'inizio della discussione, richiesta messa ai voti e bocciata 17 a 10 e qualche astensione.
A seguire il dibattito c'era un gruppo di cittadini abitanti nella via Torino prospiciente l'area della Mandelli che sottolineava con applausi o disappunto ogni qualvolta ci si esprimeva a favore o contro la delibera. A loro non interessava cosa si sarebbe fatto, ma solo che si facesse. E questo gruppo di cittadini è diventato l'interlocutore di tutti i favorevoli alla delibera, alla fine cioè tutti tranne il sottoscritto. Che si trattasse di 50 mila mq di territorio da trasformare in un punto nevralgico della città importava poco o niente a fronte del desiderio apparente di compiacere quei pochi cittadini. Ovviamente quei cittadini avevano tutte le ragioni di questo mondo ad essere lì e a volere ad ogni costo la bonifica di quell'area degradata sotto il proprio naso da almeno dieci anni. Il loro è un interesse particolare, ma legittimo. Invece di tutti quei cittadini che protestano per l'aria inquinata, per la difficile viabilità, per il troppo cemento in sala consiliare neppure l'ombra, fatta eccezione per un paio di amici di CIVICA e di qualche altro habituè. Non si sono visti gli ambientalisti d'oc, nè i membri della consulta dell'ambiente, nè, dulcis in fundo, i cinquestelle che dovrebbero dal prossimo anno rovesciare come un calzino la politica a Collegno. Assenti, tutti assenti.
Molti consiglieri hanno affermato che quello di ieri sera era il più importante atto della legislatura. Come dargli torto dopo un immobilismo durato 10 anni. Dieci anni che hanno fatto registrare due soli interventi di rilievo, quello sull'area ex Elbi la scorsa legislatura, e quello relativo all'area Mandelli di ieri sera. Entrambi realizzati al traino di società immobiliari. La grande variante promessa che avrebbe dovuto produrre un disegno razionale dell'ambito di via De Amicis non è mai stata fatta e mai si farà. La strada aperta ieri sera farà da battistrada a tutte le altre proprietà dell'ambito di via De Amicis, e si continuerà a spizzichi e bocconi, crisi permettendo, a trasformare tutta l'area, ogni volta avendo come stella polare la compatibilità economica e l'interesse di ogni singola proprietà.
A livello politico quello di ieri sera è stato non solo e non tanto un successo del sindaco, quando di quel gruppo di potere che ha governato e si appresta a governare ancora dopo le prossime elezioni. Rivelatori e patetici poi sono stati gli interventi di alcuni di quelli che avevano promesso sfracelli e poi si sono come sempre allineati e coperti. Una pena. Come quelli dell'opposizione che improvvisamente sono resuscitati dopo cinque anni di sonno, come segnale di essere pronti di fare il salto della quaglia nelle fila della prossima maggioranza.
Ma è stata anche sicuramente una sconfitta mia e di CIVICA, non tanto per il risultato e quell'unico voto contro di cui andare fieri e orgogliosi, quanto per il fatto di essere stati lasciati soli a sostenere quel progetto politico di rinnovamento e di alternanza capace di dare una speranza a questa città. Da tutto ciò sapremo come sempre trarre le giuste e conseguenti conclusioni.
Giovanni Lava
domenica, dicembre 15, 2013
CONSIGLIO COMUNALE DEGRADATO AD ASSEMBLEA DI CONDOMINIO
domenica, dicembre 15, 2013
Area Mandelli
L'arroganza è sempre compagna della debolezza. I forti non hanno bisogno per affermarsi di sotterfugi o scorciatoie. Al sindaco e al suo presidente del consiglio non è bastato respingere la richiesta di rinvio della delibera sulla Mandelli (vedi post precedente). Hanno sentito l'urgenza, dopo aver convocato per giovedì 19 il consiglio comunale, di riconvocarlo in seconda convocazione anche per il giorno dopo, venerdì 20 dicembre, in modo da scongiurare il rischio della mancanza del numero legale. Come tutti sanno in seconda convocazione tutte le assemblee sono valide indipendentemente dal numero dei partecipanti. In soldoni, se giovedì sera, come era accaduto un anno fa per la delibera Metropolis, venisse a mancare il numero legale, il giorno dopo anche solo la presenza del sindaco e del suo presidente del consiglio sarebbero sufficienti ad approvare la delibera Mandelli. Il consiglio comunale viene ridotto così alla stregua di un'assemblea di condominio o di qualsiasi altro soggetto, dove l'alto numero degli aventi diritto rispetto al numero consueto dei partecipanti rende indispensabile la doppia convocazione.
Nel caso del consiglio comunale la doppia convocazione di norma viene fissata in occasione della seduta sul bilancio. A Collegno, invece, viene usata come una rivoltella puntata alla testa di quei consiglieri che non condividendo la delibera potrebbero ricorrere all'abbandono della seduta per far mancare il numero legale e così rinviare la delibera ad un esame successivo. Far mancare il numero legale è un legittimo strumento di lotta politica che però è possibile praticare solo quando la maggioranza non è in grado di essere tale.
Questa volta la doppia convocazione la dice lunga sulla solidità della maggioranza e sulla fiducia che in essa nutre il nostro sindaco. Ma che vittoria politica sarebbe per l'amministrazione e per il suo partito di maggioranza assoluta che è il Pd l'approvazione della delibera Mandelli da parte di una minoranza di consiglieri?
