Dopo un lungo sonno siamo di nuovo qui. Eravamo rimasti agli auguri di Natale. Sono il primo a chiedermi come sia stato possibile un così lungo silenzio. Mancanza di tempo? Certo. Stanchezza? Anche. Ma la vera ragione probabilmente sta nel fatto che se maggioranza e amministrazione sono desaparecide, sparisce di riflesso anche l'opposizione. CIVICA vorrebbe fare opposizione ma non sa più a chi e a che cosa. Non si possono sferrare pugni e calci all'avversario se sul ring ti ritrovi da solo.
L'ultimo consiglio comunale si è svolto il 15 dicembre dopo di che è calato il sipario sulla politica istituzionale. Vacanze di Natale lunghe, anzi lunghissime. Solo questa settimana vi è stato un timido segnale di vita con la discussione del nuovo regolamento per la gestione degli orti sociali (già urbani). Un argomento senz'altro interessante ma che coinvolge davvero pochi cittadini. E così giovedì due febbraio si terrà un consiglio comunale che, come ormai è consuetudine, ha all'ordine del giorno una sola delibera, gli orti appunto. Una produttività prossima allo zero per un'amministrazione dall'elettroencefalogramma sempre più piatto.
Sarà per questo che il Pd sta lentamente ma inesorabilmente decurtando il tempo del consiglio comunale. Da sempre i consigli comunali a Collegno hanno avuto inizio alle ore 18,30. Da qualche mese hanno deciso che alle18,30 fosse troppo presto e, nonostante le proteste del sottoscritto, l'inizio è stato fatto slittare alle 19,30. Ma anche alle 19,30 non va bene, si tratta di un orario che evidentemente disturba la cena a qualche maggiorente del Pd (esistono ancora i maggiorenti? Boh!). Giovedì prossimo infatti si inizierà alle ore 20,30. Continuando così, tempo ancora due o tre mesi e si potrà farlo iniziare alle 23,30 e finire alla 24,01, giusto in tempo per consentire ad alcuni consiglieri di potersi prendere due giorni di vacanza dal lavoro. Infatti quando vi è stata l'esigenza straordinaria di terminare prima della mezzanotte, il Pd si è opposto, perchè - mi è stato riferito dal presidente del consiglio - altrimenti alcuni non avrebbero potuto godere del riposo il giorno successivo, riposo che scatta solo se si sfora la mezzanotte. Alla faccia della nobiltà della politica.
Il punto è che, se per approvare una delibera il tempo basta e avanza, all'ordine del giorno vi sono ben 36 mozioni ed ordini del giorno che aspettano di essere discussi da tempo immemorabile. Volendo si potrebbero fare consigli straordinari (a spese del bilancio e quindi dei cittadini) ogni settimana se chi ha i numeri per richiederli dai banchi delle opposizioni (vedi M5S) si avvalesse della facoltà che il regolamento concede. Ma come si dice, se Atene piange, Sparta non ride.
Ciò che non torna in questa vicenda è il disprezzo per le istituzioni che tutti a chiacchiere dicono di voler difendere. In questi tempi sempre più bui, il consiglio comunale che piaccia o no a livello cittadino rappresenta la più importante istituzione democratica eletta a suffragio universale. Già il Parlamento negli anni ha sottratto ogni potere reale al consiglio comunale, se poi dal basso si mortifica ad ogni occasione la sua stessa agibilità, possiamo davvero chiudere baracca e burattini e andare tutti a casa nell'attesa che l'uomo "forte" decida tutto da solo e vegli su tutti noi.
L'aspetto più inquietante di questa vicenda da basso impero è la sensazione che ai protagonisti sfugga la portata politica negativa delle loro azioni, non ne abbiano contezza, a partire dal presidente del consiglio che dovrebbe difendere l'istituzione che le è stata affidata, per finire ai dirigenti del Pd che ad ogni pie' sospinto gridano al lupo al lupo dell'antipolitica. Così alla fine ci tocca rimpiangere i comunisti di un tempo, che avevano tanti difetti, ma sulla difesa delle istituzioni repubblicane e sulla loro agibilità non transigevano.
Giovanni Lava