lunedì, dicembre 19, 2016

AUGURI DI BUONE FESTE A TUTTI.




lunedì, novembre 21, 2016

QUEL MURO NON VA MANOMESSO, MA RESTAURATO!

Un progetto incomprensibile. Interrogazione di CIVICA.
Mentre ovunque si innalzano muri o si minaccia di farlo, a Collegno si vogliono aprire brecce nel muro dell'ex OP lungo via  Torino, ma, a differenza di quello che potrebbe sembrare, neppure in questo caso si tratta di un'azione meritevole.
Da qualche tempo all'uscita del sottopasso della stazione ferroviaria lato via Martiri 30 Aprile è apparso un cartellone  (foto sotto) nel quale si annuncia l'apertura di una porta nel muro dell'ex OP per favorire - udite udite - l'ingresso degli studenti e dei fruitori del parco.



Che si tratti di una sciocchezza è evidente, visto che di ingressi al parco c'è ne sono a iosa. Che si tratti di uno sfregio ad uno dei simboli - ahimè colpevolmente lasciato alle ingiurie del tempo - della storia di Collegno anche.
CIVICA ha presentato un'interrogazione  (leggi) per sapere innanzitutto da chi e  quando è stato approvato il progetto.  Infatti ci risulta che il progetto non solo non c'è ma che sarebbe necessaria preventivamente l'autorizzazione della Sovrintendenza. Se così fosse, come si spiega il cartellone? E che valore hanno questi annunci? Uno scherzo?
Rimane anche la curiosità di sapere da dove nascano certe idee balzane. Chi c'è dietro? Guarda caso l'idea di aprire un altro ingresso al parco in quel punto è iniziata a circolare da quando è stata costruita la palestra. Che i suggeritori si trovino tra i frequentatori della palestra? Il dubbio è più che legittimo.
Se si fa mente locale, si capisce come gli studenti e i fruitori del parco arrivino da Ovest o da Est dove si trovano le fermate dei bus e del treno come i parcheggi, e in futuro l'eventuale fermata del metrò. A chi gioverebbe dunque aprire un altro ingresso?
Il punto in via Torino dove si vorrebbe aprire il varco


Non solo non è opportuno ma, volendo, di interventi ce ne sono di urgenti se proprio si hanno delle risorse da investire. Come CIVICA ne suggeriamo almeno tre: 1) il restauro del muro che, se si continua a lasciare alle intemperie e all'avanzare della vegetazione, prima o poi crolla;

2) la realizzazione di una pista in terra battuta che permetta di camminare o correre anche lungo il muro in questione;
3) estendere l'illuminazione nella zona Nord del parco in modo da consentire ai cittadini di frequentarla in sicurezza anche di notte quando fa buio presto come ora. Il parco, infatti, si è a poco a poco trasformato nella più grande palestra sportiva a cielo aperto della città per di più gratuita.
Giovanni Lava

martedì, novembre 08, 2016

LA COSTITUZIONE E' UNA COSA SERIA.

CIVICA vota serenamente NO.
CIVICA si schiera con il fronte del NO, ma senza demonizzare nessuno. Che la Costituzione del '48 possa e debba essere riformata ne siamo ragionevolmente convinti, che possa essere riformata a colpi di fiducia da parte di una minoranza non siamo d'accordo per il semplice motivo che la costituzione è di tutti i cittadini e non solo di una parte. Un rischio che si corre, al di là della bontà o meno dei cambiamenti introdotti da Renzi e C. è che ad ogni cambio di maggioranza ci sia un cambio della costituzione.
Nei prossimi giorni saremo nei mercati cittadini a distribuire il volantino che pubblichiamo sotto. Per leggerlo cliccarci sopra.

lunedì, ottobre 03, 2016

L'ATTRAVERSAMENTO SU CORSO FRANCIA SI FARA' (FORSE).

Mozione di CIVICA approvata all'unanimità.
Intanto la maggioranza perde i pezzi: Zurlo se ne va.
Approvata all'unanimità nel corso del consiglio comunale di giovedì scorso la mozione di CIVICA sull'attraversamento in sicurezza di corso Francia tra via Piave e via Costa. Un problema annoso sul quale si sono sprecate petizioni e interrogazioni. Intanto i pedoni continuavano ad essere investiti e uccisi come è accaduto lo scorso sette aprile. Interrogazioni come quella presentata insieme alla Lega Nord nel 2012. L'allora assessore ai Lavori Pubblici Pirrello assicurò che si stava approntando uno studio per verificare se fosse stato più utile installare un nuovo attraversamento pedonale con semaforo oppure aprire il corso all'altezza di via Roma in modo da consentire anche il deflusso del traffico che oggi si accentra su via Minghetti e su via Piave. Promesse di marinaio perchè poi nulla si è fatto.
Ora a promettere che nel giro di un mese avremo lo studio pronto è l'attuale assessore ai Lavori Pubblici Romagnolo. Studio partito dopo che qualche mese fa CIVICA aveva posto lo stesso tema con un'interrogazione dal contenuto analogo a quello della mozione.
Si spera che ora la soluzione del problema abbia un'attuazione in tempi brevi, dopo che la mozione di CIVICA è stata condivisa da tutto il consiglio comunale.
Consiglio comunale che continua a riunirsi per discutere una delibera dell'amministrazione alla volta.
Vista dai banchi del consiglio comunale la giunta Casciano sembra proprio nelle braccia di Morfeo. E intanto la maggioranza che la sostiene ha perso un pezzo. Infatti giovedì scorso ho avuto la sorpresa di trovarmi seduto a fianco nei banchi dell'opposizione il consigliere Francesco Zurlo, il quale in un breve discorso ha comunicato all'assemblea di essere passato all'opposizione. I motivi? Il centrosinistra starebbe facendo politiche economiche e sociali nelle quali non si riconosce più.
Un Francesco Zurlo sorridente (primo a destra) all'epoca delle primarie del centrosinistra.
In realtà a nostro avviso l'abbandono della maggioranza è l'ultimo atto di un lungo deterioramento dei rapporti con il Pd a partire da quando Zurlo aveva osato sfidarlo presentandosi candidato alle Primarie del centrosinistra, in caduta libera dopo che una volta eletto - obtorto collo - gli era stata negata la poltrona da assessore. Ora corre d'obbligo la domanda: ma l'assessore di riferimento della lista di Zurlo, Monica Rossi, chi rappresenta in giunta?
Quale giudizio politico dia la maggioranza sull'abbandono di un consigliere che nello scorso mandato era stato anche vicesindaco, non è dato sapere. Con l'arroganza che li caratterizza in simili frangenti, non si sono degnati neppure di dire beh!
Giovanni Lava

mercoledì, settembre 28, 2016

AMIANTO IN COMUNE.

Bonifica di gran fretta nel fine settimana.
L'ultima spiacevole novità che arriva dal palazzo comunale è che le centinaia di dipendenti comunali sono stati per anni esposti a loro insaputa  all'amianto presente nell'edificio di piazza del Municipio. E hanno continuato ad esserlo per mesi, sempre a loro insaputa,  anche dopo che le analisi chimiche hanno accertato che nelle lastre di tamponamento del parapetto del terrazzo del 3° piano erano presenti la crisolite, la crocidolite e l'amosite, tre componenti dell'amianto assassino, tre killer per la salute umana. La "scoperta" è stata che il parapetto era - chissà da quanto tempo - in stato di grave degrado e proprio peer questo ancora più pericoloso.
A portare all'attenzione dei dipendenti comunali il rischio che stanno correndo sono state le loro Rsu e i RLS (rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza) dopo che l'ufficio Tecnico dei Lavori pubblici ha avviato l'iter per la bonifica dell'amianto in assoluta riservatezza. Infatti, nonostante la mozione di CIVICA approvata dal consiglio comunale sull'obbligo di pubblicizzazione, la bonifica dell'amianto nell'edificio comunale è stata tenuta all'oscuro della pubblica opinione.
Così per questo fine settimana hanno organizzato in fretta e furia la rimozione dell'amianto  (leggi).
Ora le domande che si pongono non solo le Rsu, ma anche CIVICA con un'interrogazione, sono: nell'edificio comunale l'amianto si trova solo nel parapetto del terrazzo del 3° piano? Da quanto tempo si sapeva, visto che risale ad aprile scorso la richiesta di analisi? 
È lo vorrebbero sapere probabilmente non solo i dipendenti comunali ma anche tutti i cittadini che hanno avuto accesso agli uffici comunali in tutti questi anni o forse semplicemente ne frequentano il parcheggio e i giardini che si trovano nelle adiacenze.
Giovanni Lava

lunedì, settembre 19, 2016

MI SI E' RISTRETTO IL MARCIAPIEDE!