La doppia convocazione ci dice quanto bruci ancora proprio la vicenda Metropolis. Forse è il caso di farne un breve riassunto. Circa un anno fa il sindaco portò in consiglio comunale la delibera Metropolis con la richiesta al Consiglio comunale di approvare le deroghe al piano regolatore affinchè il palazzaccio di via Antonelli potesse essere completato sulla base della stessa legge 106/11 che oggi viene invocata per la Mandelli. Forte del parere di eminenti avvocati si disse che l'interesse pubblico era rappresentato dal puro e semplice completamento dell'edificio. Molti consiglieri di maggioranza e di opposizione sostenevano invece che non fosse sufficiente. Chiesero il rinvio della delibera e il sindaco come oggi la negò. Si arrivò in consiglio comunale e il rinvio fu inevitabile visto che il sindaco si ritrovò senza una maggioranza che l'approvasse. Imperterrita riconvocò il consiglio senza ascoltare ragioni, e qui venne a mancare il numero legale. Solo al terzo consiglio comunale finalmente la delibera passò, ma nel frattempo l'interesse pubblico era diventato più tangibile con il 50 % di alloggi da destinare ad edilizia convenzionata e il 15% ad affitti calmierati. La società Metropolis non accettò quanto stabilito in delibera e fece ricorso al Tar per ottenerne l'annullamento. Pochi giorni fa abbiamo riferito della sentenza del Tar che ha respinto il ricorso e confermato la correttezza delle decisioni del consiglio comunale. Il sindaco si è vantata di quel risultato, peccato che fosse stato per lei la delibera sarebbe stata approvata nella versione iniziale. Solo la testardaggine del consiglio comunale, minacciato di sfracelli per quella decisione, un anno fa fece sì che la delibera potesse essere migliorata nell'interesse della città.
Se un anno fa fosse stato convocato come oggi il consiglio comunale in doppia seduta, non ci sarebbero stati i miglioramenti che sappiamo. La memoria di quanto accaduto un anno fa avrebbe dovuto consigliare una maggiore disponibilità e confronto con il consiglio comunale. Invece ci troviamo non solo davanti alla forzatura di portare la delibera alla discussione dopo pochi giorni dalla pubblicazione della complessa e copiosa documentazione, ma anche davanti ad un vero e proprio escamotage che deve consentire l'approvazione della delibera ad ogni costo anche in assenza di una vera maggioranza. Allora è d'obbligo la domanda: cosa si nasconde di così ultimativo sotto la Mandelli?
Giovanni Lava
giovedì, dicembre 12, 2013
L'UNIONE TRA CADOS E COVAR 14
giovedì, dicembre 12, 2013
LUNEDI’ 16
DICEMBRE ORE 20,45
c/o Comune di
Rivalta
via Balma
5
Incontro per valutazione
del percorso del Protocollo d’Intesa verso l’Azienda unica di gestione rifiuti
riguardante l’intera Provincia di Torino
L’appuntamento riguarda
amministratori e persone dei movimenti rappresentativi e con competenze
sull’argomento.
Sotto trovate l’elenco dei
Comuni che riguardano i Consorzi COVAR 14 e CADOS (versante CIDIU), quelli che
secondo il citato Protocollo dovrebbero costituire la prima base di
fusione.
Considerati i tempi brevi, vi chiediamo il prima possibile la
vostra adesione a questa riunione.
In allegato trovate il piano della provincia per la creazione dell'azienda unica per la gestione dei
rifiuti metropolitani, le lettere che avevamo inviato ai 315 Sindaci, la prima
inerente le nostre considerazioni rispetto al Protocollo, la seconda riguardante
la NOSTRA PROPOSTA, alternativa si intende.
Uno degli obiettivi della
serata è quello di avviare un dialogo con tutte le amministrazioni interessate
all’operazione, proponendo loro l’approvazione della delibera Rifiuti Zero
votata all’unanimità a Vinovo.
Fate quindi riferimento ai
seguenti indirizzi per eventuali chiarimenti, integrazioni ed inviti.
Grazie
Claudio Cavallari:
cp.cavallari@gmail.com
Valeria Vergnano: valeverny@virgilio.it
Valeria Vergnano Rifiuti Zero Torino
COVAR14
Beinasco, Bruino,Candiolo,
Carignano, Castagnole Piemonte, La
Loggia, Lombriasco, Moncalieri,
Nichelino, Orbassano,
Osasio, Pancalieri, Piobesi
Torinese, Piossasco, Rivalta
Torinese,
Trofarello,Villastellone,Vinovo,
Virle Piemonte.
CIDIU:
Alpignano, Collegno, Druento,
Grugliasco, Pianezza, Rivoli, Rosta, S. Gillio, Villarbasse,
Sangano, Venaria Reale.
giovedì, dicembre 12, 2013
MANDELLI E I MUSCOLI DEL SINDACO
giovedì, dicembre 12, 2013
Area Mandelli
Respinta la richiesta di rinvio della delibera.
