I romani si sono portati avanti con il lavoro e hanno già dedicato una piazza a Renzi. |
Oggi il campo degli opinionisti si è diviso tra chi ritiene che Renzi con la fiducia sull'Italicum ha messo in atto una prova di forza e chi invece ritiene trattasi di una prova di debolezza. Io propenderei per la seconda (se fosse sicuro della propria forza non avrebbe avuto bisogno di mettere la fiducia), ma sinceramente mi sembra una di quelle questioni di lana caprina su cui il complesso politico-giornalistico ama spendere il proprio ben remunerato tempo con atteggiamento sempre molto serioso.
Che si tratti di una resa dei conti finale all'interno del Pd è indubbio, tra Renzi e i suoi avversari interni è diventata una questione di vita o di morte politica. L'Italicum per entrambi c'entra poco, è solo il pretesto. Io penso che sia un bene farla finita con l'uno o con l'altro, piuttosto che ripiombare nella paralisi storica a cui ci hanno abituato, mentre il paese continua ad andare a ramengo. L'Italia ha invece proprio bisogno di una sorta di cura Thatcher. L'unico timore è che neppure Renzi sia all'altezza del compito. So di scandalizzare molti miei amici, ma proviamo ad immaginare che cosa succederebbe se solo uno degli emendamenti venisse approvato, oppure che Renzi avesse accettato le modifiche che la minoranza dem propone. La legge tornerebbe al Senato e lì morirebbe e con lei il governo Renzi. La stessa cosa se il governo andasse sotto su uno dei voti a scrutinio segreto.
Renzi non è forte come vuole apparire, ma con il voto di fiducia cerca di evitare di essere impallinato e sepolto. Come dargli torto. L'Italicum non sarà quella legge eccelsa che Renzi dice, ma neppure la morte della democrazia come urlano i soliti "rivoluzionari" da salotto vecchi e nuovi di cui il nostro paese ha sempre abbondato.
Ammiravo Letta e Prodi per il silenzio mantenuto dopo il loro siluramento, potevano essere una risorsa in caso di ennesimo naufragio, invece con il loro unirsi al coro di chi strilla al pericolo fascista prossimo venturo, hanno sbracato e buttato a mare il credito che avrebbero potuto vantare. Oggi tutti sostengono che la legge migliore fosse il Mattarellum. Perchè quando sono stati al governo non hanno proposto un ritorno secco a quella legge? Prodi andò al governo nel 2006 e vi rimase per ben due anni, ma di cambiare il tanto vituperato Porcellum non ci provò neppure. Ora parla di ritorno all'Ulivo ... perchè non al governo del CLN del 1946? ma non è stato l'Ulivo a naufragare penosamente per ben due volte aprendo ogni volta la strada al ritorno di Berlusconi?
Sono più di trent'anni che assisto al pianto greco circa la necessità di rendere più stabile il governo del paese, quanti lamenti per il fatto che le maggioranze fossero precarie e contenessero al loro interno tutto e il contrario di tutto, ma evidentemente per buona parte della classe politica e per i loro fans questa è la situazione ideale, una situazione in cui tutti possono condizionare se non ricattare gli altri, una situazione in cui la più sparuta minoranza può aspirare ad avere se non una poltrona almeno uno strapuntino al tavolo del governo. Se lo strappo di Renzi dovesse mettere fine a tutto questo e dare avvio ad una nuova fase politica nel nostro paese, ben venga, perchè di questa davvero non se ne può più. Basta con la melassa che impasta tutto e tutti da una eternità.
Non credo che ciò di per sè riduca il pluralismo o la democrazia, fino a che ad ognuno è consentito di diventare maggioranza e conquistare il governo del paese. Questo non significa che le minoranze non abbiano un grande compito da svolgere sia come portatrici di ideali e obiettivi che per l'esercizio del controllo di chi governa. Basta con la situazione attuale dove tutti sono maggioranza e minoranza allo stesso tempo.
Per chiudere una battuta sulla scuola: non so se la riforma proposta sia buona o cattiva, so per certo che una riforma che vada bene a sindacati ed insegnanti non esiste. Due sono le cose che interessano davvero: che nulla cambi e che si assumano tutti i precari di questo e anche di un altro mondo. Circa la partecipazione, ricordo che Luigi Berlinguer nel primo governo Prodi ci provò coinvolgendo non solo la base ma anche mettendo al lavoro un gruppo di studio ampio che rappresentava il mondo della scuola. Fu silurato per le proteste degli insegnanti, eppure il suo fu un tentativo serio di riformare la scuola.
La riforme perfette non esistono nè elettorali nè scolastiche, nè di altro genere , in Italia poi è più facile che un asino voli che vengano accettate senza strilli e accuse di fine del mondo.
Giovanni Lava