Troppo pochi 150 centimetri di larghezza.
Via Torino. Nuova pista ciclo-pedonale. Dopo i lavori del giugno scorso, l'immobilità del cantiere nella sua evidente incompiutezza comincia a incuriosire, più che a preoccupare, i collegnesi. Vuoi vedere che resterà così per sempre? Un'opera d'arte, più che un pezzo di viabilità che ha sacrificato l'ultimo pezzo di bealera scoperta a Collegno e un bell'angolo di verde, tanto marginale quanto utile come ecosistema?

Ma la domanda vera che nessuno si fa: servirà allo scopo dichiarato?
Dal Comune rassicurano: si farà e con un po' di fortuna sarà anche completata. Pare si stia aspettando l'autorizzazione della Regione ad utilizzare il ribasso d'asta per farne un altro pezzo fino dove via Torino curva un po'.
E poi? Con ancora un altro po' di fortuna e di soldi del Comune si dovrebbe arrivare fino alla rotonda di corso Pastrengo. Gli uffici rassicurano che c'è già un accordo con la proprietà del terreno dove dovrebbe passare l'ultimo pezzo pista per poterla completare.
Ma il punto vero, oltre i tempi di realizzazione, e alla curiosità di vedere come la pista si innesta nella rotonda di via Martiri 30 Aprile, è: è adeguata allo scopo dichiarato?
Ma qual è lo scopo sbandierato dall'amministrazione comunale?
Vi ricordate la questione dell'interscambio tra la stazione ferroviaria e la metropolitana? Ebbene a più riprese è stato detto che si sarebbe costruito sulla bealera un bel marciapiede di collegamento che con una piccola sgambata avrebbe consentito all'eventuale viaggiatore, magari con trolley a seguito, di raggiungere la stazione del metrò da quella ferroviaria e viceversa.
A chi faceva notare la distanza non proprio breve, si rispondeva che tra l'attestamento dei treni a Porta Nuova e corso Vittorio a Torino la distanza è maggiore e mai nessuno si è spaventato di percorrerlo a piedi. Tutto bene dunque? Mah.
Passando in auto per via Torino l'impressione però era che la larghezza del marciapiede fosse inadeguata allo scopo. Siamo andati a verificare. Ebbene il marciapiede è largo il minimo di legge, cioè 150 cm. Viene considerato il minimo affinché sia consentito a due carrozzine per disabili che si incrociano di poter passare. Infatti, passano sì, ma al pelo, visto che sono mediamente larghe 70 cm ognuna.

Ci siamo tolti lo sfizio di fare una breve passeggiata sul marciapiede. La sensazione è di uno spazio davvero angusto se si dovesse incontrare qualcuno, per di più in bilico tra due vuoti almeno per il primo tratto.
La domanda che poniamo ai nostri eroi dei Lavori Pubblici è: il marciapiede è adeguato ad un prevedibile passaggio di molti pedoni quando davvero all'incrocio con corso Pastrengo si dovesse realizzare la fermata del metrò?
Come finirà con un marciapiede così angusto? Come sempre. I pedoni invaderanno la comoda pista ciclabile a lato del marciapiede, larga più di 250 cm, con buona pace dei ciclisti (sempre che la pista abbia una sorte migliore delle altre costruite in città che finiscono nel nulla).
La conclusione non può che essere amara (l'indignazione si è esaurita da tempo): possibile che non si riesca a fare un'opera pubblica che risponda a criteri tali da rispondere in modo adeguato alle esigenze condrete dei cittadini?
Giovanni Lava

lunedì, luglio 04, 2016

PUBBLICITA' DELLE BONIFICHE: ORA SI DEVE (FORSE).

Approvata all'unanimità la mozione di CIVICA. Ma sarà attuata dalla Giunta comunale o finirà in soffitta?
Dopo l'ultimo consiglio comunale, grazie ad una mozione di CIVICA approvata all'unanimità, a Collegno non sarà più possibile tenere nascoste eventuali bonifiche. Sempre che le mozioni approvate servano a qualcosa. Molti sono i dubbi in merito.
La storia della bonifica che spinse CIVICA a presentare la mozione la raccontammo su questo blog nel gennaio scorso (leggi) e si riferiva a quella fatta all'insaputa dei cittadini e sotto il loro naso nell'area dell'ex Maggiora. Ebbene, dopo l'approvazione all'unanimità della mozione il 28 giugno scorso, in teoria ogni qualvolta si dovesse ripresentare la necessità di effettuare una bonifica all'interno del territorio collegnese, il Comune dovrebbe farsi carico di darne adeguata ed efficace comunicazione ai cittadini anche se non vi è una legge che lo obbliga. Questo in teoria ...
In teoria perchè è da un po' che CIVICA nutre il sospetto che le mozioni servano solo più a consentire un po' di pubblicità a buon mercato a chi le presenta nel momento in cui vengono discusse e poi tutto finisce lì. Infatti sono più di sei mesi che CIVICA da sola nell'indifferenza sostanziale degli altri gruppi di maggioranza e di opposizione si batte affinché venga presentato un rendiconto dell'applicazione di quelle approvate.
Per chi non lo sapesse, la mozione non è come una delibera esecutiva, ma è solo un atto di indirizzo che il consiglio comunale dà alla giunta. E' quest'ultima che poi deve recepirlo e trasformarlo in azione amministrativa. Può essere anche comprensibile che non tutti gli atti di indirizzo del consiglio comunale si possano trasformare automaticamente in atti amministrativi per motivi vari. Ciò che CIVICA trova sempre più inaccettabile è che questi atti finiscano in soffitta senza che neppure ci si degni di darne conto. Dovrebbe essere una questione di dignità istituzionale per il consiglio comunale pretendere di avere l'attuazione dei dispositivi delle mozioni una volta approvati  e/o, nell'impossibilità di attuarli, sarebbe lecito aspettarsi che il sindaco o chi per lui ne desse una motivazione. Di fatto tutto ciò non accade. Di fatto, da quando CIVICA ha fatto richiesta pubblica di averne un resoconto, al sottoscritto si dice che verrà presentato al consiglio comunale successivo e di mese in mese ne sono trascorsi almeno sei senza una risposta che sia una.
La cosa sorprendente è che ci sono gruppi dell'opposizione che fanno delle mozioni una questione quasi di vita o di morte e poi, una volta soddisfatta la loro bulimia di apparizione finalizzata ad un po' di propaganda spicciola, si disinteressano completamente del fatto se poi le questioni su cui tanto si sono spesi con le loro mozioni, una volta approvate, abbiano o meno una qualche conseguenza pratica.
In consiglio comunale siamo ormai alla frutta se non alla farsa con un'amministrazione Casciano praticamente a km zero di marcia - sono mesi che indicono consigli comunali con una o al massimo due delibere di scarso valore - e con delle opposizioni che si propongono di cambiare il mondo e pare vogliano farlo a colpi di mozioni che hanno purtroppo come unico risultato apprezzabile quello di produrre discussioni infinite e senza effetti pratici per i cittadini. Un vero spreco di tempo e di intelligenze.
Giovanni Lava

lunedì, giugno 13, 2016

DEPOSITO METROPOLITANA O DISCARICA A CIELO APERTO?



L'automobilista che per la prima volta percorre la bretella che attraverso il nuovo ponte sulla Dora congiunge viale Certosa con la Statale 24 non avrà dubbi sul fatto che oltre il guard rail si trovi un centro di demolizione degli autobus della GTT, l'azienda dei trasporti torinesi. L'automobilista abituale non ci farà più nemmeno caso, visto che sarà già più di un anno che quello che tutti conoscevano come il deposito delle vetture della metropolitana si è trasformato in una discarica a cielo aperto di ogni sorta di tram, autobus, alcuni come si vede nelle foto scattate oggi addirittura scheletri arrugginiti di autobus e tram.