Prova muscolare del sindaco ieri sera nella conferenza dei capigruppo. La richiesta da parte di tutti i capigruppo di minoranza presenti e dei due alleati del Pd, - Rinnoviamo Collegno e Italia dei Valori - di concedere un po' di tempo in più rinviando a gennaio la delibera sulla Mandelli per consentire di approfondirne tutti gli aspetti, vista l'importanza della decisione e la mole degli allegati, è stata respinta senza se e senza ma. A questo punto, considerato che dopo più di 10 anni di inutile attesa un mese in più non cambierebbe nulla, è legittimo il sospetto che dietro tanta protervia vi sia solo un meschino calcolo politico, quello di sfidare tutti i gruppi e partiti diversi dal Pd a votare contro la delibera per potersi poi presentare la prossima primavera davanti agli elettori come l'unico partito in grado di decidere e di risolvere le problematiche della città. Altro che partecipazione e condivisione. Dopo aver creato con le proprie divisioni e immobilismo una situazione di degrado come quella esistente nell'area ex-Mandelli, oggi vogliono presentarsi alla città come unici salvatori della patria, iniziando prima del voto a far vedere che qualcosa si muove con l'avvio della demolizione dell'esistente. Infatti nella delibera si afferma che le demolizioni "saranno avviate entro e non oltre 60 dalla data di approvazione della delibera". Avviate. Sulla fine si vedrà.Il fatto che dopo mesi di studi e trattative con la proprietà, ai consiglieri siano stati concessi due giorni per prendere visione della delibera e dei numerosi e copiosi allegati, non ha creato alcun imbarazzo. Il fatto che la materia sia tanto complessa che lo stesso dirigente all'urbanistica abbia sentito la necessità di porre numerosi quesiti alla Regione, non ha alcuna importanza affinchè i consiglieri possano a loro volta avvalersi di consulenti per decrittare la complessa materia e avanzare delle proposte. Il fatto che la recente sentenza del Tar sul palazzo Metropolis pare contraddire in qualche punto quanto deciso per la Mandelli, non richiede alcuna verifica.
Entrando un po' più nel merito, il dirigente all'urbanistica ha elencato in commissione i vantaggi per la città. Veli allego nella foto sotto. (cliccare su per ingrandire).
Presentati così sembrano dei "regali". A fronte di tutto questo vi sono 20.218 mq di superficie lorda di pavimento di residenza che tradotti vogliono dire più di 200 appartamenti da 80 metri quadri, almeno ottocento abitanti in più. Una quantità di case e di abitanti di cui Collegno certamente in questo momento in cui perde cittadini non sente la necessità, visto l'invenduto esistente. Un sacrificio necessario, si dice, per riqualificare l'area. Bene stiamo dentro questo ragionamento. Ma allora perchè costringere a sborsare più di tre milioni di euro alla proprietà per monetizzare aree a servizi che non ci sono? Perchè non ridurre la quantità di case da costruire e aumentare sul posto le aree a servizi? Oppure perchè non acquisire quelle aree a servizi esistenti nell'area di via De Amicis o anche solo l'ex vivaio Coppo, un angolo di verde in un'area, quella di via Magenta che di verde non ne ha proprio? Viene presentata la monetizzazione come un grande successo, a me pare invece un grosso limite in un'area che di servizi ha necessità come l'aria - si pensi solo al problema dei parcheggi.
Esiste poi molto più che un dubbio che la 106 si possa applicare ad un'area a servizi andando al di là del recupero dei manufatti industriali. Si dice che è compatibile con il contesto. Ne siamo sicuri, o dobbiamo poi pendere ancora una volta da un giudizio del Tar? Tar che ha appena sentenziato che l'intervento edilizio debba essere circoscritto e predeterminato. Un intervento per un'area di 40 mila metri quadri può essere inteso come un intervento circoscritto? il beneficio per la città è proporzionato al beneficio economico della proprietà oppure è a scapito dell'uno o dell'altro? E se dovesse risultare più avanti, come è molto probabile, che la bonifica non solo è necessaria ma anche molto costosa, gli interventi promessi saranno realizzati oppure per decenni quella resterà una landa desolata? Che garanzie ci sono? Noi non ne vediamo di garanzie, a parte la demolizione di cui si è già detto, tempistiche non ce ne sono.
E ancora la viabilità. Come ha ben detto l'architetto della proprietà nella sua sommaria illustrazione in commissione, soluzioni vere non ce ne sono. L'esistenza di una serie di "tappi" ai bordi dell'area non consente soluzioni efficaci. Come modestamente ho fatto notare in commissione tutti questi studi non hanno trovato il tempo di pensare ad una soluzione efficace e definitiva per pedoni e ciclisti che metta in comunicazione il capolinea della metropolitana con il parco Dalla Chiesa, "saltando" il pericolo attraversamento di corso Pastrengo . D'altronde se, come è emerso in commissione, di tutto il progetto sulla mobilità nulla sapeva lo stesso assessore alla mobilità di Collegno, la dice lunga sull'iter che ha avuto tutta la progettazione e il coinvolgimento della stessa giunta.
Bene, di cose da dire, da discutere, da approfondire ce ne sarebbero tante, ma non ci è concesso farlo. E' incredibile come un partito che anche a Collegno appena domenica scorsa ha visto bocciare clamorosamente dalla sua stessa gente proprio quella classe politica che da vent'anni governa la città, non riesca a produrre nulla di nuovo nè nei metodi, nè nei contenuti. Anzi quello che si vede, è solo la presenza dei soliti vecchi arnesi del vecchio partito aggirarsi impettiti in tutte le occasioni pubbliche, compresa questa.
