Alla discarica di rifiuti tossico-nocivi restano solo tre anni di vita.
Quando nel 1988 fu autorizzata la discarica per rifiuti tossico-nocivi Barricalla, gli ambientalisti collegnesi vi si opposero con tutte le loro forze. Oggi a distanza di 27 anni la domanda che bisogna porsi è se allora furono più lungimiranti gli amministratori comunali favorevoli o gli ambientalisti contrari.
Stando alla visita effettuata dai consiglieri comunali venerdì 5 giugno scorso e sulla scorta di quanto hanno raccontato gli amministratori e i tecnici della societa Barricalla Spa e del loro controllore, la Provincia di Torino, ma anche di quanto è pubblicato sul sito
Web della società, se questa discarica non ci fosse bisognerebbe crearla, perchè altrimenti quel milione circa di metri cubi di rifiuti pericolosi smaltiti a Collegno chissà dove sarebbero finiti. Nella migliore delle ipotesi in Germania, nella peggiore nelle mille terre dei fuochi grandi e piccole diffuse sul territorio nazionale. Infatti un altro impianto come quello di Barricalla pare non esista in Italia.
Il paradosso italiano è che siamo il paese dove ci si oppone a qualsiasi impianto di smaltimento e allo stesso tempo abbiamo la più alta quantità di rifiuti di ogni genere smaltiti ovunque e senza alcun controllo.
Se una pecca esiste a Collegno, questa è rappresentata dalla concentrazione di discariche in un'area molto ristretta. Da questo punto di vista gli amministratori collegnesi forse sono stati un po' troppo lungimiranti. Ma va considerato che la sola Barricalla porta nelle casse comunali circa 600 mila euro ogni anno.
Finora sono stati autorizzati quattro lotti, due esauriti e coperti da impianti fotovoltaici, e due in via di esaurimento. Sono solo più tre anni quelli che restano prima della fine. A meno che ... a meno che l'amministrazione non autorizzi un ampliamento che consentirebbe un'autonomia complessiva di altri dieci anni (3+7).
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Lavori di copertura di uno dei lotti esauriti |
In assenza di alternative e visto che in questi 27 anni non vi sono stati incidenti e a quanto pare si possa davvero considerare la gestione della discarica come uno dei pochi fiori all'occhiello della gestioni dei rifiuti in Italia, il buon senso dovrebbe far propendere per l'ennesima autorizzazione. A questa scelta però si contrappone l'esigenza di tutelare il territorio collegnese: non è accettabile che solo il nostro comune sopporti il peso dello smaltimento dei rifiuti, visto che nel frattempo poco più a Ovest si è autorizzata un'altra discarica, quella Margaria della REI, che ospiterà amianto, ceneri nocive, ecc. Non vorremmo che la "disponibilità" di questo territorio dimostrata finora, avesse creato la convinzione che qui si può portare di tutto, visto che altrove non si riesce a portare niente di niente.
Il peso della gestione dei rifiuti pericolosi, dell'amianto, ecc. deve essere spalmato quanto meno a livello della nostra Regione.
La mia proposta è che ancora prima che si arrivi a parlare di ampliamento di Barricalla, quindi da subito, il Comune di Collegno faccia sapere alle autorità metropolitane e regionali che se non vogliono la barricate contro, trovino subito un altro sito dove allestire un'altra discarica come quella.
Se non è già autorizzata un'altra discarica, niente ampliamento. Un messaggio forte e chiaro.
Se è vero che è preferibile avere una gestione controllata di questo genere di rifiuti, piuttosto che lo smaltimento clandestino, è anche vero che questa non può avvenire a spese di un solo territorio.
CIVICA su questo punto intende aprire un confronto con i cittadini e le altre forze politiche della città.
Giovanni Lava