Nello scorso mese di marzo CIVICA presentò un'interrogazione (leggi) per denunciare la cosa, a cui seguì una risposta a dir poco pilatesca (leggi) da parte dell'assessore Martina, la quale però in consiglio comunale si disse anche lei scandalizzata e ansiosa di ricevere dalla GTT una risposta che poi mi avrebbe girato. Sono trascorsi tre mesi e la situazione è rimasta la stessa se non addirittura peggiorata senza che dalla GTT mostrasse alcun segno di vita al riguardo. Evidentemente ai suoi occhi non il sottoscritto ma l'amministrazione di Collegno e l'assessora Martina non meritano la rimozione delle carcasse di autobus e tram ma neppure una risposta.
Continuiamo a chiederci se la cosa sia legale e se non si corrano dei rischi di inquinamento di terreno e falda acquifera.
Giovanni Lava

mercoledì, maggio 25, 2016

LA GARA DEI PROGETTI DI QUARTIERE.

Ultimi due giorni per votare.
Ancora due giorni per votare e scegliere il progetto (leggi) più convincente tra quelli presentati per il Bilancio Partecipato. Si tratta del primo esperimento concreto di far partecipare i cittadini dal basso alla decisione di come spendere il denaro pubblico. Sono stati stanziati 160 mila euro da dividere in parti uguali tra gli otto quartieri della città, 20 mila euro a quartiere. Non tantissimi ma neppure pochi.
Finora l'esperimento sembra abbia funzionato, visto che sono stati presentati ben 24 progetti. Ci sono quartieri che si sono limitati a due progetti (Santa Maria, Borgonuovo, Savonera, Villaggio Dora e Regina Margherita, a quattro progetti Leumann-Terracorta per arrivare a ben cinque il Centro storico e Borgata Paradiso.
Tra i progetti troviamo di tutto un po'. C'è chi è stato con i piedi per terra e chi ha fatto dei voli pindarici molto creativi, non mancano iniziative curiose come quella di chi vuole organizzare lo scambio degli abiti tra i bambini, oppure mettere delle colonnine nel quartiere per ricaricare il telefonino quando ti si scarica per strada. Guai, potresti subire una crisi di astinenza letale.
Non mancano progetti che appaiono un po' meno estemporanei, come può essere quello del recupero della Stazionetta su corso Francia a Leumann.Terracorta. Carino anche quello di chi a Paradiso vorrebbe costruire una struttura chiamata Pump Track per allenarsi con le moutain-bike la dove c'è una sorta di discarica. Non male, sempre per botgata Paradiso, il progetto di un skatepark, ambizioso ma interessante. Da votare anche il progetto per Borgonuovo della costituzione di una Big Band cittadina, progetto che purtroppo non ha speranza visto l'altro progetto in gara per il quartiere e chi lo sostiene.
Tutti i progetti meritano comunque attenzione e qualcuno tra quelli che resteranno gioco forza fuori possono comunque rappresentare una buona idea per l'amministrazione comunale da realizzare in  in futuro. Possiamo dire che in ogni caso l'esperimento appare riuscito e sarà sicuramente da ripetere. Sempre che dai progetti si sia poi capaci di passare alla loro realizzazione.
Giovanni Lava

venerdì, maggio 20, 2016

COMITATO DEL NO A COLLEGNO


Primo incontro in vista del referendum di Ottobre.
Erano in tanti i collegnesi che giovedì scorso sera hanno risposto all'appello per la costituzione di un comitato per il No a Collegno. Buona presenza  di giovani, tanti i reduci di innumerevoli battaglie dai capelli bianchi. A fare gli onori di casa il presidente del Circolo Arci Valle Susa Gabriele Moroni. Relatori la costituzionalista Alessandra Algostino, Alice del Comitato Acqua pubblica e Chicco Bayma, capogruppo del Pds ai tempi del sindaco D'Ottavio.
Algostino ha messo l'accento soprattutto

giovedì, maggio 05, 2016

MANETTE O IMPUNITA'?

Un esempio di civismo da applaudire.
Non si capisce se abbia  creato più scandalo il reato di turbativa d'asta e il maldestro tentativo di cancellare le prove commesso dal sindaco di Lodi oppure  il suo arresto. Ad alcuni l'arresto è sembrato un eccesso rispetto al valore economico dell'appalto. Pilotare l'appalto per la gestione delle piscine comunali per favorire una società amica - un atto che ci suona stranamente già sentito - è stato definito un peccato veniale rispetto ai reati di corruzione di cui le cronache riferiscono ormai con cadenza giornaliera.
Personalmente non sono affatto d'accordo. Quello che è accaduto a Lodi non è un'eccezione ma la norma in molti comuni italiani. Quasi una consuetudine. E se a Lodi non fosse stato per una funzionaria che ha fatto il proprio dovere ribellandosi all'atteggiamento illegale e prevaricatorio del sindaco, non saremmo qui a parlarne. Quanti dirigenti o funzionari pubblici in situazioni analoghe osano fare altrettanto? Nella migliore delle ipotesi fanno finta di nulla, nella peggiore sono essi stessi a costruire bandi e capitolati su misura per il vincitore prescelto. Quante volte a vincere una gara d'appalto è proprio chi alla vigilia del bando tutti dicevano dovesse essere il vincitore?
Può essere che nel caso di Lodi non si trattasse di soldi, bensì di una "normale" gestione del potere. Favorire le società, le associazioni culturali, le associazioni sportive, le cooperative amiche è il sistema che garantisce  i voti e le preferenze necessarie alla elezione o rielezione. <nulla di mai più sentito. Ma è su questo terreno "veniale" di coltura del voto di scambio che si creano le situazioni che favoriscono poi la corruzione, quando la rielezione non basta più a soddisfare gli appetiti famelici di alcuni. Quando le regole vengono disattese a vantaggio di qualcuno, la legalità è compromessa e si è aperta la strada al malaffare. Fa differenza se la legalità è stata infranta per prendere del denaro o per foraggiare gli amici che poi al momento del voto saranno riconoscenti? La giustificazione che tutto è stato fatto per il bene della comunità è ipocrita e anche banale.
Solo pochi giorni fa il Presidente della Repubblica Mattarella ha espresso un concetto molto semplice: "La corruzione dei politici è più grave di quella dei comuni cittadini". E pilotare una gara d'appalto, non importa a quale scopo, è o non è grave come prendere una mazzetta? Sempre che in questo caso non ce ne siano state. Disattendere la legge da parte di chi è stato chiamato a farla rispettare è un reato grave quanto rubare.
Adesso ci aspettiamo che il Presidente della Repubblica dia una medaglia alla dipendente comunale che ha denunciato lo scandalo e la indichi ad esempio per i cittadini. Del suo civismo già nessuno più ne parla, i garantisti a targhe alterne sono tutti concentrati sullo scandalo dell'arresto e sul complotto giudiziario che sarebbe in atto contro Renzi, invece che plaudire alla cittadina coraggiosa che ha denunciato un comportamento pericoloso quanto quella della criminalità organizzata. Una mafia in doppiopetto che non ammazza, ma che sta uccidendo la democrazia nel nostro paese. Un sindaco che si rispetti dovrebbe proprio per i cittadini che rappresenta dovrebbe essere il tutore primo della legalità non solo a parole, ma nei fatti concreti di tutti i giorni.
L'augurio è che alla dipendente del Comune di Lodi vada meglio che a quelli di Ferrovie Nord che, come ha raccontato Report, dopo aver denunciato le ruberie del presidente della società a partecipazione pubblica, sono stati rimossi dagli incarichi e confinati in un ufficio inutile a girarsi i pollici. L'onestà non paga più e chi denuncia il malaffare rischia molto di più dei disonesti.
La verità è che molti amministratori non solo sguazzano nell'illegalità, ma pretendono anche l'impunità quando vengono presi con le mani nel sacco.
Giovanni Lava


martedì, aprile 05, 2016

PISCINA BENDINI AI PRIVATI? NO GRAZIE!