E che dire del rispetto dei cittadini che dovrebbero beneficiare di tutta questa manna promessa dal sindaco e dal suo dirigente? In tanti mesi non si è trovato il tempo per fare neppure un incontro con il quartiere, per non parlare con la consulta per l'ambiente, deceduta anzi tempo o con gli ambientalisti di complemento di cui è ricca la città. "Ghe pensi mi" a tutto, pare affermare il sindaco con il suo comportamento ostinato, che ieri ha detto: "Io rappresento la città". La città è rappresentata solo da lei, l'altro abbondante 50 % che non l'ha votata o perchè non è andata proprio a votare o perchè ha votato per altri, conta meno di niente. Viva la democrazia!
Giovanni Lava
sabato, dicembre 07, 2013
MANDELLI, UNA FRETTA DEL DIAVOLO
sabato, dicembre 07, 2013
Area Mandelli
Calpestato il ruolo dei consiglieri comunali.
Hanno atteso le 14 e 48 di ieri pomeriggio, venerdì 6 dicembre, per convocare la commissione urbanistica sulla Mandelli. Si vociferava da settimane che il sindaco avrebbe aspettato l'ultimo minuto utile per compiere il blitz. Personalmente non ci volevo credere. La posta per la città mi sembrava troppo alta per giocarsela alla vigilia di Natale. Invece lo hanno fatto. Hanno convocato la commissione urbanistica per martedì 10 dicembre alle ore 17,45 presso la sala matrimoni del palazzo civico e lo hanno fatto con un'email delle ore 14 e 48. E lo hanno fatto con due ore di ritardo sull'altra email, quella che convocava la conferenza dei capigruppo per mercoledì 11 dicembre che a sua volta dovrebbe convocare il consiglio comunale del 19 dicembre, avendo già all'ordine del giorno la delibera sulla Mandelli. Il fatto che la commissione di martedì possa non essere esaustiva non li ha neppure sfiorati. Si sono portati avanti con il lavoro. Viva la democrazia.
Intanto apprendiamo dal loro blog che la lista Rinnoviamo Collegno con i suoi tre consiglieri di maggioranza non è proprio d'accordo con il progetto Mandelli e che altri consiglieri di maggioranza sono non proprio convinti.
Nella delibera che sarà presentata martedì ci sono tante cose, forse troppe, per essere liquidata in quattro e quattr'otto. Come già troppe volte accaduto a questa amministrazione, voler recuperare i decenni perduti con operazioni affrettate, provoca solo danni.
Dopo vent'anni di inutile attesa, non concedere ai consiglieri neppure una settimana di tempo dalla messa a disposizione della delibera al momento in cui bisognerà decidere, appare davvero sospetto, una fretta del diavolo che non fa presagire nulla di buono. La riqualificazione della Mandelli è cosa troppo seria per essere affrontata come un emergenza dell'ultima ora, visto che non è un'emergenza dell'ultima ora. Non solo non si sente la necessità di ascoltare l'opinione dei cittadini, ma neppure quella dei loro rappresentanti in consiglio comunale. La presentazione della domanda da parte della Nord Ovest Immobiliare è del 30 maggio 2013. Ci sono voluti 4 mesi per presentare una prima bozza del progetto della proprietà in commissione. Da allora sono trascorsi altri tre mesi di incontri, riunioni e quant'altro per trovare una quadra e a noi, poveri consiglieri comunali, è lasciato un solo giorno lavorativo per renderci edotti sulla delibera. La volontà di impedire qualsiasi verifica è evidente. Ed è proprio questo che a noi della lista CIVICA per Collegno ci preoccupa. Cosa non dobbiamo avere il tempo di capire?
Capiamo il sindaco, che ci risulta sia sia battuta come un leone per far inserire la clausola dei 60 giorni dati alla proprietà per radere al suolo tutti i fabbricati e manufatti esistenti.
La capiamo, perchè quando i posteri si dovessero mai chiedere cosa ha realizzato nei suoi dieci anni da sindaco, almeno si possa rispondere: ha compiuto l'atto eroico di radere al suolo la ferraglia della Mandelli alla vigilia delle elezioni. E ci se ne frega di quanto avverrà dopo.
Ma non possiamo capire nè giustificare in alcun modo il presidente del consiglio che dovrebbe garantire il ruolo dell'istituzione che rappresenta, innanzitutto difenderlo dall'invadenza del'esecutivo e che ancora una volta dimostra di non esserne capace. Strumento passivo al volere del sindaco.
Per tutto questo e per molto di più facciamo appello a tutti i cittadini che hanno ancora un pochino a cuore la loro città di essere presenti in commissione: martedì ore 17,45 - sala matrimoni - palazzo civico.
Hanno atteso le 14 e 48 di ieri pomeriggio, venerdì 6 dicembre, per convocare la commissione urbanistica sulla Mandelli. Si vociferava da settimane che il sindaco avrebbe aspettato l'ultimo minuto utile per compiere il blitz. Personalmente non ci volevo credere. La posta per la città mi sembrava troppo alta per giocarsela alla vigilia di Natale. Invece lo hanno fatto. Hanno convocato la commissione urbanistica per martedì 10 dicembre alle ore 17,45 presso la sala matrimoni del palazzo civico e lo hanno fatto con un'email delle ore 14 e 48. E lo hanno fatto con due ore di ritardo sull'altra email, quella che convocava la conferenza dei capigruppo per mercoledì 11 dicembre che a sua volta dovrebbe convocare il consiglio comunale del 19 dicembre, avendo già all'ordine del giorno la delibera sulla Mandelli. Il fatto che la commissione di martedì possa non essere esaustiva non li ha neppure sfiorati. Si sono portati avanti con il lavoro. Viva la democrazia.
