Lo schiaffo!
E così Francesco Corazza - a sentire La Stampa - non ci sta ad accettare l'emendamento approvato in consiglio comunale. Un vero e proprio schiaffo al consiglio comunale tutto, ma soprattutto al sindaco che con questi signori ha trattato per anni.In fondo l'emendamento, nel rivendicare un interesse pubblico più concreto della mera riqualificazione urbanistica, chiedeva alla proprietà un modesto sacrificio a fronte di un notevole guadagno. Un palazzo di 14 piani fermo da dieci anni, destinato ad uffici che mai potranno vedere la luce, trasformato in residenze a due passi dal capolinea della metropolitana, che con un colpo di bacchetta magica da un valore vicino allo zero si sarebbe trasformato in un bene dal valore prossimo ai 15 milioni di euro rappresenta pur sempre un bell'affare. Tanto più che la convenzione avrebbero dovuto concordarla con la sola giunta comunale senza neppure tornare in consiglio comunale. E' evidente che la proprietà a questo punto intende prima verificare se il Tar dovesse dargli ragione e poi caso mai - obtorto collo - avvalersi della delibera.
Come si spiega un simile comportamento? Arroganza? Promesse non mantenute che hanno fatto saltare la mosca al naso? Non si sa. In ogni caso si tratta di un comportamento che stride col fatto che i signori proprietari del palazzo di via Antonelli da sempre operano a Collegno, realizzando buoni affari senza aver incontrato mai prima difficoltà da parte della pubblica amministrazione. Ma stride soprattutto con il fatto che la società Metro di Gallesio e Corazza, proprietario di Metropolis, è una di quelle che fanno parte della cordata Mellano, la stessa che ha promosso il PRIN. E allora come leggere questo atto di guerra nei confronti del sindaco e dei suoi tecnici prima con il ricorso al Tar e ora con il rifiuto di prendere in considerazione l'emendamento del consiglio comunale? Ad essere maliziosi si potrebbe pensare che nonostante le visite del sindaco allo studio Mellano, il tavolo del PRIN è bello che morto e altri scenari si profilano all'orizzonte di via De Amicis. Scenari tutt'altro che rassicuranti per chi come CIVICA ritiene che solo l'avvio immediato dell'iter per una variante strutturale può mettere al riparo la città da soluzioni sempre più parziali e pasticciate.
Giovanni Lava