mercoledì, novembre 17, 2010

150 euro alle classi che vanno in gita senza uscire dal Piemonte

Il presidente della Regione Roberto Cota
Scuola: il buono gita di Cota
Salvare le gite scolastiche con un buono di 150 euro è quanto promette il presidente della Regione Piemonte Roberto Cota.
Con i tempi che corrono nella scuola anche 150 euro per classe possono far comodo, soprattutto se la gita è di un solo giorno, un mordi e fuggi sempre molto ambito dagli alunni, forse un po' meno dagli insegnati da qualche anno a questa parte. 150 euro incidono meno nel caso delle gite di più giorni, quando tra pernottamento e viaggio la cifra potrebbe essere sufficiente sì e no per un solo alunno. Ma anche in questo caso quei 150 euro potrebbero essere i benvenuti per esempio per consentire l'adesione anche di quell'uno o due alunni che ci sono sempre stati in una classe le cui famiglie proprio non possono permettersi di finanziare la gita. Un tempo era la scuola a finanziare i meno abbienti, anche per tener fede alla regola di non escludere nessun alunno per motivi economici. Un tempo si usava così e conosco tanti insegnanti che utilizzavano quel poco di diaria della missione per coprire le quote mancanti, senza parlare di quelli che ce li mettevano di tasca loro.
Buona iniziativa allora quella del buono? Senz'altro sì non fosse per il solito provincialismo leghista che impegna le scuole che vogliono usufruire del buono a svolgere le gite rigorosamente entro i confini regionali, neppure padani! La scusa anche questa volta è quella di favorire prima i "nostri". I "nostri" in questo caso sono le località turistiche del Piemonte. Un'idea balzana proprio nell'ottica della promozione delle attività turistiche locali. Quando si fa la gita di un giorno perlopiù si sceglie una località non molto distante. Solo per quelle di più giorni di solito si scelgono località diverse: le città d'arte in primo luogo. Questo accade nelle scuole del Piemonte, ma anche nelle scuole delle altre regioni. Se il presidente Cota in un giorno qualsiasi abbandona il suo ufficio e scende a fare due passi in piazza Castello è facile che incontri qualche scolaresca in gita a Torino che arriva da regioni italiani del Centro e anche del Sud che vanno a visitare il museo Egizio e le altre bellezze della città. Sono studenti che pernottano e consumano qui da noi. Se tutte le regioni seguissero l'esempio della Regione Piemonte di dissuadere dall'andare fuori dai propri confini, quelle scolaresche festanti sparirebbero da Torino. Altro che incentivo al turismo locale! Questa decisione fa la pari con quella di negare le borse di studio agli studenti universitari non piemontesi. La stessa logica gretta e piccina, che fa solo danni a tutti i livelli.
La Lega sostiene di riconoscersi nell'antifascismo. Qualcuno dovrebbe spiegare loro che puzza di fascismo lontano un miglio ogni discriminazione e ogni imposizione alle scuole che venga dall'alto. Quasi sempre la gita fa parte di un progetto didattico più ampio e la meta non è scelta a caso, per cui si va in Piemonte se è funzionale al progetto, altrimenti si va da un'altra parte, qualche volta, per esempio nelle superiori, anche all'estero vivaddio. Da insegnante per anni ho portato la mia classe impegnata in un progetto teatrale a Milano per assistere alle prove del mio amico attore e regista Elio De Capitani (vi ricordate il Caimano di Moretti?) al teatro dell'Elfo. Gli alunni venivano ospitati un giorno intero in teatro e ciò era possibile solo lì. Un'altra esperienza per me è stata quella dei soggiorni in montagna per far apprendere agli alunni i primi rudimenti dello sci da fondo. A volte andavamo a Cesana in Val di Susa altre a Rhemes Notre Dame in Valle d'Aosta e la scelta era determinata dalla presenza della neve, dalla comodità delle piste, dai prezzi praticati. All'epoca nessuno si sognava di fare distinzioni tra montagne del Piemonte e montagne della Valle d'Aosta. Ricordo in ultimo quella volta che organizzai una gita in Liguria solo perchè avevo scoperto che tra i miei alunni ce n'era uno - margaro figlio di margari - che a 14 anni non aveva mai visto il mare. Per avere il buono Cota il mare avrei dovuto cercarlo necessariamente in Piemonte!
Giovanni Lava