Intanto apprendiamo dal loro blog che la lista Rinnoviamo Collegno con i suoi tre consiglieri di maggioranza non è proprio d'accordo con il progetto Mandelli e che altri consiglieri di maggioranza sono non proprio convinti.
Nella delibera che sarà presentata martedì ci sono tante cose, forse troppe, per essere liquidata in quattro e quattr'otto. Come già troppe volte accaduto a questa amministrazione, voler recuperare i decenni perduti con operazioni affrettate, provoca solo danni.
Dopo vent'anni di inutile attesa, non concedere ai consiglieri neppure una settimana di tempo dalla messa a disposizione della delibera al momento in cui bisognerà decidere, appare davvero sospetto, una fretta del diavolo che non fa presagire nulla di buono. La riqualificazione della Mandelli è cosa troppo seria per essere affrontata come un emergenza dell'ultima ora, visto che non è un'emergenza dell'ultima ora. Non solo non si sente la necessità di ascoltare l'opinione dei cittadini, ma neppure quella dei loro rappresentanti in consiglio comunale. La presentazione della domanda da parte della Nord Ovest Immobiliare è del 30 maggio 2013. Ci sono voluti 4 mesi per presentare una prima bozza del progetto della proprietà in commissione. Da allora sono trascorsi altri tre mesi di incontri, riunioni e quant'altro per trovare una quadra e a noi, poveri consiglieri comunali, è lasciato un solo giorno lavorativo per renderci edotti sulla delibera. La volontà di impedire qualsiasi verifica è evidente. Ed è proprio questo che a noi della lista CIVICA per Collegno ci preoccupa. Cosa non dobbiamo avere il tempo di capire?
Capiamo il sindaco, che ci risulta sia sia battuta come un leone per far inserire la clausola dei 60 giorni dati alla proprietà per radere al suolo tutti i fabbricati e manufatti esistenti.
La capiamo, perchè quando i posteri si dovessero mai chiedere cosa ha realizzato nei suoi dieci anni da sindaco, almeno si possa rispondere: ha compiuto l'atto eroico di radere al suolo la ferraglia della Mandelli alla vigilia delle elezioni. E ci se ne frega di quanto avverrà dopo.
Ma non possiamo capire nè giustificare in alcun modo il presidente del consiglio che dovrebbe garantire il ruolo dell'istituzione che rappresenta, innanzitutto difenderlo dall'invadenza del'esecutivo e che ancora una volta dimostra di non esserne capace. Strumento passivo al volere del sindaco.
Per tutto questo e per molto di più facciamo appello a tutti i cittadini che hanno ancora un pochino a cuore la loro città di essere presenti in commissione: martedì ore 17,45 - sala matrimoni - palazzo civico.
Giovanni Lava
giovedì, dicembre 05, 2013
LA SENTENZA DEL TAR: UN SILURO PER LA MANDELLI
giovedì, dicembre 05, 2013
Sentenza Tar-Metropolis
Il sindaco si fa bella per meriti non suoi.
Il Tar ha bocciato i ricorsi della società Metropolis e della società Sistemi contro la delibera del consiglio comunale di Collegno del gennaio scorso. Delibera con la quale si approvava, dopo un'estenuante braccio di ferro tra il sindaco e i consiglieri comunali, le deroghe al piano regolatore per consentire alla società di portare a termine il palazzo di 14 piani di via Antonelli. Sentenza storica si vanta il sindaco. E sentenza storica lo è davvero, perchè il Tar ha respinto il ricorso e ha affermato sostanzialmente quattro cose: a) in primis la competenza del consiglio comunale, b) che "l'intervento edilizio deve essere circoscritto e predeterminato, che lasci inalterato l'assetto urbanistico del resto della zona in cui è ricompreso", c) che deve essere garantito un interesse pubblico e questo deve essere proporzionato ai benefici economici che l'intervento produce per il privato; d) l'interesse pubblico non può ridursi ad una mera riqualificazione dell'area.
Il sindaco, evidentemente smemorato - vada a rileggersi i verbali - dimentica che lei e i suoi tecnici volevano ad ogni costo che il consiglio comunale approvasse le deroghe senza alcuna contropartita per la città. Dimentica come avessero preso per oro colato le tesi dell'avvocato interpellato dall'amministrazione, il quale sosteneva nella sostanza le tesi bocciate ora dal Tar. Dimentica come anche in quell'occasione si fece del "terrorismo" per piegare la volontà dei consiglieri comunali, adombrando possibili richieste di danni da parte della proprietà se non si fosse detto sì alla delibera del sindaco con le deroghe al piano regolatore necessarie all'approvazione del permesso di costruire presentato da Metropolis. Solo la caparbietà di molti consiglieri, e in primo luogo alcuni di maggioranza, fece sì che si quantificasse l'interesse pubblico nel 50% di alloggi da destinare ad edilizia convenzionata e di questi il 30% ad affitti calmierati. Ora il Tar ha stabilito che il consiglio comunale aveva ragione e che la richiesta fu congrua, per conseguenza ha dato ragione al sindaco come rappresentante legale del Comune, ma di fatto le ha dato torto insieme ai suoi tecnici che sostenevano allora tesi molto diverse da quelle che sono poi andati a difendere davanti al Tar.
