venerdì, giugno 11, 2010

La Variante Urbanistica di Via De Amicis

Costruzioni di edifici commerciali in Viale Certosa
Concertazione, concertazione
Collegno 11 giugno, ore 10
Privatizzare l’acqua pubblica è un delitto, privatizzare il diritto/dovere del Comune di pianificare l’uso del territorio no! ...
...È la riflessione che viene dalla giornata di ieri. Il sindaco al mattino consegna nelle mani dei privati l’istruttoria per la variante urbanistica di via De Amicis, alla sera partecipa e aderisce all’assemblea del Comitato Acqua Pubblica di Collegno che promuove la campagna referendaria, un’adesione che fa fine e non impegna!
Interessante, molto molto interessante, infatti, è stato l’incontro di ieri sulla variante di Via De Amicis. Sala occupata in ogni ordine di posti dai proprietari delle aree interessate e dai professionisti che li rappresentano. La torta in ballo è cospicua: un miliardo di euro di lavori da realizzare nei prossimi 20 anni. Il sindaco che faceva gli onori di casa ha illustrato gli indirizzi programmatici già approvati dal consiglio comunale nella passata tornata amministrativa e poi ha lasciato il testimone nelle mani del dirigente/assessore De Cristofaro, il quale ha fatto un discorso onesto che tradotto in sintesi è suonato più o meno così: privati, ci affidiamo a voi, datevi da fare, più sarete ad aderire al Programma integrato e meglio sarà. Anzi chi non vuole essere tagliato fuori, chi vuole vedere garantiti i propri interessi, partecipi al tavolo di lavoro. Chi resta fuori avrà difficoltà a far valere il proprio tornaconto. In sostanza dopo anni di impasse, con la scelta della strada rappresentata dall’istituto del Programma integrato, ex L.R. 18/96, gli uffici comunali dichiarano la propria rinuncia ufficiale ad elaborare in proprio la variante e si mettono nelle mani capaci dell’architetto Mellano che da qualche anno sta tessendo la tela per raggiungere quei due terzi di proprietà dell’area urbanistica di via De Amicis necessari a poter mettere in pista il Programma integrato. Uno strumento, quello del piano integrato, non solo previsto dalla legge, ma ampiamente utilizzato dai comuni. Per esempio un programma integrato in fase di realizzazione è quello di Torino per l’area Alenia.
Le perplessità nel nostro caso derivano dal fatto che la scelta appare una sorta di ripiego e non una scelta della prima ora. Il rischio deriva soprattutto dalla debolezza strutturale della parte pubblica, debolezza da cui discende la scelta tardiva del piano integrato. Affidarsi ai privati per la pianificazione del territorio comporta il rischio evidente che le scelte adottate siano molto funzionali agli interessi privati e poco agli interessi della collettività. Il rischio può essere contenuto solo da una forte mano pubblica, capace di fissare i paletti entro cui i privati debbano muoversi. A sentire l’amministrazione i paletti ci sarebbero, peccato che siano talmente generici da garantire poco o nulla. E non è di buon auspicio l’assenza fino ad oggi del coinvolgimento nella fase di elaborazione del consiglio comunale attuale. D’altra parte dei distinguo importanti sono venuti ieri dalla stessa platea dei professionisti presenti che hanno posto dubbi sia sul fatto che gli indici di cubatura concessi per l’anticipazione dell’ex area Elbi possano essere sufficienti a garantire la trasformazione di tutta l’area, visto che molto diversificate sono le condizioni di partenza in cui si trovano le singole proprietà, sia per il raggiungimento di quei famosi due terzi che autorizzano il varo del Programma integrato. Infelice è apparso l’appello un po’ terroristico ai proprietari a che entrino tutti, perché restare fuori può significare non vedere rappresentati i propri interessi nel piano e quindi essere penalizzati. Un discorso fatto dall’ente pubblico davvero poco edificante. Ma non dovrebbe essere proprio l’ente pubblico a garantire gli interessi di tutti? Se non saranno garantiti gli interessi dei privati che dovessero decidere di non aderire al programma integrato, che speranze ci sono per gli interessi collettivi dei cittadini che proprietari di aree non sono? Ciò che saltava ieri all’occhio era proprio l’assenza della “politica”, plasticamente evidenziata dal fatto che la controparte pubblica era rappresentata dal dirigente del settore Urbanistica e non da un assessore, come se i due ruoli potessero davvero convivere nella stessa persona. La scelta del sindaco di tenere per sé la delega all’urbanistica per poi farla gestire dal dirigente appare sempre più insostenibile, soprattutto nel momento in cui, con l’adozione di un Programma integrato per una fetta importante di città la presenza di una controparte politica competente e attenta è quanto mai necessaria.
In questa situazione come CIVICA abbiamo preso l’iniziativa già due giorni fa di una lettera ai Capigruppo del Consiglio comunale che vi allego


Ai Capigruppo Consiglio Comunale
Oggetto: Variante di Via de Amicis
Sono mesi che circolano voci di incontri, abboccamenti e quant’altro tra professionisti, imprese immobiliari e proprietari degli edifici e delle aree di Via de Amicis in vista della Variante Urbanistica dell’area in oggetto. Ora si apprende che Giovedì 10 Maggio 2010 si terrà una riunione plenaria tra questi soggetti e l’Amministrazione.
Per evitare che il Consiglio comunale si ritrovi a dover prendere decisioni in merito senza aver partecipato alla fase istruttoria, quando le soluzioni elaborate sono difficili da modificare, perché già strutturate e interdipendenti, vi chiedo di affrontare insieme il tema e trovare il modo a che il consiglio comunale non sia solo chiamato a ratificare alla fine quanto deciso in altre sedi.
Cordiali Saluti,
Giovanni Lava   

VARIANTE VIA DE AMICIS
CITTA' DI COLLEGNO
PROT. GEN. 0035291
DEL 09/06/2010 CAT. I