Esclusa dall'elenco delle alienazioni grazie a CIVICA.
Grazie ad un emendamento di CIVICA (leggi) il sindaco per il momento ha fatto marcia indietro, ma il pericolo non è scongiurato per sempre. Nel corso della seduta del Consiglio Comunale del 22 Marzo scorso è stato approvato il bilancio comunale 2016. Come è prassi la delibera di bilancio  è accompagnata da una serie di altre delibere a questo propedeutiche. Tra queste vi è quella sulle alienazioni dei beni comunali. Personalmente sono saltato sulla sedia quando al primo posto dell'elenco, di cui fanno parte da anni tra gli altri il palazzo di via Oberdan (ex ambulatori), Villa Guaita, la torre del Pip, ecc., ho trovato la piscina Bendini. A quel punto CIVICA ha presentato l'emendamento di cui sopra. La sensazione che ho colto è che sia ai partiti di maggioranza che a quelli di opposizione l'importanza dell'iniziativa fosse sfuggita. Il sindaco ha cercato di minimizzare, asserendo che si trattava solo di un'ipotesi. Peccato che se la delibera fosse stata approvata dal consiglio comunale nella stesura originaria, la competenza da lì in poi sarebbe stata solo della giunta, che avrebbe potuto adottare qualsiasi decisione senza che il consiglio comunale potesse più metterci il becco.
Sotto la pressione evidente, per quanto discreta, degli stessi partiti di maggioranza e per evitare l'imbarazzo di dover mettere in votazione l'emendamento di CIVICA, il sindaco dopo la difesa di ufficio della decisione, ha fatto cassare dall'elenco il punto numero uno, quello della piscina Bendini, che nel documento risulta inventariata per un valore di due milioni e 100 mila euro. Nella fretta di inserirla nell'elenco non si è fatto neppure in tempo a stimarne il valore reale.
CIVICA non solo non è d'accordo con la vendita  della piscina, ma anche con il metodo. Non si può decidere di disfarsi dell'impianto di un servizio pubblico come quello della piscina senza uno straccio di confronto in consiglio comunale e nella città. Se questa è la partecipazione tanto sbandierata di Casciano, non ci siamo proprio.
A giustificazione della sua decisione di vendere la piscina il sindaco ha detto che occorrono 500 mila euro per metterla in condizione di funzionare bene e che il Comune non ce l'ha quei soldi. Inoltre ha motivato l'idea con il fatto che sono almeno 30 anni che la piscina è gestita dai privati su concessione del Comune, quindi secondo lui tanto vale venderla. Una logica che non condividiamo assolutamente. Come non condividiamo neppure l'idea di darla in concessione per decenni. Per CIVICA la piscina è un servizio importantissimo, soprattutto per il valore terapeutico che il nuoto rappresenta per gran parte dei suoi frequentatori. Proprio per questo l'impianto deve restare in mano pubblica e le concessioni non devono essere tanto lunghe da farlo diventare di fatto privato, a garanzia di una gestione che tenga conto dei diversi bisogni di cui i cittadini sono portatori. Cinquecentomila euro non sono una bazzecola, ma neppure una cifra tale da non essere con la opportuna programmazione alla portata di una città che ha un bilancio di circa 70 milioni di euro e una popolazione di cinquantamila abitanti. Se la logica diventa quella auspicata dal sindaco, dopo la piscina, ci venderemo il palazzetto dello, sport, i campi sportivi e perchè no anche gli edifici scolastici.
L'augurio di CIVICA è che si sia trattato solo di un incidente di percorso destinato a non ripetersi più.
L'unica nota positiva di questa storia, va dato atto, è che a fronte del passo falso, il sindaco Casciano, opportunamente consigliato dai suoi amici, è stato capace di fare marcia indietro. A Collegno non è cosa da poco o da sottovalutare.
Giovanni Lava

mercoledì, marzo 16, 2016

L'ALLARGAMENTO DELLA EX STATALE 24.

L'ultima opera a scomputo a spese dell'Ikea.
Il progetto giace nei cassetti da un po' di anni, ma a quanto si dice dovrebbe a breve trovare attuazione. Si tratta dell'ampliamento dell'ex Statale 24 (oggi della Città Metropolitana) tra la grande rotonda all'altezza del ponte sulla Dora e dell'ingresso in tangenziale e quella che porta al Pip,  ai centri commerciali e a Savonera.
La spesa dovrebbe aggirarsi intorno al milione e 200 mila euro e a tirarli fuori sarà l'Ikea come ultima opera a scomputo degli oneri di urbanizzazione legati alla sua localizzazione a Collegno circa dieci anni fa.
L'ampliamento della ex statale prevede sostanzialmente che la corsia a ridosso dei vivai diventi un controviale e sul lato verso la Dora si costruisca una nuova corsia per 3/400 metri larga 4 metri. C'è chi dice che l'opera ruberà ben 11 metri al parco. In realtà si tratta di molto meno, almeno per quanto riguarda la strada. Se poi si considera che l'assessore Manfredi vorrebbe che si costruisse un'area panoramica attrezzata che guardi verso la Dora e che possa servire come porta di accesso al Parco con qualche panchina, fontanella e portabici, allora in quel punto potrebbe anche trattarsi di 11 metri.
L'aspetto negativo dell'opera non sta tanto nell'ampliamento verso la Dora - se si va a vedere si tratta di una fascia di terreno già ampiamente compromessa - quanto che non si sia prevista una pista ciclabile, anche se questa non risolverebbe il problema dell'attraversamento della grande rotonda, che resta una barriera pericolosissima per i ciclisti, ma anche per i pedoni. Una situazione, visto l'interesse che rappresenta comunque lo sviluppo commerciale dell'area, che va risolta in qualche modo. E non ci si venga a dire che c'è la pista nel parco, per favore.
Visto che il progetto non è ancora esecutivo, CIVICA chiede all'amministrazione di farla prevedere nel costruendo controviale. E' un delitto costruire nuove strade senza prevedere piste per i ciclisti.
Come dicevamo l'ampliamento visto sul posto non ci pare un danno al parco e comunque è poca cosa rispetto a quanto era previsto in origine (vedi foto sotto) quando il progetto prevedeva il cosiddetto "ricciolo", una bretella che avrebbe dovuto consentire di uscire alla destra della ex statale (direzione Torino) per poi girare e attraverso un sottopasso raggiungere l'Ikea.
In quel caso sì che l'opera avrebbe compromesso una bella fetta del parco.
Con quest'opera, come si diceva, si dovrebbe concludere la grande operazione Ikea che solo con le opere a scomputo ha speso circa 15 milioni di euro. Un'operazione che commercialmente deve essere stata molto vantaggiosa se è vero che il centro commerciale ha i parcheggi che scoppiano nei giorni di punta. Fino ad oggi il famigerato boschetto che allora fu imposto come opera "ecologica" è stato gestito dalla stessa Ikea. Ora dovrebbe farsene carico il Comune. E sarà meglio, visto che voci di corridoio parlano delle avance di Ikea per continuare a gestirlo in cambio di un bel parcheggio sotto il "boschetto", alla faccia della permeabilità del terreno e dell'ecologia.
Giovanni Lava

mercoledì, marzo 16, 2016

BASTA TRIVELLE ZONA OVEST

Costituito il Comitato per il referendum.
Sala piena all'Aurora di via Bendini lunedì scorso per la prima riunione del Comitato per il SI' referendum del prossimo 17 aprile. CIVICA era presente in massa,  numerosi anche i militanti di Legambiente a cui è stato affidato il coordinamento del Comitato, ma non mancavano rappresentanti di Sel, che ha dato la disponibilità della sala, dei Cinquestelle e anche Gianni Pesce del Pd.
La serata è stata molto operativa, si sono raccolti i soldi per stampare un numero congruo di volantini, si è deciso di formare un comitato allargato con Rivoli, Alpignano e Grugliasco, aperto anche ad altre realtà comunali.
Il comitato si è messo subito al lavoro è già ieri è stato diffuso il volantino (leggi) che tutti sono pregati di far girare. Nel volantino è indicato anche l'indirizzo email (bastatrivellezonaovest@gmail.com) a cui scrivere per aderire al comitato per dare la propria disponibilità e ricevere le informazioni sulle iniziative che seguiranno.

giovedì, marzo 10, 2016

REFERENDUM 17 APRILE: PER IL COMITATO SI CAMBIA DATA.