Dicevamo nel titolo che queste sentenze sono un siluro al progetto Mandelli, almeno a quello che si vorrebbe portare in consiglio a breve. Innanzitutto nel voler spacciare la mera riqualificazione dell'area per interesse pubblico tout court, poi l'intenzione di far passare con la scusa della legge 106 una vera e propria variante urbanistica ( più di 50 mila mq di superficie, altro che intervento edilizio circoscritto), infine la proporzionalità tra il guadagno del privato e quello del pubblico.
I nostri eroi vorranno smentire il Tar ancor prima che si asciughi l'inchiostro con cui il tribunale amministrativo ha scritto le due sentenze il 28 novembre scorso?
Il Tar ha bocciato i ricorsi della società Metropolis e della società Sistemi contro la delibera del consiglio comunale di Collegno del gennaio scorso. Delibera con la quale si approvava, dopo un'estenuante braccio di ferro tra il sindaco e i consiglieri comunali, le deroghe al piano regolatore per consentire alla società di portare a termine il palazzo di 14 piani di via Antonelli. Sentenza storica si vanta il sindaco. E sentenza storica lo è davvero, perchè il Tar ha respinto il ricorso e ha affermato sostanzialmente quattro cose: a) in primis la competenza del consiglio comunale, b) che "l'intervento edilizio deve essere circoscritto e predeterminato, che lasci inalterato l'assetto urbanistico del resto della zona in cui è ricompreso", c) che deve essere garantito un interesse pubblico e questo deve essere proporzionato ai benefici economici che l'intervento produce per il privato; d) l'interesse pubblico non può ridursi ad una mera riqualificazione dell'area.
Il sindaco, evidentemente smemorato - vada a rileggersi i verbali - dimentica che lei e i suoi tecnici volevano ad ogni costo che il consiglio comunale approvasse le deroghe senza alcuna contropartita per la città. Dimentica come avessero preso per oro colato le tesi dell'avvocato interpellato dall'amministrazione, il quale sosteneva nella sostanza le tesi bocciate ora dal Tar. Dimentica come anche in quell'occasione si fece del "terrorismo" per piegare la volontà dei consiglieri comunali, adombrando possibili richieste di danni da parte della proprietà se non si fosse detto sì alla delibera del sindaco con le deroghe al piano regolatore necessarie all'approvazione del permesso di costruire presentato da Metropolis. Solo la caparbietà di molti consiglieri, e in primo luogo alcuni di maggioranza, fece sì che si quantificasse l'interesse pubblico nel 50% di alloggi da destinare ad edilizia convenzionata e di questi il 30% ad affitti calmierati. Ora il Tar ha stabilito che il consiglio comunale aveva ragione e che la richiesta fu congrua, per conseguenza ha dato ragione al sindaco come rappresentante legale del Comune, ma di fatto le ha dato torto insieme ai suoi tecnici che sostenevano allora tesi molto diverse da quelle che sono poi andati a difendere davanti al Tar.
Dicevamo nel titolo che queste sentenze sono un siluro al progetto Mandelli, almeno a quello che si vorrebbe portare in consiglio a breve. Innanzitutto nel voler spacciare la mera riqualificazione dell'area per interesse pubblico tout court, poi l'intenzione di far passare con la scusa della legge 106 una vera e propria variante urbanistica ( più di 50 mila mq di superficie, altro che intervento edilizio circoscritto), infine la proporzionalità tra il guadagno del privato e quello del pubblico.
I nostri eroi vorranno smentire il Tar ancor prima che si asciughi l'inchiostro con cui il tribunale amministrativo ha scritto le due sentenze il 28 novembre scorso?
Giovanni Lava
mercoledì, dicembre 04, 2013
ITI MAIORANA DI GRUGLIASCO PRIMI NEL MONDO
mercoledì, dicembre 04, 2013
Riceviamo e pubblichiamo.
Gli alunni delle classi quinte di Informatica dell’ ”ITI E.Majorana” di Grugliasco hanno partecipato alla competizione mondiale tra gli studenti degli USA e dell’Europa, denominata “Zero Robotics” e organizzata dal Massachusetts Institute of Technology (MIT dall'ESA Agenzia Spaziale Europea e al Politecnico di Torino). (Vedi volantino).
Alla fine della gara l’alleanza del Majorana di Grugliasco è riuscita a qualificarsi come prima nella classifica europea e prima perfino nella classifica mondiale, scavalcando nel punteggio le alleanze USA!
Il torneo quest’anno ha avuto una grande partecipazione di scuole italiane provenienti da tutte le regioni e di almeno 15 scuole di varie nazioni europee (Francia, Olanda Germania, Polonia ecc.).
Il Team di studenti (Loris Bibbò, Gianluca Brunetto, Michael Remolif, Mattia Chang, Fabio Zuccaro, Andrea Francesco Pavia Lorenzo Martines, Vlad Burlacu) è stato seguito dai tutors prof.ri Renato Rondano, Melillo Gerardo (nella foto) , coordinati da prof. Filippo Guastella, referente del progetto “Robotica” per l’Istituto.
