venerdì, marzo 04, 2016

IL GROSSO,GRASSO MATRIMONIO TRA CIDIU E COVAR 14

La gara d'appalto per trovare il socio privato sarebbe alle ultime battute.
Che il matrimonio tra CIDIU e COVAR 14 (i soggetti che fino ad oggi si sono occupati della raccolta e smaltimento dei rifiuti della cintura Sud ed Ovest di Torino e non solo) sia grosso non ci sono dubbi: 36 i comuni interessati per un totale di 513 mila abitanti.
Che sia grasso poi lo dimostra il valore economico dell'operazione che si aggirerebbe intorno ai 120 milioni di euro tra il capitale sociale e il business annuale della raccolta rifiuti.
L'incontro del 2 marzo scorso nel municipio di Rivoli sembra quasi una risposta all'interrogazione presentata da CIVICA il 22 febbraio scorso (leggi). La fusione desaparecida tra Cidiu e Covar 14 è riemersa improvvisamente ma in modo circospetto dagli abissi nei quali ha  finora navigato lontano da occhi indiscreti.
Il percorso per dar vita ad un'unica società era partito nel lontano 2013. Ci sono voluti più di due anni per saperne qualcosa, ma  l'operazione non è ancora giunta al termine, perchè mercoledì sera ci è stato raccontato solo della prima fase, definita di prequalifica che ha selezionato i concorrenti (secretati) al ruolo di socio privato. Entro la prossima estate dovrebbe prendere il via la seconda fase che vedrà i prequalificati (il numero è stato tenuto segreto) concorrere per aggiudicarsi il 49% delle azioni della nuova società nata dalla fusione e la gestione dei servizi. I tempi biblici della prima fase sono stati giustificati dal presidente Cidiu Scolaro come necessari oltre che a selezionare i concorrenti anche a definire il valore delle due società di partenza. Cidiu e Covar 14 hanno assoldato ognuno il suo perito che ha valutato il valore della società di riferimento. Poi ai due periti di parte si è aggiunto un superadvisory che ha supervisionato le valutazioni di parte e, infine, tutti e tre i periti di concerto hanno licenziato una valutazione giurata, sulla base della quale è stato acclarato il valore della nuova società, una Newco srl, con un capitale sociale di 25 milioni di euro che fatturerà almeno 70 milioni di euro all'anno e le quote di Cidiu e Covar 14. Sulla base del valore dato alle due società l'apporto alla Newco srl sarà del 55,6% da parte del Cidiu e del 44,4% da parte di Covar 14. Il 49% di questa società sarà messo a gara e andrà ad un privato, mentre il rimanente 51% resterà nella società pubblica. E qui è stato detto qualcosa di per sè non molto comprensibile, almeno per chi è un amministratore pubblico dell'area Cidiu. Per far sì che il 51% delle azioni della società che resteranno in mano pubblica possano far capo in parti uguali al Cidiu e a Covar 14, il 49% delle azioni vendute al privato saranno prelevate in parti disuguali dal Cidiu e da Covar 14. Il primo concorrerà con il 30,1% di azioni e Covar 14 % con il 18,9%. Una ben bizzarra fusione. Come quei matrimoni dove un coniuge è ricco e l'altro è povero ma con la comunione dei beni diventano ricchi alla pari. I nostri amministratori targati Cidiu (a partire dai sindaci) prima o poi dovranno spiegare ai cittadini se si è fatto o meno un affare con questo matrimonio.
Volendo restare alle magnifiche sorti che ci aspettano, secondo quanto ci hanno raccontato l'altra sera, la fusione di Cidiu e Covar 14 insieme all'ingresso del socio privato porteranno significative economie di scala e il miglioramento dei servizi offerti. Tra gli obiettivi sono indicati il traguardo del 65% di raccolta differenziata - ma non era un obiettivo da raggiungere già nel 2012? -, l'avvio della tariffa puntuale dopo i primi due anni della nuova gestione da realizzarsi in tre anni (12 comuni all'anno), la ristrutturazione dell'impianto di Punto Ambiente di Druento con la costruzione del modulo anaerobico per il trattamento dell'organico, infine non meglio precisati impianti per la selezione, il recupero e la valorizzazione dei materiali della raccolta differenziata ...
La gara, detta a doppio oggetto, prevede da una parte il valore da assegnare alle azioni e quindi a quanto i privati che parteciperanno sono disposti a pagare per acquistare il 49% della nuova società, dall'altra le offerte tecniche ed economiche sui servizi, con un piano industriale della durata di 20 anni. Tra gli obblighi è indicata la tutela dell'occupazione, che ad oggi ammonta a 725 unità, ma è previsto anche  il blocco del turn-over che dovrebbe produrre una contrazione di almeno 56 addetti in dieci anni.
Al momento è difficile valutare se questa "ciclopica" impresa (così è apparsa dalle parole accorate dei relatori) sia o no una cosa buona per i cittadini. Certo di ciccia ce n'è, ma a pro di chi non si sa.
Non si sa poi se come era nei programmi iniziali questa è solo la prima delle fusioni dell'intera Città metropolitana per approdare alla fatidica Società Unica oppure sarà la prima e ultima. Abbiamo posto la domanda, ma non ci è stata data risposta.
Giovanni Lava