La convocazione del I° incontro è anticipata a lunedì 14 Marzo.
L'iniziativa di CIVICA per la costituzione di un comitato è stata accolta positivamente dagli altri soggetti invitati. Per dare ancora più respiro all'iniziativa Legambiente ha proposto di allargare l'invito agli altri suoi circoli dei comuni del circondario e di cambiare data, anticipando la data al giorno precedente di quello indicato e anche sede. Pertanto l'incontro per la costituzione del Comitato per il SI' al referendum sulle trivelle si terrà
LUNEDI ' 14 MARZO ALLE ORE 21
PRESSO IL CIRCOLO AURORA DI VIA BENDINI
AL SECONDO PIANO
Tutte le associazioni e i cittadini che vogliono partecipare  e dare una mano sono i benvenuti!

mercoledì, marzo 09, 2016

REFERENDUM 17 APRILE

Appello per la costituzione di un Comitato per il SI' a Collegno.
Manca poco più di un mese al 17 Aprile - la data scelta dal Governo per il Referendum per fermare le trivellazioni a mare - e pochi lo sanno. Mai silenzio è stato più assordante su di un appuntamento referendario. L'obiettivo evidente è quello di farlo passare in sordina in modo che i cittadini non ne siano informati e così non si raggiunga il quorum necessario. Collegno non fa eccezione in quanto ad informazione. Per questo come CIVICA pensiamo che sia non solo utile, ma necessario e indispensabile costituire al più presto un Comitato unitario che metta assieme tutte le forze politiche, associazioni e cittadini interessati alla vittoria del Sì per organizzare e coordinare iniziative di propaganda nel mese scarso che resta a disposizione per informare i collegnesi e motivarli a recarsi a seggi il 17 Aprile e votare per il SI'.
A tale scopo abbiamo inviato ai principali soggetti che sappiamo essere a favore del SI' un messaggio (leggi) con l'invito a partecipare all'incontro di martedì prossimo presso la Polisportiva Borgonuovo di piazzale Avis alle ore 21.
L'invito è rivolto anche a tutti quei cittadini che hanno a cuore la salvaguardia dell'ambiente e che vogliono dare una mano, perchè sarà un compito non da poco informare tutti i collegnesi. L'invito è rivolto in primo luogo ai militanti di quei partiti che ufficialmente non sono a favore del SI' ma che invece lo sono per loro convinzione personale, in particolare gli ecologisti del Pd.
Allora dài, rimbocchiamoci le maniche.
Giovanni Lava
P.S. Sono graditi adesioni e suggerimenti per la campagna referendaria.

venerdì, marzo 04, 2016

IL GROSSO,GRASSO MATRIMONIO TRA CIDIU E COVAR 14

La gara d'appalto per trovare il socio privato sarebbe alle ultime battute.
Che il matrimonio tra CIDIU e COVAR 14 (i soggetti che fino ad oggi si sono occupati della raccolta e smaltimento dei rifiuti della cintura Sud ed Ovest di Torino e non solo) sia grosso non ci sono dubbi: 36 i comuni interessati per un totale di 513 mila abitanti.
Che sia grasso poi lo dimostra il valore economico dell'operazione che si aggirerebbe intorno ai 120 milioni di euro tra il capitale sociale e il business annuale della raccolta rifiuti.
L'incontro del 2 marzo scorso nel municipio di Rivoli sembra quasi una risposta all'interrogazione presentata da CIVICA il 22 febbraio scorso (leggi). La fusione desaparecida tra Cidiu e Covar 14 è riemersa improvvisamente ma in modo circospetto dagli abissi nei quali ha  finora navigato lontano da occhi indiscreti.
Il percorso per dar vita ad un'unica società era partito nel lontano 2013. Ci sono voluti più di due anni per saperne qualcosa, ma  l'operazione non è ancora giunta al termine, perchè mercoledì sera ci è stato raccontato solo della prima fase, definita di prequalifica che ha selezionato i concorrenti (secretati) al ruolo di socio privato. Entro la prossima estate dovrebbe prendere il via la seconda fase che vedrà i prequalificati (il numero è stato tenuto segreto) concorrere per aggiudicarsi il 49% delle azioni della nuova società nata dalla fusione e la gestione dei servizi. I tempi biblici della prima fase sono stati giustificati dal presidente Cidiu Scolaro come necessari oltre che a selezionare i concorrenti anche a definire il valore delle due società di partenza. Cidiu e Covar 14 hanno assoldato ognuno il suo perito che ha valutato il valore della società di riferimento. Poi ai due periti di parte si è aggiunto un superadvisory che ha supervisionato le valutazioni di parte e, infine, tutti e tre i periti di concerto hanno licenziato una valutazione giurata, sulla base della quale è stato acclarato il valore della nuova società, una Newco srl, con un capitale sociale di 25 milioni di euro che fatturerà almeno 70 milioni di euro all'anno e le quote di Cidiu e Covar 14. Sulla base del valore dato alle due società l'apporto alla Newco srl sarà del 55,6% da parte del Cidiu e del 44,4% da parte di Covar 14. Il 49% di questa società sarà messo a gara e andrà ad un privato, mentre il rimanente 51% resterà nella società pubblica. E qui è stato detto qualcosa di per sè non molto comprensibile, almeno per chi è un amministratore pubblico dell'area Cidiu. Per far sì che il 51% delle azioni della società che resteranno in mano pubblica possano far capo in parti uguali al Cidiu e a Covar 14, il 49% delle azioni vendute al privato saranno prelevate in parti disuguali dal Cidiu e da Covar 14. Il primo concorrerà con il 30,1% di azioni e Covar 14 % con il 18,9%. Una ben bizzarra fusione. Come quei matrimoni dove un coniuge è ricco e l'altro è povero ma con la comunione dei beni diventano ricchi alla pari. I nostri amministratori targati Cidiu (a partire dai sindaci) prima o poi dovranno spiegare ai cittadini se si è fatto o meno un affare con questo matrimonio.
Volendo restare alle magnifiche sorti che ci aspettano, secondo quanto ci hanno raccontato l'altra sera, la fusione di Cidiu e Covar 14 insieme all'ingresso del socio privato porteranno significative economie di scala e il miglioramento dei servizi offerti. Tra gli obiettivi sono indicati il traguardo del 65% di raccolta differenziata - ma non era un obiettivo da raggiungere già nel 2012? -, l'avvio della tariffa puntuale dopo i primi due anni della nuova gestione da realizzarsi in tre anni (12 comuni all'anno), la ristrutturazione dell'impianto di Punto Ambiente di Druento con la costruzione del modulo anaerobico per il trattamento dell'organico, infine non meglio precisati impianti per la selezione, il recupero e la valorizzazione dei materiali della raccolta differenziata ...
La gara, detta a doppio oggetto, prevede da una parte il valore da assegnare alle azioni e quindi a quanto i privati che parteciperanno sono disposti a pagare per acquistare il 49% della nuova società, dall'altra le offerte tecniche ed economiche sui servizi, con un piano industriale della durata di 20 anni. Tra gli obblighi è indicata la tutela dell'occupazione, che ad oggi ammonta a 725 unità, ma è previsto anche  il blocco del turn-over che dovrebbe produrre una contrazione di almeno 56 addetti in dieci anni.
Al momento è difficile valutare se questa "ciclopica" impresa (così è apparsa dalle parole accorate dei relatori) sia o no una cosa buona per i cittadini. Certo di ciccia ce n'è, ma a pro di chi non si sa.
Non si sa poi se come era nei programmi iniziali questa è solo la prima delle fusioni dell'intera Città metropolitana per approdare alla fatidica Società Unica oppure sarà la prima e ultima. Abbiamo posto la domanda, ma non ci è stata data risposta.
Giovanni Lava

mercoledì, marzo 02, 2016

LA CORSIA CICLOPEDONALE SUL CAVALCAFERROVIA DI CORSO FRANCIA SI FARA' (FORSE).