La competizione consisteva nel controllare un satellite, del tipo detto “SPHERES”, in un ambiente spaziale simulato, inizialmente in 2D e, in seguito, in 3D. In tale ambiente occorreva guidare il satellite alla raccolta di detriti spaziali e poi intercettare una cometa in rotta di collisione con la propria base spaziale. Sfruttando la forza gravitazionale oppure un laser precedentemente raccolto, bisognava deviare la traiettoria della cometa, salvando la propria base e consumando minor carburante possibile. Il codice è stato sviluppato su piattaforma del MIT basata sul linguaggio C/C++.
La squadra del Majorana, denominata Super Majo Bros con la preparazione e l’entusiasmo ha superato brillantemente le fasi eliminatorie per poi allearsi con un liceo livornese (Liceo Scientifico “F. Cecioni”) e un istituto belga (“Stedelijke Humaniora Dilsen”).
Gli alunni delle classi quinte di Informatica dell’ ”ITI E.Majorana” di Grugliasco hanno partecipato alla competizione mondiale tra gli studenti degli USA e dell’Europa, denominata “Zero Robotics” e organizzata dal Massachusetts Institute of Technology (MIT dall'ESA Agenzia Spaziale Europea e al Politecnico di Torino). (Vedi volantino).
Alla fine della gara l’alleanza del Majorana di Grugliasco è riuscita a qualificarsi come prima nella classifica europea e prima perfino nella classifica mondiale, scavalcando nel punteggio le alleanze USA!
Il torneo quest’anno ha avuto una grande partecipazione di scuole italiane provenienti da tutte le regioni e di almeno 15 scuole di varie nazioni europee (Francia, Olanda Germania, Polonia ecc.).
Il Team di studenti (Loris Bibbò, Gianluca Brunetto, Michael Remolif, Mattia Chang, Fabio Zuccaro, Andrea Francesco Pavia Lorenzo Martines, Vlad Burlacu) è stato seguito dai tutors prof.ri Renato Rondano, Melillo Gerardo (nella foto) , coordinati da prof. Filippo Guastella, referente del progetto “Robotica” per l’Istituto.
La competizione consisteva nel controllare un satellite, del tipo detto “SPHERES”, in un ambiente spaziale simulato, inizialmente in 2D e, in seguito, in 3D. In tale ambiente occorreva guidare il satellite alla raccolta di detriti spaziali e poi intercettare una cometa in rotta di collisione con la propria base spaziale. Sfruttando la forza gravitazionale oppure un laser precedentemente raccolto, bisognava deviare la traiettoria della cometa, salvando la propria base e consumando minor carburante possibile. Il codice è stato sviluppato su piattaforma del MIT basata sul linguaggio C/C++.
La squadra del Majorana, denominata Super Majo Bros con la preparazione e l’entusiasmo ha superato brillantemente le fasi eliminatorie per poi allearsi con un liceo livornese (Liceo Scientifico “F. Cecioni”) e un istituto belga (“Stedelijke Humaniora Dilsen”).
Dario Zucchini
ITI Majorana
Grugliasco (TO)
lunedì, dicembre 02, 2013
E' MORTO FEDERICO SEFUSATTI
lunedì, dicembre 02, 2013
Lutto a Collegno
Il ricordo di Elio Milanese.
La notte scorsa è mancato novantunenne il dott. Federico Sefusatti, un Uomo che ha fatto onore alla Città di Collegno e all’Italia col suo impegno civile di combattente per la libertà delle attuali generazioni.
La notte scorsa è mancato novantunenne il dott. Federico Sefusatti, un Uomo che ha fatto onore alla Città di Collegno e all’Italia col suo impegno civile di combattente per la libertà delle attuali generazioni.
Sebbene
nella storia recente della Nazione ci siano per Federico importanti
testimonianze e prestigiosi riconoscimenti ufficiali, nazionali e
internazionali, lui non si è mai pubblicamente gloriato e ha mantenuto anche con
amici e parenti discrezione e modestia su quanto da lui
fatto.
Ho
avuto modo da bambino di conoscerlo come paziente nel dopoguerra, all’inizio
della sua attività di medico.
Un
medico che divenne in breve tempo apprezzato da tanti cittadini e al quale tutti
riconoscevano una sincera umanità e oltre a competenza e abnegazione
professionale: non c’era orario, giorno, notte o stagione che lui non accorresse
presso chi riteneva ne avesse bisogno.
Tra
i suoi pazienti c’erano esponenti di tutte le origini o classi sociali,
collegnesi, immigrati, operai, contadini, commercianti, industriali fra i quali
uno è stato per anni il primo contribuente in Italia, …. e, cosa più
importante, posso testimoniare che tutti i suoi pazienti erano seguiti con
quella la stessa attenzione e rispetto dovuti a esseri
sofferenti.
Federico
ha sempre mantenuto fino all’ultimo uno stretto e ricambiato legame di affetto
sia con la moglie Lucia Barbero, sposata poco più che bambina, sia con una tribù
sterminata di parenti e amici che hanno sempre trovato nella loro bella casa
una porta sempre aperta, senza formalità.
