martedì, gennaio 14, 2014

MANDELLI: QUESITI IN REGIONE

Delibera Mandelli, fu vera gloria?
Dopo l'annunciato incontro con il direttore dell'urbanistica in Regione ing. Livio Dezzani giovedì della scorsa settimana mi sono sentito più che legittimato dal fatto di aver votato da solo contro la delibera Mandelli il 19 dicembre 2013. I dubbi che avevo espresso in consiglio comunale e la richiesta di rinvio di un mese ora appaiono qualcosa di ben più solido del banale tentativo di fare ostruzionismo, come il Pd e il sindaco hanno affermato in quella sede.
Dall'incontro siamo usciti, io e il consigliere Mauro Grosso Ciponte, non solo rinfrancati ma anche con l'invito da parte dell'ing. Dezzani di mettere nero su bianco i nostri quesiti. E ieri quei quesiti (clicca sopra) sono stati inviati. Ora restiamo fiduciosi in attesa di una risposta ufficiale.
Una risposta ufficiale che confidiamo non potrà che rendere quei quesiti qualcosa di più di semplici ipotesi accademiche, visto che i quesiti nascono dai ragionamenti fatti e condivisi in gran parte giovedì scorso con lo stesso ingegnere Dezzani.
Innanzitutto è stato confermato un possibile vizio procedurale. La legge 106 è chiara in proposito: le deroghe al piano regolatore si concedono a fronte di un preciso progetto edilizio-architettonico, progetto edilizio che nella delibera Mandelli non c'è nè viene citato.
Poi in una delibera che ha come oggetto la 106 si mettono insieme comparti diversi, comprese aree comunali che con la 106 nulla hanno a che fare. Infine si utilizza l'espediente della 106 per realizzare una vera e propria variante al piano regolatore. La 106 e la Circolare regionale sulla sua applicazione sono chiare: la 106 non ha nè potrebbe avere un'applicazione di tipo urbanistico e nel nostro caso di fatto lo ha.
Gli aspetti dubbi sono anche altri, come quello della suddivisione dell'intervento in quattro blocchi diluiti su dieci anni.
Insomma la delibera Mandelli fa acqua da tutte le parti e la fretta di approvarla e il poco tempo lasciato ai consiglieri comunali per approfondirne gli aspetti appaiono giustificati da una parte per una corsa contro il tempo, dopo aver sprecato dieci interi anni in chiacchiere, per far vedere che qualcosa si muoveva prima delle elezioni amministrative di primavera e dall'altra di impedire che si approfondissero troppo le tante contraddizioni insite nella delibera stessa.
Questi dubbi e queste incongruenze ora rischiano di ottenere l'effetto opposto a quello desiderato. Come dice il proverbio: la gatta frettolosa ha fatto i gattini ciechi.
Giovanni Lava