Approvata all'unanimità la mozione di CIVICA.
Erano anni che come CIVICA proponevamo il superamento definitivo e in sicurezza della barriera per ciclisti e pedoni rappresentata dalla ferrovia tra Borgata Paradiso e il resto della città. CIVICA propone che la corsia di destra in direzione Torino di corso Francia sul cavalcaferrovia sia destinato al solo traffico ciclo-pedonale. Questa soluzione garantirebbe la sicurezza e non ostacolerebbe più di tanto il traffico automobilistico, visto che alla sommità del cavalca ferrovia le corsie da tre diventano due, costringendo gli automezzi ad un difficoltoso e anche pericoloso rientro. E' solo da qualche anno che esiste questo rientro a sinistra, da quando l'amministrazione Accossato con l'assessore Pirrello vollero così mettere in sicurezza nel momento in cui sbucavano su corso Francia i pedoni e i ciclisti che si arrampicavano su per le scale tra via Lombroso e via Torino per superare la ferrovia.
 Già allora avevamo suggerito di chiudere una corsia al traffico veicolare senza successo.
Sarà l'aria nuova che spira in consiglio comunale, sarà che la proposta e tutt'altro che peregrina, questa volta abbiamo avuto un voto unanime sulla nostra mozione, dopo che Civica ha accolto l'emendamento del Pd che proponeva di aggiungere all'impegno per l'amministrazione una preventiva verifica dell'esistenza o meno di ostacoli tecnici o economici.
Gli ostacoli se si vogliono trovare ovviamente si trovano, ma siamo fiduciosi che siano superabili, visto l'impegno del sindaco a verificare a partire da qui la fattibilità di un diverso uso di corso Francia anche alla luce del tavolo tecnico avviato recentemente con il Comune di Rivoli.
Questa sarà la volta buona per avere qualcosa che ci avvicini ai paesi europei più sensibili alla sicurezza dei ciclisti come appare nella foto sotto, dove si vede come uno dei ponti di Lione sia stato attrezzato per ogni tipo di utenza della strada: marciapiedi ampi per i pedoni, una corsia per i ciclisti, una per il traffico veicolare in una direzione e due nell'altra. Meditate amministratori, meditate. Se si vuole si può fare e anche in fretta.
Giovanni Lava

martedì, febbraio 16, 2016

LA SCOMMESSA DI CIVICA

Il voto favorevole alla delibera "Collegno Rigenera".
CIVICA per Collegno non si è tirata indietro e ha dato il suo voto favorevole ad una delibera che promette una riqualificazione della città senza più le colate indiscriminate di cemento del più o meno recente passato. CIVICA ha voluto prendere per buone le promesse del sindaco e scommettere sulla sua buona fede. Cosa non da poco se si considera che Francesco Casciano nel periodo più aggressivo verso il territorio collegnese ricopriva la carica di assessore. CIVICA ha votato a favore nonostante la nomina come consulente gestore di Collegno Rigenera dello stesso architetto a cui fanno capo gran parte dei progetti realizzati dalla famigerata Collegno 2000 srl negli anni della grande speculazione edilizia. Un vulnus che da solo avrebbe giustificato un voto contro se solo non avessimo voluto giudicare nel merito la delibera e apprezzarne le premesse e le promesse.
La volontà di non consumare altro terreno libero, di guardare più gli interessi generali della città che quelli degli operatori dell'edilizia a cui si chiede in sostanza di accontentarsi di un minimo guadagno, ci hanno convinti che questa potrebbe davvero essere la volta buona in cui a Collegno si realizza una svolta nelle politiche urbanistiche in senso ambientalista come chiediamo da sempre. E pazienza se la svolta avviene ad opera di Casciano!
Ci siamo anche convinti che le nuove generazioni di consiglieri del Pd abbiano una sensibilità nei confronti della salvaguardia dell'ambiente sconosciuta a molti di quelli che li hanno preceduti targati falce e cemento (vedasi le commistioni con le cosiddette cooperative rosse). Se poi addirittura l'ex sindaco Accossato riconosce pubblicamente che avevano ragione coloro che già 20 o 30 anni fa si opponevano alla cementificazione, per cui, anche se non lo dice, per contrasto avevano torto quelli che fino ad ieri l'hanno consentita, allora forse davvero qualcosa sta cambiando ... Anche se si tratta di una magra consolazione se si considera che i buoi sono ormai quasi tutti già scappati.
Il voto favorevole di CIVICA è stato reso più facile dal fatto che quella votata è solo una delibera di indirizzi al sindaco, alla giunta e agli uffici e quindi non è un vero e proprio strumento urbanistico. Gli strumenti urbanistici che ne discenderanno - dalla perimetrazione degli ambiti di intervento ai progetti veri e propri - dovranno tutti passare dal consiglio comunale, per cui se non ci convinceranno saremmo sempre in tempo a votare contro.
La delibera metterà in moto tutto il po' po' di interventi rappresentati dalle manifestazioni di interesse? Su questo ci sono molti dubbi. A quanto pare la proprietà della Sandretto a queste condizioni ha già sbattuto la porta. A detta di alcuni non ci sarebbero le condizioni economiche per muovere neppure un mattone. Noi non siamo così pessimisti e restiamo in ogni caso dell'idea che è meglio continuare ad avere un capannone vuoto che una schifezza realizzata al suo posto.
Va anche detto che la situazione urbanistica di Collegno e la necessità di difendere le aree ancora libere dalla cementificazione rendono urgente mettere mano al piano regolatore approvato definitivamente nel 2003 ma pensato alla fine degli anni Novanta, un secolo fa. Se è troppo complesso mettere in pista un piano regolatore ex novo, una variante strutturale a quello esistente si rende necessaria e urgente anche per non creare disparità tra chi è coinvolto nell'operazione Collegno Rigenera e il resto della città. Allora, dai sindaco Casciano e assessore Martina, mettetevi all'opera!
Giovanni Lava

giovedì, febbraio 04, 2016

COLLEGNO RIGENERA E IL PASSATO CHE NON PASSA

Conclusa la prima fase del progetto di riqualificazione della città.
La prima fase del cammino di Collegno Rigenera sta per raggiungere la meta. Martedì scorso la commissione urbanistica ha licenziato la versione definitiva della delibera di indirizzi che sarà portata all'approvazione del consiglio comunale giovedì 11 febbraio (ore 21). Forti delle 42 manifestazioni di interesse da parte delle proprietà, delle 39 segnalazioni di associazioni, comitati di quartiere e cittadini, della benedizione della Regione e della Città Metropolitana, il sindaco Casciano e l'assessore Martina sono pronti a dare il là alla rigenerazione urbanistica di Collegno grazie all'applicazione su tutto il territorio comunale dell'articolo 14 della legge regionale n° 20 del 2009 in materia di snellimento delle procedure di edilizia ed urbanistica. L'obiettivo dichiarato in delibera è quello di avere una città più vivibile e bella con una forte caratterizzazione sociale e di tutela ambientale, una città a misura di pedone e di ciclista. Se aggiungiamo il superamento delle barriere fisiche e la riqualificazione energetica, si ottiene un programma di rigenerazione urbana ambizioso che farebbe tremare i polsi a chiunque, tanto più in una città che ha conosciuto una lunga stagione di cementificazione oltre ogni limite accettabile. E  grazie alle stesse forze politiche e personaggi che hanno governato la fase precedente. Un vero miracolo. Un miracolo possibile - noi ci vogliamo credere - grazie alla consapevolezza che l'emergenza ambientale e la crisi economica sono tali da non consentire altra scelta.
La chiave per promuovere la trasformazione dovrebbero essere le premialità in termine di cubatura (nel nostro caso si tratta di mq) che la legge consente con un tetto massimo del 35% di superficie lorda di pavimento. Le premialità non sono concesse automaticamente, ma vanno "conquistate" a certe condizioni: la necessità di bonifiche, l'insediamento di imprese ad alto valore economico finalizzate alla ricerca e all'innovazione, alloggi in affitto o lotti per edilizia popolare, etc.
 Esclusi da gran parte delle premialità i lotti che superano una SLP (superficie lorda di pavimento) di 10 mila mq (vedi la ex Sandretto e la ex Mandelli). Tutti gli edifici dovranno obbligatoriamente raggiungere un alto grado di efficienza energetica (Protocollo Itaca).
A seguito della delibera di indirizzi, dopo una fase di verifica delle reali adesioni e concertazione degli interventi con gli operatori privati sarà redatta la delibera  programmatica con la perimetrazione della rigenerazione urbana complessiva che passerà al vaglio del consiglio comunale. Sulla quella base saranno disposte le varianti urbanistiche che il consiglio comunale sarà chiamato ad approvare in via definitiva una per una. Un percorso tutt'altro che semplice e veloce.
Indubbiamente siamo un po' al capovolgimento delle procedure seguite nel passato quando i progetti urbanistici venivano scodellati al consiglio comunale all'ultimo momento senza possibilità di entrare nel merito, prendere o lasciare. Il sindaco Casciano ha fortemente voluto seguire un metodo che coinvolgesse sia la città che le forze politiche di opposizione. Un esempio è l'accoglimento in delibera di due proposte di CIVICA, quella che specifica che la permeabilità del terreno per ogni intervento potrà essere solo superiore e mai inferiore a quel 20 per cento previsto dal piano regolatore (alla ex Elbi è stata del 4%) e l'inserimento tra gli elementi di qualificazione della città anche delle piste ciclopedonali.
Tutto bene dunque. Non proprio.
Ci sono due aspetti che come CIVICA ci preoccupano molto. Il primo è dato dall'incognita della effettiva partecipazione dei soggetti privati alla fase successiva. Quante delle 42 manifestazioni di interessi aderiranno al programma di rigenazione urbana? Quanti di coloro che aderiranno apriranno poi sul serio i cantieri? Il mancato incontro degli operatori con il consiglio comunale ci ha impedito di avere il polso della situazione. E i segnali di scontento arrivati a noi sono stati confermati anche dall'assessore Martina.
Il secondo aspetto è dato dall'aver affidato l'incarico per la progettazione urbanistica per la redazione dei programmi di rigenerazione urbana all'architetto Antonio Besso Marcheis. Sì ancora lui (per i precedenti leggere l'articolo "L'architetto pigliatutto" del 2012). L'incarico scadrà il 30 giugno 2016 e costerà al Comune 18.500 euro + Iva (totale euro 23.472,80). L'architetto Besso Marcheis sarà sicuramente un ottimo professionista, conoscerà anche bene Collegno (sarebbe ben strano il contrario dopo 20 anni di attività nella nostra città), ma tutto si può dire tranne che sia stato estraneo alla colata di cemento che si è abbattuta nella fase politica precedente sulla città ad opera di Collegno 2000 srl di cui era progettista e rappresentante. Una fase politico-urbanistica che con Collegno Rigenera tutti dicono di voler superare, il motivo per cui noi di CIVICA abbiamo espresso apprezzamento verso l'iniziativa.
Motivo per cui, se non altro per opportunità politica, non si capisce la ratio del conferimento di un incarico che getta un'ombra cupa su tutte le belle intenzioni sin qui sbandierate dall'amministrazione Casciano. L'incarico all'architetto Besso Marcheis che piaccia o no ha il retrogusto amaro di un passato che non passa mai.
Giovanni Lava