Ma
soprattutto Federico non ha mai perso con le letture e gli incontri quella
lucidità intellettiva e quell’impegno verso gli altri che è testimoniato anche
da uno dei suoi ultimi scritti che mi aveva dato e che riporto in calce,
inquietante per la sua attualità.
Elio Milanese
domenica, dicembre 01, 2013
LA DISCARICA INQUINA LA FALDA? L'ASSESSORE DORME SONNI TRANQUILLI
domenica, dicembre 01, 2013
Ambiente: inquinamento Cascina Gaj
Unico intervento: il divieto di usare l'acqua inquinata.
Non una parola di rammarico, nè un'autocritica. Per l'assessore all'ambiente (?) Barbara Martina il fatto che l'ex discarica di Cascina Gaj da 13 anni stia inquinando la falda acquifera non è un problema. Se da 13 anni il progetto di messa in sicurezza della discarica, di integrazione in integrazione, ancora deve essere messo in atto, il fatto non ha comportato secondo l'assessore rischi aggiuntivi visto che ai contadini della zona è stato vietato di usare l'acqua della falda per scopi alimentare per uomini e animali e per irrigare le colture.
Chi avesse voglia di farsi un'idea precisa della gravità del caso si legga attentamente la determina del dirigente, l'interrogazione di CIVICA e la risposta dell'assessore.
Il fatto che una discarica garantita a suo tempo per sicura inquini la falda acquifera non turba affatto l'assessore all'ambiente. Aver scoperto nell'anno 2000 che la discarica rilasciava nella falda acquifera concentrazioni anomale di manganese, ammoniaca e nichel - e chissà quali altri veleni sotto la soglia considerata di rischio - non toglie il sonno all'assessore all'ambiente. Se poi dal 2000 ad oggi, oltre ad aver vietato l'uso dell'acqua inquinata e ad aver fatto conferenze di servizio e integrazioni su integrazioni al progetto di risanamento, nulla di concreto è stato fatto per fermare la fuoriuscita di percolato, non preoccupa l'assessore all'ambiente, ma la indigna solo il fatto che CIVICA le chieda conto della mancata messa in sicurezza della discarica, visto che "tutto è sotto controllo" (parola dell'assessore all'ambiente).
Una vicenda di inquinamento di una gravità enorme viene liquidata dicendo che tutto e in regola, tutte le norme sono state rispettate. Un discorso che in questa nostra povera Italia si è sentito sempre fare da chi doveva vigilare ed intervenire per salvaguardare la salute dei cittadini e dell'ambiente, dall'Acna di Cengio, all'Italsider di Bagnoli all'Ilva di Taranto. Pensavamo che davvero a Collegno ci fosse un'altra cultura e un altro atteggiamento, ma non è così. Per l'assessore all'ambiente in fondo gli inquinanti si stanno diluendo nell'acqua, le concentrazioni sono già più basse quindi possiamo dormire sonni tranquilli tutti quanti. E poi, basta non E M U N G E R E l'acqua!
Non una parola di rammarico, nè un'autocritica. Per l'assessore all'ambiente (?) Barbara Martina il fatto che l'ex discarica di Cascina Gaj da 13 anni stia inquinando la falda acquifera non è un problema. Se da 13 anni il progetto di messa in sicurezza della discarica, di integrazione in integrazione, ancora deve essere messo in atto, il fatto non ha comportato secondo l'assessore rischi aggiuntivi visto che ai contadini della zona è stato vietato di usare l'acqua della falda per scopi alimentare per uomini e animali e per irrigare le colture.
Chi avesse voglia di farsi un'idea precisa della gravità del caso si legga attentamente la determina del dirigente, l'interrogazione di CIVICA e la risposta dell'assessore.
Il fatto che una discarica garantita a suo tempo per sicura inquini la falda acquifera non turba affatto l'assessore all'ambiente. Aver scoperto nell'anno 2000 che la discarica rilasciava nella falda acquifera concentrazioni anomale di manganese, ammoniaca e nichel - e chissà quali altri veleni sotto la soglia considerata di rischio - non toglie il sonno all'assessore all'ambiente. Se poi dal 2000 ad oggi, oltre ad aver vietato l'uso dell'acqua inquinata e ad aver fatto conferenze di servizio e integrazioni su integrazioni al progetto di risanamento, nulla di concreto è stato fatto per fermare la fuoriuscita di percolato, non preoccupa l'assessore all'ambiente, ma la indigna solo il fatto che CIVICA le chieda conto della mancata messa in sicurezza della discarica, visto che "tutto è sotto controllo" (parola dell'assessore all'ambiente).
Una vicenda di inquinamento di una gravità enorme viene liquidata dicendo che tutto e in regola, tutte le norme sono state rispettate. Un discorso che in questa nostra povera Italia si è sentito sempre fare da chi doveva vigilare ed intervenire per salvaguardare la salute dei cittadini e dell'ambiente, dall'Acna di Cengio, all'Italsider di Bagnoli all'Ilva di Taranto. Pensavamo che davvero a Collegno ci fosse un'altra cultura e un altro atteggiamento, ma non è così. Per l'assessore all'ambiente in fondo gli inquinanti si stanno diluendo nell'acqua, le concentrazioni sono già più basse quindi possiamo dormire sonni tranquilli tutti quanti. E poi, basta non E M U N G E R E l'acqua!
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