lunedì, maggio 28, 2018

MATTARELLA SANTO SUBITO!

Un No all'arroganza di Salvini e C.
Gli italiani mai  come questa mattina si sono svegliati con sentimenti contrastanti. Chi arrabbiato per il No di Mattarella, chi sconcertato, chi preoccupato per le conseguenze future ... Io mi sono svegliato sollevato. Ero molto più preoccupato nei giorni scorsi per la nascita di un governo che di giorno in giorno andava assumendo una veste avventurista.
Personalmente non ho condiviso mai le idee della Lega, ancor meno quella di Salvini. Ho condiviso sempre meno quelle del M5S che pure ho votato dal 2013 al 2016, l'ultima come consigliere comunale di Collegno al voto per la Città Metropolitana di Torino. Allo stesso tempo non ho mai temuto un loro successo, non ho mai nutrito dubbi che fossero soggetti capaci di rispettare la Costituzione e le regole democratiche. Il timore è nato dall'apparente facilità con la quale due forze storicamente alternative stavano dando vita giorno dopo giorno ad un vero e proprio mostro politico. Il cambiamento che con tanta sicumera promettevano nasceva da due proposte che in origine  andavano in direzioni diametralmente opposte. Stava nascendo un ibrido a mio avviso pericoloso per il nostro paese, con forti venature antidemocratiche e  dal sapore vendicativo. Non ho doti da veggente, ma nella sfera del futuro mi è parso scorgere qualcosa di completamente nuovo e pericoloso, non molto diverso dal mostro che nacque nel primo dopoguerra. E' probabile che si trattasse solo di paranoie. Ma la cosa che mi ha inquietato di più negli ultimi giorni è stato il crescere della trazione leghista della nascente coalizione di governo, i toni minacciosi nei confronti di Mattarella da parte di Salvini e quelli sempre più rumorosi del Che Guevara de' Noantri che risponde al nome di Alessandro Di Battista. Una rincorsa  a chi faceva la faccia più feroce nei confronti di chi doveva in ogni caso dare il via libera alla nascita del nuovo governo secondo il dettato costituzionale. Era evidente che ci fosse la volontà di rompere da parte della strana coppia per potersi lanciare nel fuoco di una nuova e definitiva campagna elettorale sulla pelle di quel popolo che tanto dicevano di voler difendere.
Ma c'è un altro aspetto che trovavo inquietante man mano che passavano i giorni: l'arrendevolezza del M5S, di Di Maio in particolare che ingoiava una serie di veti da parte di Salvini, nonostante avesse quasi il doppio dei voti. In particolare mi ha colpito la vicenda dell'amica Laura Castelli che è stata estromessa dal nascituro governo solo perchè No-Tav. mentre Di Maio non è stato capace di stoppare la candidatura di Savona, subendo pavidamente il tramonto prima della sua candidatura a premier sia del cosiddetto governo del cambiamento. A mio avviso Savona in sè non era un problema per il Presidente della Repubblica, ma l'uso che ne ha fatto Salvini come una sorta di cavallo di Troia per umiliare Mattarella da una parte e metterlo a tacere per sempre, imporre ai Cinquestelle la sua leadership, sputare in un occhio ai tanto vituperati partner europei e introdurre subdolamente all'ordine del giorno la possibilità di fuoriuscita dall'euro. Se Di Maio fosse stato anche solo capace la metà del suo socio, sarebbe stato lui a stoppare Salvini dopo quanto si era speso sia nell'adulare Mattarella sia nell'escludere qualsiasi avventura in Europa. E ora un Di Maio alle corde alza il tiro addirittura invocando l'impeachment di Mattarella per alto tradimento ... qui se c'è un tradimento è quello che ha fatto lui delle speranze di tutto un movimento. Addirittura si sta parlando di alleanza elettorale con la Lega! Mah.
Un'ultima considerazioni. Da subito si sono alzati i lamenti a sinistra per la scelta di Mattarella, i distinguo. i timori per il prossimo scontro elettorale. La paura che la sua scelta possa mettere le ali alla minacciata possibile alleanza tra Lega e M5S che farebbe a lor dire saltare il banco. Io dico al gregge disperso della sinistra: dobbiamo baciare mani e piedi a Mattarella per l'esempio che ci ha offerto di dignità e fermezza. Non si può continuare a vivere all'infinito tremebondi e con l'occhio rivolto al tornaconto elettorale che poi non torna quasi mai. Innanzitutto se la casa brucia occorre schierarsi senza se e senza ma con il pompiere che al momento ha spento l'incendio e non con chi vi ha dato fuoco. E poi un po' di dignità, sù ragazzi, rimbocchiamoci le maniche e, se proprio fosse necessario, vendiamo cara la pelle con la stessa fierezza e orgoglio di Mattarella.
Giovanni Lava