lunedì, gennaio 25, 2016

ASFALTO SELVAGGIO HA COLPITO ANCORA.

Una colata di asfalto e cemento presso la passerella di via Roma. Interrogazione di CIVICA.
E' il dettaglio che svela le vere intenzioni più di mille dichiarazioni di principio. Immaginate un marito che in ogni occasione si affanna ad affermare che a casa sua esiste la più assoluta parità di genere e che poi alla prima occasione  con piglio padronale ordina alla moglie trattata alla stregua di una serva di preparare il caffè per lui e per i suoi amici.
L'amministrazione e la maggioranza che governano Collegno non perdono occasione per affermare che i tempi son cambiati e che a Collegno non vi deve più essere consumo di suolo. Con grande enfasi lo si sostiene anche nella delibera di indirizzi relativa a Collegno Rigenera. E poi ecco il dettaglio che smentisce le buone intenzioni e che tra l'altro rappresenta una cementificazione assolutamente gratuita, neppure finalizzata a costruire qualcosa. E' quanto sta avvenendo tra lo stupore dei passanti in questi giorni  nei pressi della passerella ciclo-pedonale di via Roma lato via Colombo. Come si vede nella foto che segue si è pensato bene di asfaltare un tratto di terreno marginale permeabile tra la passerella e la ferrovia.
Intanto dall'altro lato si costruiscono aiuole di cemento con contorno di sassi e blocchi. Il tutto, dicono, per abbellire la zona. Ma non ci dicono ad ogni pie' sospinto che non ci sono soldi? Allora invece che cementificare perchè non asfaltano le strade ridotte a colabrodo o restaurano la passerella che sta andando letteralmente in pezzi sia nel pavimento che nei bordi come si può vedere nelle foto che seguono?


Ci piacerebbe proprio sapere lo scienziato che ha suggerito la cosa e quanto è costato lo scherzetto. Per abbellire la città non serve l'asfalto o il cemento. Basterebbe avere un po' di cura delle aree verdi e se non si è in grado di farlo piuttosto lasciare le cose come stanno, che ci pensa la natura a provvedere.
Pubblico una foto di come i francesi abbelliscono le loro città piccole e grandi senza usare il cemento.
In ogni caso a seguire pubblico l'interrogazione che non servirà purtroppo a far tornare il verde, ma almeno a farci sapere chi è responsabile dell'azione gratuita di cui sopra e quanto è costata.
Giovanni Lava


Interrogazione con risposta scritta e orale
 Al Sindaco di Collegno
Oggetto: Asfalto ingiustificato nei pressi della passerella ciclo-pedonale di via Roma.
A seguito della denuncia e della richiesta di diversi cittadini indignati per l’asfaltatura e cementificazione del terreno adiacente alla passerella ciclo-pedonale di via Roma dal versante di via Colombo;
Il sottoscritto consigliere della lista “CIVICA Movimento democratico per Collegno” interroga il Sindaco e l’assessore competente per sapere:
1)     I motivi di questo ennesimo spreco di denaro pubblico per un’opera sostanzialmente inutile e dannosa;
2)     Se asfaltare anche solo una scarpata ferroviaria non rappresenti una contraddizioni rispetto al programma di governo che sostiene il divieto di ulteriore consumo di suolo;
3)     Se è a conoscenza dei Lavori Pubblici il fatto che l’asfalto impedisce la permeabilità del terreno;
4)     Chi ha richiesto un lavoro del genere e quanto è costato il tutto.

Collegno,  25 Gennaio 2016
Giovanni Lava


lunedì, gennaio 18, 2016

NUBI MINACCIOSE SUL CAMPO VOLO


La proprietà chiama in giudizio il Comune: chiede tre milioni di euro di risarcimento danni.
Il futuro del Campo Volo  volenti o nolenti torna al centro del dibattito politico collegnese. A riportarcelo è la chiamata in giudizio del Comune di Collegno davanti al Tribunale Civile di Torino da parte della società Sviluppo Comparto 8 Srl, braccio operativo del Banco Popolare di Lodi, titolare della proprietà dell'area. La proprietà del Campo Volo chiede un risarcimento di circa tre milioni di euro per il fatto di non aver potuto esercitare i suoi diritti edificatori sull'area a causa del vincolo posto dal Piano regolatore nel 2003, nonostante che nel corso del 2009 con ben due delibere di indirizzo del Consiglio Comunale fosse stato assegnato all'area un indice edificatorio compensativo di 0,05 mq su mq da trasferire sull'area di via De Amicis e di corso Marche.
L'area del Campo Volo ammonta a 841 mila metri quadri, perciò l'indice di 0,05 mq su mq secondo Sviluppo Comparto 8 Srl produrrebbe edificabilità per 42 mila mq di slp (superficie lorda di pavimento) per un valore complessivo di circa 27 milioni di euro. I soli interessi maturati a partire dal 2009 ammonterebbe appunto a circa tre milioni di euro richiesti. Un bel salasso per le casse comunali, un salasso che sarebbe causato dunque dalle improvvide quanto inutili delibere di indirizzo approvate a fine del primo mandato Accossato. Delibere che non hanno prodotto nulla di quanto si proponevano, visto che sono restate lettera morta. Il colmo sarebbe che l'unico effetto fosse quello di procurare al Comune e quindi ai cittadini collegnesi tre milioni di euro di danno.
Dopo che le diverse proposte presentate e le tante promesse ricevute nel corso dei dieci anni dal sindaco Accossato e dalla sua giunta siano tutte finite nel nulla, ora la proprietà con l'azione giudiziaria ha evidentemente deciso di puntare la canna della fucile alla nuca del sindaco Casciano con l'intento, io credo, più di spaventarlo e fargli calare le braghe piuttosto che davvero pensare di portare a casa i tre milioni di euro, visti anche i tempi e le procedure della giustizia italiana. In ogni caso non sarà facile condannare il Comune per una delibera di indirizzi che lascia il tempo che trova, visto che per fortuna, grazie anche alla dura opposizione di CIVICA e dei cittadini collegnesi, quegli indirizzi non si sono mai tradotti in una variante urbanistica. Inoltre il vincolo di area a servizi sul Campo Volo dal Piano regolatore appare più un vincolo conformativo e non espropriativo come sostiene la proprietà. Infatti da nessuna parte è scritto che il Comune aveva l'intenzione di espropriare.
Lo scopo della citazione in giudizio, se non intimidatorio, ma certo di forte pressione, ha l'obiettivo di indurre l'amministrazione collegnese a venire a patti con la proprietà, che è venuta in possesso dell'area grazie al fallimento dell'immobiliarista Zunino e quindi vorrebbe recuperare un po' del denaro che a costui era stato prestato e liberarsi dell'area una volta per tutte.
Il movimento di CIVICA e il sottoscritto consigliere comunale siamo stati sempre contrari al contenuto delle delibere di indirizzo del 2009 per un motivo molto semplice: se davvero quell'indice edificatorio dello 0,05 mq su mq produrrebbe 42 mila mq di slp – in merito ci sono forti dubbi – dove li si farebbero atterrare? Sull'area di via De Amicis e sul fantomatico corso Marche, quando si fa fatica a remunerare in termini di edificabilità quelle stesse aree? E poi chi li compra tutti quei mq?
C'è chi sostiene che il sacrificio consentirebbe al Comune di acquisire il Campo Volo per farci un parco pubblico e così scongiurare una volta per tutte le mire speculative che da sempre minacciano l'area. La nostra obiezione è: avete i soldi da investire per un parco pubblico da 800 mila mq, visto che piangete sempre miseria? Se si acquisisse grazie ad una grande colata di cemento e poi si fosse costretti a lasciarlo così com'è, tanto vale lasciarlo ai privati ridestinandolo ad area agricola. Non è vero che non si può fare, già molti comuni lo hanno fatto, riportando aree edificabili ad aree agricole. Il fatto di diventare proprietà del Comune non scongiurerebbe future speculazioni, soprattutto se restasse così com'è. Tra l'altro dal punto di vista paesaggistico ed estetico il Campo Volo a mio avviso è bellissimo proprio così come è ora.
Se proprio si decidesse che è più sicuro in mani pubbliche (ho parecchi dubbi in merito), sarebbe meglio comprarlo con un mutuo (la situazione finanziaria di Collegno lo permetterebbe), ovviamente non ai 27 milioni di cui parla la proprietà, che dovrebbe accontentarsi di molto molto meno se non vuole restare con un pugno di mosche in mano.
L'ipotesi di acquisirlo con una colata di cemento al di qua di viale Certosa deve farci porre la domanda: al netto di Collegno Rigenera, se va in porto, ma quante case si pensa che si possano ancora costruire a Collegno? Chi è ancora disposto a costruirle, e se costruite, chi le dovrebbe comprare?
CIVICA ritiene che questa volta nel pieno della cosiddetta partecipazione voluta dal sindaco le diverse opzioni non possono e non devono essere appannaggio solo del Palazzo, ma necessariamente discusse con la città.
In ogni caso CIVICA è disposta a prendere laicamente in esame le proposte diverse dalla sua che dovessero emergere dal dibattito pubblico che necessariamente prima o poi il sindaco dovrà aprire sul Campo Volo. Al momento quelle che circolano non ci sembrano molto convincenti. A meno che non si voglia davvero calare le braghe davanti al ricatto giudiziario.

Giovanni Lava

giovedì, gennaio 14, 2016

LA BONIFICA C'E', MA NON SI DEVE SAPERE.

Terminata nel silenzio la bonifica dell'area ex-Maggiora di via Trieste.
A Collegno accadono dei veri e propri miracoli. Là dove ti aspetteresti un inquinamento del terreno come nell'area di una fonderia come la Mandelli, lo studio di un geologo sostiene che non vi siano inquinanti e quindi che non servano bonifiche. Là dove c'era una fabbrica di biscotti come la Maggiora, non solo il terreno era inquinato, ma è stata necessaria una bonifica durata un po' di anni.
Grazie ad una interrogazione del M5S e la successiva risposta dell'assessore Manfredi, siamo venuti a sapere che è dal 2006 che la società Mosaico proprietaria del terreno aveva comunicato al Comune che l'area dove dovrebbe sorgere una scuola lungo via Trieste tra via Pellico e via Mameli necessitava di una bonifica a causa di un inquinamento da idrocarburi e metalli pesanti. La bonifica con la supervisione dell'Arpa e della Provincia è stata effettuata come attesta il verbale della Conferenza dei servizi del 4 novembre 2015 tra Comune di Collegno, Città metropolitana, Arpa, Asl TO3 (assente), società Mosaico e Studio associato Planeta. Il terreno inquinato è stato asportato e ora i livelli di inquinamento residui risultano essere sotto la media di legge. Tutta l'area andrà "ritombata" cioè coperta con la costruzione dell'edificio scolastico e con terreno non contaminato nella parte che non sarà edificata. Nell'attesa di tutto ciò, l'Arpa ha richiesto la copertura con teli in geotessuto per evitare che i residui inquinanti a causa della pioggia potessero raggiungere la falda acquifera..
E' stata proprio la copertura con questi teli in geotessuto (come si vede nella foto) a far capire ai cittadini che lo scavo a cui avevano assistito fino ad allora non era in funzione della costruzione delle fondamenta dell'edificio scolastico, ma di qualcos'altro. Da qui l'allarme e l'interrogazione del M5S.
La domanda che tutti ci si è posti è stata se della bonifica non doveva essere avvisata la popolazione che potrebbe aver corso dei rischi nel momento in cui il terreno inquinato veniva rimosso. La risposta degli uffici è che non esiste una legge che obblighi i Comuni a rendere pubblici eventi come le bonifiche come si fa invece con qualsiasi costruzione edilizia.
Come CIVICA riteniamo che tale carenza sia probabilmente dovuta allo scopo di non provocare inutili allarmismi. Ciò non toglie che sia sbagliata perchè non è accettabile che si effettui una bonifica di inquinanti cancerogeni sotto il naso delle persone senza che queste ne siano informate.
E' a questo scopo che presentiamo la mozione che segue, che se approvata impegnerebbe il Comune in ogni caso a rendere pubblico ogni intervento di bonifica futuro. Ciò consentirebbe da una parte ai cittadini di cautelarsi per quanto possibile e dall'altra di essere informati sulle procedure, sui lavori e sui risultati della bonifica stessa. Si parla tanto di partecipazione e di trasparenza e poi se l'Arpa non avesse imposto nell'attesa dell'edificazione di coprire l'area, nessuno ne avrebbe saputo niente. Ci auguriamo che tutti i gruppi politici e la stessa amministrazione siano d'accordo con la nostra mozione.
Resta infine il quesito sul perchè un'area di una ex fabbrica di biscotti possa aver lasciato il terreno così inquinato. Da una piccola indagine che non vuole nè può avere certezza assoluta, il mistero potrebbe essere risolto dalla presenza in quella zona della fabbrica della centrale termoelettrica che scaldava e alimentava la fabbrica e da un distributore di carburate interno che serviva al rifornimento degli automezzi che trasportavano i biscotti per la distribuzione commerciale.
Rimane singolare, ma non troppo, che proprio quell'angolo dell'area dell'ex- Maggiora sia quello dismesso a favore del Comune affinchè ci costruisse una scuola!
Giovanni Lava


 MOZIONE
Al Presidente del Consiglio Comunale
Al Consiglio Comunale

Oggetto: Pubblicizzazione delle bonifiche che si effettuano sul territorio del Comune di Collegno
Considerato che:
·       a Collegno dal 2006 al 2015 si è proceduto alla bonifica dell’area ex-Maggiora da parte della società Mosaico S.p.A. senza che i cittadini e il consiglio comunale ne fossero informati;
·       non esiste norma di legge che obblighi il Comune ad informarli;

il Consiglio Comunale impegna il Sindaco e la Giunta, nel caso si dovesse presentare la necessità di effettuare altre bonifiche sul territorio comunale, ad informarne ufficialmente il consiglio comunale  e, attraverso l’apposizione di apposita cartellonistica, i cittadini in modo da consentire la partecipazione e la trasparenza di azioni così delicate per la salute dei cittadini stessi.

1.     
Collegno, 14 Gennaio 2016
Giovanni Lava